Indagine P4 / la Procura di Napoli ha chiesto l’arresto. La decisione del Consiglio superiore della magistratura sul magistrato parlamentare del Pdl sotto inchiesta
MILANO – La Prima sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha deciso sabato mattina la sospensione, in via cautelare, di Alfonso Papa dalle funzioni e dallo stipendio. Con questa decisione, il magistrato parlamentare del Pdl sotto inchiesta nell’indagine P4, per il quale la Procura di Napoli ha chiesto l’arresto, non percepirà lo stipendio come giudice nemmeno nel caso in cui si dimettesse da Montecitorio. La delibera del Csm è stata presa a porte chiuse dopo l’audizione dello stesso Papa.
LA GIUNTA E L’AULA – Venerdì la giunta per le autorizzazioni della Camera ha votato sì all’arresto del deputato del Pdl. Il partito del premier ha abbandonato i lavori per protesta, mentre la Lega si è astenuta, anche se Bossi aveva chiesto di votare. Sulla vicenda il governo è diviso. Il premier Silvio Berlusconi vuol salvare il deputato, che si è autosospeso dal suo gruppo alla Camera. Mentre secondo il leader del Carroccio Papa deve andare in galera. L’ultima parola spetta ora all’Aula: la richiesta d’arresto arriverà a Montecitorio mercoledì 20 luglio. Papa andrebbe in carcere con tutti i benefici appartenenti alla carica di parlamentare: diritto a percepire l’indennità parlamentare e a presentare proposte di legge, interrogazioni, interpellanze e mozioni.
«BATTAGLIA PER RIAVERE L’ONORE» – «Sto conducendo una battaglia di verità nelle sedi istituzionali, la condurrò nel processo» per «ricostruire la verità e riavere l’onore che come uomo, magistrato, politico e cittadino è stato attaccato nel corso di questi mesi» ha detto il magistrato parlamentare a SkyTg24. «Ho vissuto quasi sette mesi di travaglio mediatico, attacchi e fango – ha aggiunto Papa -, rispetto ai quali mi sono chiuso nel riserbo più totale, sto lavorando per accertare la verità. Sull’ipotesi del carcere la valutazione spetta all’Aula sovrana».
Redazione online