IL PROCURATORE sembra sfidare i nerazzurri: «Alla prescrizione si può rinunciare». La durissima relazione di Palazzi: «Violò l’art.1». Il 18 luglio la decisione sullo scudetto del 2006.
MILANO – «L’Inter violò l’articolo 1». Ossia c’è stato illecito sportivo. E’ questa la pesante affermazione contenuta nella relazione del procuratore della Figc Palazzi.
MOTIVAZIONI – Le motivazioni del procuratore sono un duro colpo inferto al club di Moratti. «Condotte tenute per ottenere un vantaggio in classifica», scrive ancora Palazzi. Che poi sembra sfidare i nerazzurri quando scrive: «Alla prescrizione si può rinunciare, si possono formulare più opportune istanze».
La Procura federale ritiene che le condotte messe in atto dai vertici del club nerazzurro, come documentato dalle intercettazioni evidenziate durante il processo penale di Napoli, fossero «certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale».
LE ACCUSE – Dai documenti secondo Palazzi «è emersa l’esistenza di una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale, instaurati, in particolare fra i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto (ma anche, sia pur in forma minore, con altri esponenti del settore arbitrale) ed il Presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti». «Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo con l’obiettivo, tra l’altro di condizionare il settore arbitrale». «La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti», afferma ancora la procura. Secondo la relazione, «assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra», si legge ancora. «In relazione a tali gare il presidente Facchetti si pone quale interlocutore privilegiato nei confronti dei designatori arbitrali, parlando con essi delle griglie arbitrali delle gare che riguardano la propria squadra nonchè della stessa designazione della terna arbitrale ed interagendo con i designatori nelle procedure che conducono alla stessa individuazione dei nominativi degli arbitri da inserire in griglia e degli assistenti chiamati ad assistere i primi».
ASSEGNAZIONE SCUDETTO – Palazzi sembra però ipotizzare che per quanto riguarda l’assegnazione dello scudetto 2005-2006, decisione che spetta ricordiamolo al Consiglio Federale che deciderà il prossimo 18 luglio, tutto potrebbe restare così com’è con il titolo assegnato all’Inter. «Si evidenzia che, – scrive Palazzi – dopo aver fatto cenno alla normativa federale e di settore e a pronunce della giurisprudenza amministrativa, il parere dei tre saggi è giunto alle seguenti conclusioni: a. in conseguenza dell’esposto, ove mai ne dovesse essere ravvisata la fondatezza, la revoca di un titolo di campione d’Italia è ipotizzabile, in astratto solo come conseguenza 3 dell’irrogazione da parte degli organi della giustizia sportiva, di una sanzione disciplinare per illecito sportivo ai sensi del C.G.S.; b. l’adozione di un provvedimento di revoca del titolo di campione d’Italia 2005-2006 da parte della FIGC appare infatti illegittima in ragione dell’inesistenza di norme fondanti il potere e del rispetto del principio generale dell’affidamento; c. un eventuale prowedimento della FIGC di revoca del titolo di campione d’Italia, essendo sussumibile tra le attività a valenza pubblicistica delle Federazioni sportive nazionali, dovrebbe garantire la partecipazione al procedimento del destinatario del provvedimento sfavorevole».
MORATTI – «Un attacco grave e assolutamente inaccettabile»: questo il commento del presidente dell’Inter Massimo Moratti. «Palazzi si sbaglia» ha aggiunto Moratti. Sulla vicenda interviene anche Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus: «Non credo proprio che la cosiddetta “banda degli onesti”, possa ancora chiamarsi così…». E ancora: «L’illecito dell’Inter non mi sorprende», ma «non ho alcuna sensazione di rivincita, ho solo la voglia e il desiderio di difendermi».
Un attacco “duro e inaccettabile” lo ha definito Massimo Moratti. La relazione di Stefano Palazzi sulla questione Scudetto 2006 ha lasciato sgomento il popolo nerazzurro che rispedisce al mittente le accuse, i dubbi, specie quando viene chiamato in causa Giacinto Facchetti l’allora presidente in carica. “Tutti con Facchetti, i tifosi per Giacinto”, è l’iniziativa che nasce dal sito dell’Inter. Dare un segnale forte, di protesta per ciò che i supporters non accettano: essere tirati in ballo nell’affare Calciopoli. La rivendicazione per lo Scudetto 2006, il 14.o della storia nerazzurra, parte da Facebook, dalla official Fan Page del club, ed è urlata a gran voce: “Quel tricolore è nostro, non si tocca”. Ciò che invece è stata toccata, in qualche modo sporcata, è l’immagine di Facchetti, per questo l’invito è quello ad inserire nel proprio profilo una foto dell’ex calciatore e dirigente dell’Inter. C’è chi riassume le qualità dell’uomo Facchetti citando la scritta sulla fascia di capitano di Javier Zanetti: “Tu sei tutto quello che un uomo dovrebbe essere! Ci mancherai…ciao Giacinto!”.
Poi continua la difesa della bontà delle azioni del club e riparte l’attacco, con toni diplomatici, alle volte ironici: “ “Presidente Moratti se legge ascolti la mia proposta: comperiamo da una squadra neopromossa il titolo per giocare in Premier League, trasferiamo la sede in una qualunque cittadina inglese e scrolliamoci di dosso un movimento calcistico che anche oggi ha dimostrato di non rispettarci!”.
I commenti si fanno duri, a volte offensivi e infine c’è chi invoca addirittura l’intervento di Mourinho, “predicatore” indimenticato e voce della verità del popolo nerazzurro. Chissà se questa volta José tornerà alla carica.
Redazione online