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Bimbi tolti ai genitori per un disegno, tutti assolti. La madre: «Che schifo»

Basiglio – i due fratellini, di 13 e 9 anni, furono ospitati in comunità per 69 giorni. Il pm aveva chiesto l’assoluzione: «Tutti commisero errori, ma non fu commesso nessun reato penale»

MILANO – I giudici della quinta sezione penale del tribunale di Milano hanno assolto «perché il fatto non sussiste» tutti gli imputati nell’ambito del processo avviato sui fratellini di Basiglio, tolti alla famiglia per un disegno osè. L’assoluzione era prevedibile dopo che lo stesso procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno l’aveva chiesta per i cinque imputati: una preside, due maestre, uno psicologo e un’assistente sociale. Erano accusati, a vario titolo, di falsa testimonianza, falso ideologico e lesioni colpose per i traumi che avrebbero provocato, in particolare al ragazzino di 13 anni. Il pm aveva chiesto l’assoluzione spiegando, nella requisitoria del processo a porte chiuse, che l’allontanamento dei due bambini dai loro genitori è stato profondamente sbagliato e che sono stati commessi tutti gli errori possibili in questa vicenda. Però, aveva sottolineato il magistrato, questi errori non hanno un rilievo penale. Alla lettura della sentenza erano presenti quattro degli imputati, alcuni dei quali sono anche scoppiati a piangere per la gioia e si sono abbracciati.

LA RABBIA DELLA MAMMA – «Non esiste, che schifo, che schifo la legge italiana. Scusatemi eh?!». Così, subito dopo la lettura del dispositivo, la mamma dei due bambini ha commentato la sentenza di assoluzione. «Ma come si permettono? – si è sfogata la mamma -. Hanno rovinato due bambini questi signori qua». In particolare il figlio maggiore, portato via da casa proprio il giorno del suo compleanno, era rimasto traumatizzato. «Il bambino non ha dimenticato il volto di chi l’ha sbattuto in auto, strappato all’abbraccio della madre, minacciato, obbligato — senza riuscirci — a confessare pensieri e azioni mai fatti», aveva raccontato il padre. Più pacato, ma dello stesso tenore, il commento del legale della famiglia, Stefano Toniolo: «Siamo amareggiati, anche se temevamo questo verdetto, fatichiamo a capacitarcene. Leggeremo le motivazioni della sentenza».

LA VICENDA – Il 14 marzo del 2008 la bambina, di 9 anni, e il fratello di 13 anni erano stati tolti ai loro genitori per 69 giorni ed erano strati costretti a vivere in due diverse case d’accoglienza. Gli insegnanti della scuola frequentata dalla piccola, infatti, avevano segnalato ai servizi sociali di aver trovato un mese prima un disegno con allusioni erotiche sotto il banco della bambina. Tra gli operatori scolastici era nato il sospetto di relazioni malsane tra lei e il fratello, ed era partita una segnalazione alle autorità. Poi però, dopo che i bambini erano stati allontanati dalla famiglia, su disposizione del Tribunale per i minorenni, era emerso che a realizzare quel disegno era stata un’altra alunna e attorno al caso dei bimbi di Basiglio si erano mobilitate associazioni e politici, con fiaccolate ed altri eventi. Stando alle indagini coordinate dal pm Marco Ghezzi (poi andato in pensione), la preside e le due maestre avrebbero testimoniato il falso davanti ai magistrati, non raccontando che il disegno era stato fatto da un’altra alunna, pur sapendolo. Secondo il procuratore Forno, invece, gli inquirenti in realtà non glielo avevano mai domandato. Lo psicologo e l’assistente sociale, sempre secondo l’accusa, avrebbero costretto il fratello a confermare i sospetti sul disegno. Da qui l’accusa di lesioni colpose. Per il procuratore Forno però non è stato dimostrato il nesso causale tra le frasi dette dai due imputati al ragazzino e un eventuale trauma psicologico subito.

«NON SOLO PER IL DISEGNO» – «Capisco che è triste, però bisogna uscire dalla banalità con cui è stato trattato questo caso, perché si è parlato di questa vicenda come se l’allontanamento fosse stato disposto sulla base di un disegno e non è così», ha dichiarato l’avvocato Vinicio Nardo, difensore della preside. «La preside viene accusata di non aver parlato del disegno nella relazione ai servizi sociali e nella testimonianza, ma la vicenda è più complicata perché il disegno era solo il corollario necessario all’allontanamento – ha proseguito il legale -. Il comportamento della preside è stato legittimo. Se altri hanno sbagliato… lei non ha sbagliato nel fare quella relazione». Per Nardo, in ogni caso, «la vicenda è triste», ma va considerato che «c’è anche chi ha subito anni di processi».

Redazione online

Bimbi tolti ai genitori per un disegno, tutti assolti. La madre: «Che schifo»ultima modifica: 2011-07-21T16:23:53+02:00da
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