I piani trovati negli uffici della compagnia. Lo staff conferma: «Motivi di lavoro». Il settimanale denuncia un presunto scandalo per l’acquisto di due apparecchi. Ma il presidente del Consiglio ha sempre usato quelli Fininvest. Fu D’Alema nel 1999 ad avviare la procedura per sostituire i mezzi ormai obsoleti
Massimo D’Alema (Ansa) |
ROMA – Nell’indagine sugli appalti pubblici favoriti da Vincenzo Morichini, adesso ci sono anche i voli privati offerti a manager e politici. Passaggi aerei che gli amministratori della Rotkopf Aviation Italia – finiti in carcere perché accusati di aver pagato tangenti al consigliere di amministrazione dell’Enac in quota pd Franco Pronzato, in cambio dell’assegnazione di una rotta per l’isola d’Elba – erano disponibili ad effettuare gratuitamente. Gli investigatori del Nucleo valutario guidati dal generale Leandro Cuzzocrea stanno effettuando verifiche su tutti i «piani di volo» degli ultimi anni. E hanno già scoperto che nel 2010 cinque trasferimenti (tre dalla Puglia a Roma) sono stati concessi al presidente del Copasir Massimo D’Alema. Una circostanza che lo staff del leader del Pd non nega e sulla quale dovranno adesso essere effettuate ulteriori verifiche. Anche perché con i responsabili della società, Viscardo e Riccardo Paganelli, esistevano rapporti precedenti, visto che nel 2009 e poi nel 2010 hanno finanziato la Fondazione Italianieuropei con due versamenti regolarmente fatturati da 15mila euro ciascuno.
L‘inchiesta dei pubblici ministeri Paolo Ielo e Giuseppe Cascini comincia nel settembre scorso quando l’imprenditore Pio Piccini racconta come Morichini gli promise appalti in Finmeccanica «se avessi finanziato il Partito democratico e Italianieuropei». Piccini offre riscontri alle sue parole, consegna i contratti di consulenza stipulati proprio con Morichini, pur specificando di non aver poi ottenuto quanto gli era stato promesso. Vengono disposti nuovi controlli e perquisizioni presso la Sdb dello stesso Morichini, ex amministratore delegato delle agenzie di Ina Assitalia e da sempre ritenuto vicino ai democratici. Viene sequestrata la lista dei suoi clienti, tra i quali spicca la Foretec dei Paganelli, che a sua volta controlla altre aziende, tra cui appunto la Rotkopf. Ma soprattutto si accerta che proprio grazie alla sua mediazione la Foretec ha ottenuto numerose commesse pubbliche, compreso il collegamento aereo per l’Elba. L’8 giugno, quando capisce che il quadro investigativo è pesante, Morichini si presenta davanti ai magistrati accompagnato dal suo avvocato Grazia Volo e confessa di aver versato tangenti a Pronzato – che fino ad allora ricopriva la carica di responsabile del trasporto aereo per il Pd – per conto di Paganelli. Scattano gli arresti e si capisce che gli accertamenti sono soltanto all’inizio. Mentre la Guardia di Finanza perquisisce gli uffici della Gse, azienda specializzata in sistemi energetici e controllata dal ministero delle Finanze, che avrebbe concesso altre commesse pubbliche in maniera illecita, viene fuori la lista dei voli privati. E si apre un nuovo capitolo.
I magistrati vogliono chiarire per quale motivo D’Alema abbia utilizzato questo tipo di aerei, soprattutto tenendo conto del suo ruolo istituzionale. Ma anche la natura dei contatti con i Paganelli e il motivo dei versamenti alla Fondazione, per stabilire se sia stato Morichini a sollecitarli. C’è infatti il sospetto che il manager abbia fatto questa richiesta promettendo in cambio altri lavori pubblici proprio come era avvenuto con Piccini.
«È vero che ci sono stati questi passaggi sui voli dei Paganelli – chiarisce la sua portavoce Daniela Reggiani – ma si è trattato di motivi legati a impegni di lavoro. Nel 2010 Vincenzo Morichini ci disse che aveva una partecipazione in una compagnia aerea e che avremmo potuto usufruirne qualora ci fosse stato bisogno. Dunque, in situazioni di emergenza e cioè quando non c’erano collegamenti diretti e immediati, abbiamo chiesto di poter salire su quei voli».
Di questo si parlerà proprio con Morichini, che nei prossimi giorni dovrà presentarsi in Procura per un nuovo interrogatorio.
Fiorenza Sarzanini
Che cosa non si farebbe per aumentare la dose quotidiana di veleni contro Silvio Berlusconi? All’ Espresso la risposta è una sola: «Tutto!». E così anche l’ammodernamento della flotta elicotteristica di Stato è diventato una sorta di «regalo» ad personam . Peccato che il settimanale del gruppo che fa capo a Carlo De Benedetti abbia omesso di informarsi su un piccolo particolare: il Cavaliere non usa gli elicotteri del 31mo Stormo dell’Aeronautica che invece sono a disposizione del capo dello Stato e del Papa. Il presunto «scoop» rivela che entro fine estate arriverà per il premier un nuovo AW-139 full optional ,l’elicottero Agusta Westland (gruppo Finmeccanica) dotato di una grande versatilità perché adatto sia alle operazioni militari che a quelle civili. Successivamente un altro velivolo dello stesso tipo ma con più posti in dotazione dovrebbe essere disponibile per le esigenze del governo. Ovviamente per l’Espresso è tutto «alla faccia dei tagli» e soprattutto «a spese del contribuente» giacché Berlusconi si sarebbe fatto rimborsare dalla presidenza del Consiglio l’utilizzo pubblico dei propri velivoli privati in passato. Ipotesi smentita da Palazzo Chigi che ha replicato duramente alle accuse di gestione allegra delle spese dell’ Espress o. «L’elicottero fotografato in copertina- si legge nella nota è di proprietà del presidente Berlusconi che non usa mai gli elicotteri» di Stato e «tutte le spese sono a carico dello stesso presidente Berlusconi». Lo stesso premier in conferenza stampa ha rincarato la dose: «Sono stati acquistati due elicotteri, ma non ne usufruisco mai: ho la fortuna di avere miei elicotteri con miei piloti che pago io e mi sento in condizioni di sicurezza solo con quelli». Non è l’unica smentita: non è stato il Cavaliere a ordinare i velivoli, fu il governo D’Alema nel 1999 ad avviare la procedura per sostituire mezzi «entrati in servizio tra il 1972 e il 1973». Nel 2000 e nel 2005 la presidenza della Repubblica chiese la sostituzione che nel frattempo non era avvenuta per motivi economici e solo dopo un incidente nell’ottobre 2008 si è avviata la procedura di sostituzione scegliendo l’AW139 perché adatto al trasporto sanitario di 4 barelle. Costo complessivo dei due elicotteri: 37,8 milioni di euro. Pur di intonare la solita solfa su «Papi» ci si dimentica anche delle notizie. L’Espresso ha infatti pubblicato quanto reso noto dal bilancio di previsione del ministero della Difesa nel 2011: le dotazioni delle funzioni esterne sono state tagliate del 33,1% su base annua a quota 100,7 milioni di euro. L’importo risparmiato (49,8 milioni) è destinato al «completamento dell’acquisizione di due elicotteri per il trasporto aereo di Stato». Eccoli qui! Non c’è niente di misterioso:si tratta di un impegno di spesa deciso prima del taglio moralizzatore tremontiano. Troppo facile fare ironia sulla sostituzione del vecchio Sikorsky presidenziale che il presidente del Consiglio non ha utilizzato e che lo Stato concede al Papa per il trasferimento a Castel Gandolfo. Troppo facile riempire i testi di riferimenti boccacceschi per sobillare una sempre meno numerosa platea di lettori pronti a indignarsi ogniqualvolta sia citato il nome di Silvio Berlusconi. Troppo facile trascurare la stessa evidenza: il Cavaliere ha sempre volato a proprie spese. Eppure quella stessa sinistra perbenista che l’Espresso intende rappresentare, quella caratterizzata da un innato senso di superiorità morale, non si fa problemi a cambiare opinione come cambiano le stagioni. Era il 1994 e la carriera politica del Cav era agli albori ma già aveva questo dannato «viziaccio »: non usava gli aerei blu. E per questo motivo i progressisti lo attaccarono con un’interrogazione in Parlamento perchémortificava la professionalità dell’aeronautica e si faceva pubblicità occulta perché sui velivoli c’era il simbolo del biscione. L’Espresso , tuttavia, ha confermato quanto anticipato: gli elicotteri sarebbero in allestimento «vip» e dunque non adatti al trasporto di barelle e la decisione di spesa sarebbe stata presa nell’imminenza della manovra. A questo scopo il settimanale chiede di pubblicizzare la documentazione su questo tipo di voli. Per poter continuare il gioco al massacro di doppi sensi pecorecci
Gian Maria De Francesco