LE REAZIONI – Di pietro: le sentenze si rispettano. Ghedini: la cassazione annullerà. Marina Berlusconi: forsennata aggressione dei giudici contro mio padre. Il Pd: dichiarazioni eversive
MILANO – «È una sentenza che sgomenta e lascia senza parole»: lo afferma il presidente di Fininvest Marina Berlusconi, nella lunga dichiarazione dopo la sentenza del Lodo Mondadori. «È una sentenza che rappresenta l’ennesimo scandaloso episodio di una forsennata aggressione che viene portata avanti da anni contro mio padre – scrive ancora Marina Berlusconi – con tutti i mezzi e su tutti i fronti, compreso quello imprenditoriale ed economico». Dopo aver parlato di «attacco» da parte della magistratura milanese in particolare e del gruppo editoriale De Benedetti, il presidente Fininvest afferma che il risarcimento da 560 milioni di euro è «una somma spropositata», «addirittura doppia rispetto al valore della nostra partecipazione in Mondadori». «Neppure un euro è dovuto da parte nostra, siamo di fronte ad un esproprio che non trova alcun fondamento nella realtà dei fatti né nelle regole del diritto. Già in queste ore i nostri legali cominceranno a studiare il ricorso in Cassazione», conclude Marina Berlusconi.
CIR: LA POLITICA NON C’ENTRA – La Cir, in una nota diffusa dai legali Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, esprime «soddisfazione» per la condanna che «conferma ancora una volta che nel 1991 la Mondadori fu sottratta alla Cir mediante la corruzione del giudice Vittorio Metta, organizzata per conto e nell’interesse di Fininvest». «Con particolare soddisfazione – si legge ancora nella nota – si registra il passaggio della sentenza dove si riconosce che, corrompendo il giudice Metta, Fininvest tolse a Cir non la semplice chance di vincere nel 1991 la causa sul controllo del gruppo Mondadori -Espresso, ma la privò senz’altro di una vittoria che senza la corruzione giudiziaria sarebbe stata certa». La nota sottolinea inoltre che «il contenzioso giudiziario sul Lodo Mondadori, relativo a fatti avvenuti oltre venti anni fa, riguarda una storia imprenditoriale ed è completamente estraneo all’attualità politica».
PD: DICHIARAZIONI EVERSIVE – Ettore Rosato, esponente dell’Ufficio di presidenza del Gruppo del Pd alla Camera, commenta le dichiarazioni di Marina Berlusconi: «Era scontata la discesa in campo, con toni isterici, degli esponenti del Pdl a difesa dell’azienda del loro capo, anche se non è affatto giustificata perché le sentenze si rispettano. Preoccupano molto, invece, le dichiarazioni della stessa famiglia Berlusconi che sfiorano l’eversione e si pongono pericolosamente fuori dalla legalità».
DI PIETRO: SENTENZE SI RISPETTANO – «Le sentenze si rispettano e i danni si risarciscono. E se è vero, com’è vero, che Berlusconi è stato condannato in appello per danni causati a un altro gruppo imprenditoriale, significa che lui ci ha guadagnato illecitamente e l’altro ci ha rimesso. È inutile che Berlusconi e i suoi tentino di buttarla in politica, qui siamo solo di fronte a comportamenti truffaldini gravissimi». Lo afferma in una nota il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.
BINDI: CHIUDERE QUESTO VENTENNIO – «È una sentenza che come tutte le sentenze esecutive deve essere rispettata. Ho visto che faranno ricorso in Cassazione. Auguri, intanto dovranno comportarsi come tutti i normali cittadini. E da questa sentenza abbiamo capito chiaramente che quella norma messa in Finanziaria non era per tutti gli italiani, ma era per un italiano, guarda caso sempre lo stesso», ha detto la presidente del Pd Rosy Bindi. Per Bindi «è arrivato il tempo di chiudere questo ventennio» ed «è l’ora che l’Italia sia liberata da questa maggioranza, da questo presidente del Consiglio, da questo Governo».
CAPEZZONE: CLIMA DA PIAZZALE LORETO – «Credo che occorra togliersi le appartenenze politiche e di partito. Le sentenze vanno rispettate, ma questa a me pare enorme, abnorme. Rischia di essere una mazzata per un’azienda che dà posti di lavoro a moltissimi italiani». Lo ha detto il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. «C’è da troppo tempo, contro Silvio Berlusconi, un clima da Piazzale Loreto, con forsennati attacchi politici e personali», aggiunge Capezzone.
GHEDINI: CASSAZIONE ANNULLERA’ – «La Corte d’Appello di Milano ha emesso una sentenza contro ogni logica processuale e fattuale, addirittura ampiamente al di là delle stesse risultanze contabili che erano già di per sé erronee in eccesso, e addirittura superiore al valore reale della quota Mondadori posseduta da Fininvest». Lo dichiara il parlamentare del Pdl e legale del premier, Niccolò Ghedini. «È la riprova, se ve ne fosse stato bisogno, che a Milano è impossibile, quando vi è anche indirettamente coinvolto il presidente Berlusconi, celebrare un processo che veda la applicazione delle regole del diritto. E se la Corte d’Appello non sospenderà l’esecutività della sentenza, tale prova sarà ancora più evidente. Comunque la Corte di Cassazione non potrà che annullare questa incredibile sentenza».
BONDI: GIUSTIZIA VIOLENTA – «Di fronte alla sentenza Mondadori l’unica cosa che si può dire è che a questo punto solo degli osservatori neutrali, rappresentanti di istituzioni internazionali, sarebbero in grado di verificare le modalità anomale e violente, più simili a Paesi totalitari che a democrazie civili, in cui si esercita l’amministrazione della giustizia in Italia», è il commento dell’ex ministro Sandro Bondi.
STRACQUADANIO: SENTENZA COMPRATA – «La sentenza di oggi è l’ennesimo atto di una trama criminale di natura politico-giudiziaria ordita contro la discesa in campo di Silvio Berlusconi. È evidente a tutti che lo scopo di un manipolo di magistrati felloni e golpisti – che si annida nel palazzo di giustizia di Milano e gode di complicità a tutti i livelli politici, imprenditoriali e istituzionali – è il massacro politico, imprenditoriale e fisico del presidente del Consiglio». Lo dichiara – in una nota – Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl. La vicenda, per Stracquadanio, «dimostra che il vero modo con cui si comprano sentenze favorevoli a un gruppo di potere è quello di assecondare, con un sapiente uso dei mezzi di comunicazione di massa, il disegno politico della magistratura militante».
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