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Intercettazioni, Brooks si è dimessa

James murdoch: «compreremo pagine dei giornali per scusarci con l’inghilterra». L’amministratore delegato della News Corp ha lasciato: «Voglio ribadire il dispiacere per ciò che è accaduto»

LONDRA – E alla fine si è dimessa. Rebekah Brooks, amministratore delegato della News Corp, ha lasciato l’incarico. Nonostante l’appoggio incondizionato di Rupert Murdoch. Al suo posto Tom Mockridge di Sky Italia. La rossa ha dovuto cedere alle pressioni di che la voleva fuori dal gruppo, trascinato nello scandalo intercettazioni illegali. Un’indagine che ha portato l’arresto di nove persone, tra poliziotti e giornalisti. E di cui molti credono abbia diretta responsabilità. A cominciare da un importante azionista del gruppo, Al Walid bin Talal. Il miliardario saudita aveva chiesto la testa della Brooks, proprio giovedì.

L’ADDIO- Non si sa se Murdoch lo abbia accontentato, oppure sia stata una scelta dettata dal senso di «responsabilità». Sia come sia, il finale non cambia. Rebekah se ne va. Per la gioia del premier David Cameron, «decisione giusta». La Brooks avrebbe salutato tutti i dipendenti del gruppo con un’email. «Ritenevo che la cosa giusta e responsabile fosse quella di guidarci attraverso la crisi. Tuttavia il mio desiderio di rimanere sul ponte di comando ha messo la mia persona al centro del dibattito», ha scritto. E proprio perché «la reputazione del gruppo, come la libertà di stampa sono a rischio», è meglio lasciare. La rossa ha poi ringraziato Rupert e James Murdoch «per il sostegno». Ma ora è il «momento di concentrarsi su come correggere i travisamenti e respingere le accuse per quanto riguarda la mia carriera di giornalista, direttrice e dirigente». Insomma «le mie dimissioni mi permettono di avere la libertà e il tempo di dare la mia piena collaborazione a tutte le indagini attuali e future, alle inchieste della polizia e di rendermi disponibile al Cms (Commissione per cultura, media e sport)». In molti pensano che sia stata proprio la Brooks a dare il via alle intercettazioni illegali che hanno portato all’ascolto di 4mila telefoni. E poi aggiunge: « Come chief executive della compagnia, sento una grande responsabilità per le persone che abbiamo ferito e voglio ribadire il mio dispiacere per ciò che solo ora apprendiamo è accaduto», riferendosi alle intercettazioni effettuate per conto di News of the World dei telefoni dei familiari di Milly Dowler, la ragazzina rapita e poi assassinata in Gran Bretagna nel 2002 e che ha dato il via allo scandalo.

IL CAMBIO– Il posto della Brooks verrà occupato da Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia. Mockridge assumerà il ruolo con effetto immediato. Laura Cioli, Chief Operating Officer, e Domenico Labianca, Chief Finance Officer, assumeranno ad interim le responsabilità di Tom Mockridge in Sky Italia riportando a James Murdoch, Deputy Chief Operating Officer e Chairman and CEO, International, News Corporation. La decisione di nominare Mockridge pare sia di James Murdoch: « Tom è un manager straordinario, con un’ esperienza unica nelle nostre aziende che si occupano di giornalismo e televisione», si legge in una nota. E annuncia che «il gruppo chiederà scusa all’Inghilterra per lo scandalo con inserzioni sui giornali».

L’INTERVISTA– Una posizione alquanto diversa da quella presa dal padre poche ore prima. La crisi del gruppo? «È stata gestita molto bene». Le accuse del Parlamento? «Bugie». E Gordon Brown? «Si è sbagliato». In un’intervista al Wall Street Journal (di cui è proprietario), racconta la sua verità, difende News Corporation e annuncia un «protocollo di comportamento per i giornalisti». Una condotta morale per non ricadere negli stessi errori. E ricevere gli attacchi della stampa, anche se non se ne cura perché «mi annoiano e sono sicuro che me ne farò una ragione».

GLI AFFARI- Ma la bufera che si sta abbattendo su di lui sembra non preoccuparlo. Per nulla. Anche perché «sono stati commessi errori minori. Di poco conto». Ma tutto verrà chiarito. E proprio in nome della trasparenza, i Murdoch si presenteranno alla Camera dei Comuni inglese per dare la loro versione dei fatti martedì. Nonostante avesse declinato l’invito in una lettera. Una marcia indietro per screditare «le bugie di molti parlamentari». Con lui andrà il figlio James. La cui posizione, spiega il magnate, «non è cambiata. Ha fatto quello che doveva, quando poteva». E poco importa se l’affare di BskyB è saltato, «troveremo una compagnia migliore per investire i nostri soldi». Una difesa che si conclude con l’affaire Gordon Brown. Il cui telefonino, sarebbe stato spiato per anni. «Non è vero. Ha sbagliato completamente. I Brown sono sempre stati amici nostri», o almeno fino a quando il Sun ha smesso di appoggiare il partito nelle ultime elezioni. Ma ora è il momento di pensare al gruppo. E chissà se la nuova nomina di Tom Mockridge sia in realtà la bussola giusta per uscire dalla tempesta.

Benedetta Argentieri

Intercettazioni, Brooks si è dimessaultima modifica: 2011-07-15T18:28:09+02:00da
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