Paola Fallaci ha presentato un esposto alla procura di Firenze. Indagato il nipote di Oriana, figlio di Paola, ed erede universale, rigetta le accuse: sono addolorato
FIRENZE – Oriana Fallaci in procura ma non per difendere la sua attività di giornalista o di scrittrice. A finire davanti ai magistrati fiorentini, a cinque anni dalla morte, la sua eredità. È stata la sorella Paola a firmare un esposto che ha messo in discussione il testamento che indicava come erede universale il nipote Edoardo Perazzi, escludendo la sorella Paola e l’altro figlio, Antonio, fratello di Edoardo. Un esposto che ha già portato la Procura di Firenze a fare i primi accertamenti.
Edoardo è stato adesso iscritto dal procuratore aggiunto Giuliano Giambartolomei sul registro degli indagati con l’accusa di falso. Potrebbe non essere l’unico in questa storia che tra accuse e sospetti va avanti da anni. Nei giorni scorsi il nipote di Oriana ha ricevuto l’avviso di garanzia. Un atto dovuto dal momento che la Procura disporrà una perizia calligrafica su quella firma. «Sono sconvolto e addolorato — è stata la sua replica— sono accuse prive di fondamento. Ho fiducia nella magistratura, mi difenderò da queste accuse in sede giudiziaria» . Paola Fallaci è assistita dagli avvocati Mario Taddeucci Sassolini e Francesco Brizzi. I due dovrebbero tenere oggi una conferenza stampa per spiegarne i contenuti. La guerra in casa Fallaci è partita all’indomani della morte di Oriana: Paola ha sempre avuto dubbi su quel testo, poche righe che lasciavano gli ultimi beni di Oriana a Edoardo. «Il mio ex figlio» lo definisce Paola.
Una parte del patrimonio della giornalista-scrittrice, mentre lei era in vita, era stato già destinato all’Università del Laterano, guidata allora da monsignor Rino Fisichella, uno dei pochi che l’hanno accompagnata negli ultimi mesi della malattia, altri volumi vennero lasciati al Consiglio regionale della Toscana: testi e libri rari che dovrebbero costituire la base di un fondo a lei intitolato. A Edoardo andarono invece tutti i diritti dei libri— almeno secondo il testamento ora finito sotto inchiesta, compreso quello uscito postumo «Un cappello pieno di ciliege» — e alcune proprietà immobiliari come la casa di New York. Paola aveva già contestato l’uscita del libro postumo: «Non doveva essere pubblicato, è incompleto — aveva detto nel 2008 in un’intervista a Sky — manca la parte relativa al Novecento, quella a cui lei teneva di più. Quando i parenti di un grande artista hanno in mano il manoscritto non resistono alla tentazione di guadagnarci un sacco di soldi» . Ma già prima, nel 2006, poco dopo la morte della sorella, si era detta dispiaciuta «che Oriana non abbia pensato all’altro mio figlio, Antonio. È un mistero per me» .
Tesi ripetute anche in un’altra intervista, questa volta a Panorama, alcuni anni dopo. Un dubbio che adesso è all’attenzione della Procura. Che dovrà verificare l’esposto presentato dagli avvocati, dovrà riprendere in mano il testamento, sottoporlo a perizia, verificare con altri documenti se la firma corrisponde, parlare anche con i testimoni citati nel testamento (che hanno controfirmato l’atto negli Stati Uniti). Uno dei due avvocati di Paola Fallaci, Brizzi è stato per molti anni il legale che ha curato gli interessi di Oriana Fallaci. Forse è stata la conoscenza e l’esperienza che Brizzi ha avuto con la giornalista e scrittrice a dare conforto alla tesi della sorella. Edoardo ha sempre confermato che i rapporti tra le due sorelle erano complicati da molto tempo e che le intenzioni della giornalista erano chiare, anche sulla pubblicazione dell’ultimo libro, dopo la morte
Ma in cosa consiste questa eredità? Case, tanti libri e soprattutto i diritti derivanti dalla pubblicazione delle sue opere: ecco quello che Oriana Fallaci aveva messo al centro del testamento ora contestato. In realtà la sorte di buona parte del suo patrimonio librario Oriana Fallaci la decise già prima del testamento: gran parte di quel patrimonio, i libri più preziosi e rari, li destinò all’Università del Laterano, allora guidata da monsignor Rino Fisichella, tra le pochissime persone a starle vicino fino alla fine. Altro materiale di documentazione è assegnata invece al Consiglio regionale della Toscana e dovrebbe costituire la base di un fondo intitolato a nome della scrittrice. Ma la parte centrale del testamento, poche righe firmate negli Usa, è costituita da alcune proprietà immobiliari, tra cui la casa newyorkese di Oriana Fallaci, e i diritti sulle sue pubblicazioni che sono state lasciate in eredità al nipote. Tra i diritti anche quello sul libro uscito postumo, «Un cappello pieno di ciliege», la cui pubblicazione è stata curata proprio dal nipote.
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