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Omicidio Rea, arrestato Parolisi

Relazione con soldatessa possibile movente. Omicidio aggravato da crudeltà è il reato contestato. Lo inchiodano i risultati dell’autopsia e alcune foto

ASCOLI PICENO – Salvatore Parolisi è stato arrestato per l’omicidio della moglie Melania Rea. Gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare e il caporalmaggiore dell’esercito è stato prelevato dalla caserma Clementi di Ascoli dove era tornato a lavorare lo scorso lunedi. L’uomo si trova nella caserma dei carabinieri, alla presenza dei suoi legali, che non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Non risultano altre persone iscritte nel registro degli indagati. L’interrogatorio di garanzia è atteso per mercoledì.

ACCUSE GRAVISSIME – Le accuse mosse al marito di Melania Rea sono gravissime: omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela e crudeltà (pena che prevede l’ergastolo) e vilipendio di cadavere in eventuale concorso con altri. I reati contestati a Salvatore Parolisi aprono anche alla possibilità che le ferite post mortem sul cadavere di Melania siano state inferte da persona diversa rispetto al marito, ipotesi che comunque gli inquirenti ritengono poco verosimile. I motivi per cui il polol di magistrati ascolani ha deciso la detenzione in carcere per Parolisi sono pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Il gip di Ascoli Carlo Calvaresi aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare lunedì, poi eseguita martedì mattina, accogliendo la richiesta della Procura, che chiedeva l’arresto del caporalmaggiore dell’esercito per l’omicidio volontario aggravato della moglie. Intanto gli atti dell’inchiesta, come deciso dal Gip, verranno trasferiti a Teramo: il luogo in cui è stato trovato il cadavere di Melania, Ripe di Civitella, si trova infatti nel teramano. «Il più è fatto – ha commentato il procuratore capo di Ascoli Michele Renzo – e non abbiamo intenzione di estendere i nostri tentacoli in Abruzzo». Melania Rea, la 29enne di Somma Vesuviana, è stata massacrata lo scorso 18 aprile con 33 coltellate. Il suo cadavere era stato trovato due giorni dopo.

RELAZIONE EXTRACONIUGALE – Per i magistrati ascolani un ruolo importante nell’omicidio di Melania Rea l’ha avuto la relazione fra Salvatore Parolisi e Ludovica, la soldatessa conosciuta nel 235 Rav Piceno durante un corso di addestramento e della quale il caporalmaggiore era diventato amante. Molto importanti i messaggi scambiati su Facebook da Salvatore con l’avatar «Vecio alpino», precipitosamente cancellato il 19 aprile, all’indomani della «scomparsa» della moglie. Messaggi che sono stati recuperati grazie a una rogatoria internazionale e dai quali si percepirebbe la pressione che Ludovica faceva su Salvatore affinchè lasciasse sua moglie per dedicarsi esclusivamente a lei, tanto che a Pasqua, Salvatore Parolisi doveva recarsi a Roma per conoscere i genitori di Ludovica. Quel giorno Parolisi si sarebbe dovuto presentare dall’amante già con la notizia che aveva lasciato la moglie. Nell’ordinanza del gip vengono evidenziati anche i comportamenti tenuti da Parolisi dopo aver denunciato la scomparsa della moglie. In particolare il fatto di non aver partecipato alle ricerche, ma di essersi piuttosto preoccupato di cancellare il profilo su Facebook col quale chattava con Ludovica.

AUTOPSIA E FOTO – Ad inchiodare il caporalmaggiore – secondo quanto si legge nell’ordinanza – sono stati i risultati dell’autopsia effettuata dai medici legali Adriano Tagliabracci e Sabina Canestrai, che hanno stabilito che Melania è stata uccisa proprio nel lasso di tempo in cui il marito dice che si trovava con Melania e la figlioletta a colle San Marco (Ascoli Piceno). Il gip ha aggiunto alle 88 pagine della richiesta di arresto un altro paio di pagine con considerazioni personali sulla possibile dinamica dell’assassinio della giovane mamma di Somma Vesuviana. Allegate anche le foto e le ricostruzioni,tra cui le immagini scattate dai ragazzi dell’istituto tecnico per geometri di Ascoli che si trovavano anche loro al pianoro. Nelle istantanee scattate con i telefonini, non si vedono mai Salvatore, Melania e la piccola Vittoria. Grande importanza in particolare viene data alle testimonianze delle persone sentite dai carabinieri durante questi tre mesi di indagini. Tra i comportamenti sospetti, che per la magistratura ascolana testimoniano la colpevolezza di Parolisi, c’è anche la vicenda del riconoscimento del luogo dove la donna venne ritrovata il 20 aprile scorso.

LE REAZIONI – «Abbiamo chiesto che la piccola Vittoria stia con i nonni materni, ma è giusto che possa continuare a vedere i famigliari di Salvatore. Loro lo difendono ed è naturale che sia così». Michele Rea, fratello di Melania, parla della piccola nipote: «La bambina ora è da noi. Dobbiamo tutelarla, per lei sogniamo un futuro sereno e una esistenza tranquilla». Vittoria, che porta lo stesso nome della nonna materna, dopo la morte della mamma è stata in parte con il padre, quando il lavoro glielo consentiva, e in parte con i Rea. A proposito dell’arresto del cognato, Michele Rea ha commentato: «Speriamo che possa essere la fine di un incubo. Ci auguriamo che si possa arrivare a chiudere questo cerchio – ha aggiunto – È una notizia che mi fa stare male, anzi malissimo». Mauro Gionni, avvocato della famiglia Rea, ha invece dichiarato: «L’arresto era nell’aria. Ora bisognerà leggere l’ordinanza del gip. Ma già dalla perizia medico legale emergevano grandi elementi a carico di Parolisi. L’arresto è la diretta conseguenza delle indagini sin qui svolte».

Redazione online

Omicidio Rea, arrestato Parolisiultima modifica: 2011-07-19T12:26:18+02:00da
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