«Norvegia mai colpita così dalla seconda guerra mondiale». Fermato uomo con coltello. Stoltenberg a Utoya per rendere omaggio ai caduti. Anche i suoi figli, illesi, erano al meeting laburista
Una bomba e una sparatoria. Il giorno dopo gli attentati che hanno colpito la Norvegia, il bilancio delle vittime non è ancora definitivo. Sette persone sono morte nell’esplosione avvenuta tra i palazzi del governo, a Oslo. Più grave la situazione a Utoya, la piccola isola a 35 chilometri dalla capitale, dove un norvegese vestito da poliziotto ha aperto il fuoco durante il meeting estivo dei giovani laburisti provocando oltre 80 morti. Sull’isola è arrivato il premier Jens Stoltenberg. Davanti all’hotel dove alloggia il primo ministro è stato fermato un ragazzo con un coltello. A quanto egli stesso ha affermato prima di essere fatto salire sull’auto della polizia, sarebbe però un membro dei giovani laburisti.
Arrestato un norvegese – Nonostante la rivendicazione su Internet di un gruppo jihadista, nella serata di venerdì 22 luglio si è rafforzata l’ipotesi che lega gli attacchi a gruppi eversivi locali. Un norvegese di 32 anni, Anders Behring Breivik, è stato arrestato subito dopo la strage di Utoya
L’uomo, sospettato di essere l’autore del duplice attentato, aveva opinioni ostili all’islam, secondo quanto riferito dalla polizia norvegese. Gli elementi pubblicati dal sospetto su internet lasciano pensare che “ci siano caratteristiche tendenti alla politica di destra e anti-musulmana, ma è troppo presto per dire se questo sia un motivo per il suo gesto”, ha detto il commissario di polizia Sveinung Sponheim alla tv pubblica Nrk. Secondo la Bbc le autorità avrebbero trovato altre bombe inesplose sull’isola.
Le testimonianze da Utoya – “Camminava lentamente lungo l’isola e ha sparato contro tutti. Poi si è avvicinato verso il posto dove ero seduta e ha aperto il fuoco uccidendo subito dieci persone. La cosa strana è che era così calmo. Sono riuscita a salvarmi perché mi sono buttata in acqua”. Così una giovane sopravvissuta alla sparatoria sull’isola di Utoya, ha raccontato alla Tv TV2 la dinamica dell’attacco che ha provocato 80 morti.
“Ci siamo riuniti per parlare di quanto era appena accaduto a Oslo quando abbiamo sentito gli spari. Sul momento non gli abbiamo dato importanza, poi tutti hanno iniziato a scappare”, ha detto un’altra ragazza di appena 16 anni. E ancora: “Ho visto un poliziotto con i tappi per le orecchie. Ha detto: ‘Vorrei riunirvi tutti’. Poi ha iniziato a sparare. Siamo corsi sulla spiaggia e abbiamo iniziato a nuotare verso la terraferma”, ha detto la ragazza raccontando che l’autore della strage ha sparato anche in acqua. In molti hanno cercato rifugio in altre case mentre gli spari continuavano, altri invece sono fuggiti nei boschi o via mare.
Il governo: “Non c’è motivo di alzare il livello di rischio” – Il primo ministro norvegese Jens Stoltenberg ha definito “una tragedia nazionale” il doppio attacco. “Mai dalla seconda guerra mondiale il nostro paese è stato colpito da un crimine di questa portata”, ha detto il premier. “Fino ad ora non c’è motivo di alzare il livello di rischio” che grava sulla Norvegia, ha detto il ministro della giustizia norvegese Knut Storberget.
La condanna della comunità internazionale – Immediate sono arrivate le condanne di quanto accaduto: dagli Stati Uniti il presidente Barack Obama ha affermato che gli eventi di Oslo ricordano l’importanza della lotta al terrorismo, mentre il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, si è detto “scioccato”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha condannato il “vile atto terroristico” mentre il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha espresso la sua vicinanza alla Norvegia. Ferma condanna anche dalla Nato.
Gli edifici colpiti a Oslo – L’esplosione di Oslo ha mandato in frantumi le finestre dell’edificio di 17 piani che ospita l’ufficio del premier, che però non era all’interno del palazzo, e i vicini ministeri, tra cui quello del Petrolio, dove è scoppiato un incendio.
L’esplosione ha danneggiato anche la sede del più grande tabloid norvegese, ‘VG’, che è poco distante dalla sede del governo.