Intervento con 400 uomini della polizia. Arrestato ex Banda della Magliana Sergio De Tomasi: gestiva una holding familiare da 100mila euro a settimana. Fu coinvolto nel sequestro Orlandi
ROMA – La Squadra Mobile di Roma, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha scoperto un giro di usura, riciclaggio ed estorsioni nella Capitale a capo del quale era Giuseppe De Tomasi, detto Sergione, uno dei boss della Banda della Magliana. Tra le vittime della maxi organizzazione, un centinaio, medici, imprenditori, commercianti e personaggi dello spettacolo. Molti di loro erano finiti nella rete degli strozzini attraverso il gioco d’azzardo, altri invece per far fronte a un personale tracollo economico.
Sergio De Tomasi, ex della Banda della Magliana (Proto) |
OPERAZIONE DA 400 POLIZIOTTI – Dopo un’indagine durata circa due anni e mezzo, il Gip del Tribunale di Roma ha disposto, su richiesta del Procuratore Distrettuale Giancarlo Capaldo e dal Sostituto Procuratore Francesco Minisci, il sequestro di 10 immobili, 9 società, 12 automezzi e 3 circoli dove si praticava il gioco d’azzardo. Il bilancio dei provvedimenti emessi oggi è di 11 arresti, 54 perquisizioni, il sequestro di 21 conti correnti, di 10 immobili, di 10 società, di 10 automobili, il tutto per un valore complessivo di 5 mln di euro. Nell’operazione sono stati coinvolti oltre 400 uomini della Polizia di Stato, coordinati dal Dirigente della Squadra Mobile Vittorio Rizzi. Sono 11 le ordinanze di custodia cautelare e 54 le perquisizioni attualmente in corso.
Da sinistra, il procuratore Capaldo e il capo della Mobile Rizzi (Proto) |
OMBRA CASO ORLANDI – Le indagini, in corso da quasi due anni, hanno permesso di ricostruire l’impressionante giro di affari che ruotava prevalentemente intorno alla famiglia di De Tomasi e che si può quantificare in movimentazioni di denaro per oltre 100.000 euro a settimana. De Masi, secondo il procuratore Capaldo, contattò telefonicamente il 28 giugno del 1983 la famiglia Orlandi, pochi giorni dopo la scomparsa di Emanuela, spacciandosi per Mario. E c’è il figlio Carlo Alberto che nel 2005 telefonò alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ invitando gli inquirenti a scoprire chi fosse sepolto nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare se si fosse voluto risolvere il giallo del sequestro dell’allora quindicenne cittadina vaticana. C’è anche Anna Maria Rossi, moglie di Giuseppe, sentita nell’ambito dell’inchiesta sulla Orlandi per capire che rapporti e tipo di frequentazione ci fosse tra De Tomasi senior e Enrico De Pedis, detto Renatino, che per gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo nel sequestro della ragazzina assieme ad altri soggetti che gravitavano intorno agli ambienti della Banda della Magliana.
L’organigramma dell’organizzazione familiare gestita da De Tomasi (foto Proto) |
«HOLDING FAMIGLIARE» – Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore Capaldo ha parlato di «gestione familistica delle proprie risorse da parte dei De Tomasi che avevamo messo in piedi una piccola holding criminale garantendosi una impermeabilità verso l’esterno e verso le forze di polizia. Ogni elemento della famiglia aveva ruoli e compiti ben precisi». I tassi praticati erano del 5 per cento al mese, quindi del 60 per cento nel giro di un anno. Nell’ambito di questa inchiesta sull’usura e sul gioco d’azzardo sono finiti in manette anche Arianna De Tomasi, figlia di Giuseppe, e poi la consuocera e il genero di quest’ultimo, oltre a Nataliya Dudakalo, ex fidanzata di Carlo Alberto.
ALEMANNO: DURO COLPO A CRIMINALITA’ – «Un ringraziamento alla squadra mobile di Roma guidata da Vittorio Rizzi e a tutti gli uomini della Polizia di Stato impegnati nella maxi operazione in corso dalle prime ore dell’alba». Lo dichiara il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Si tratta di un duro colpo delle Forze dell’Ordine contro la criminalità, nello specifico l’usura e il riciclaggio nella Capitale – aggiunge il Sindaco – con un’impressionante giro d’affari che ha coinvolto centinaia di vittime e che contava fra gli affiliati anche nomi già noti. Mi auguro che dopo questa operazione, preceduta da anni di indagini, vengano assicurati alla giustizia in modo definitivo gruppi criminali che hanno causato danni gravissimi alla città e ai suoi cittadini».
Redazione online