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Debito Usa, è stallo. Borse in rosso

I cittadini Usa intasano le linee telefoniche del Congresso per fare pressione sugli eletti. Crescono i timori di un default americano. Piazza Affari in territorio negativo trascinata dai bancari

WASHINGTON – I mercati non accolgono con favore lo stallo nelle trattative per l’innzalzamento del tetto del debito Usa. Dopo due sedute negative, i principali indici europei sono partiti in rosso anche mercoledì. Piazza Affari ha avviato le contrattazioni con l’indice Ftse Mib in flessione dello 0,87%. Dopo un’ora di contrattazioni ha ampliato il calo (-2,31%) penalizzata dalle banche. A metà giornata ha poi ridotto le perdite (-1,3%) in concomitanza con il calo del rendimento del Btp decennale, che dimezza l’incremento a 8 punti base. Arginano le perdite Unicredit (-3,05%), Intesa Sanpaolo (-3,93%) e Banco Popolare (-2,86%), insieme a Bpm (-1,38%). Migliora Fiat (-0,56%), mentre riparte Fiat Industrial (+2,61%), già positiva due giorni fa dopo i risultati trimestrali. Sugli scudi Impregilo (+3,92%), sull’ipotesi di un rassetto tra i soci, con i Ligresti pronti a cedere la propria quota del 33,3% in Igli, la holding paritetica a monte del colosso delle costruzioni, al gruppo Gavio e ai Benetton. Sprint di Italcementi (+2,86%) e Luxottica (+1,38%), mentre tra i gruppi che presentano oggi i conti trimestrali Snam cede l’1,33%, Pirelli guadagna lo 0,28%, Mediolanum cede l’1,64% e Ti Media appare invariata. Balzo dei rendimenti sopra la soglia del 4% nell’asta dei Btp decennali assegnati mercoledì dal Tesoro. Buona la domanda, pari a 1,593 miliardi, contro i 942 assegnati. La cedola lorda è salita al 4,07% con un incremento di 156 punti base. Londra cede lo 0,27%, Francoforte lo 0,38% e Parigi lo 0,6%. Sui mercati resta la preoccupazione per un possibile default degli Usa e per un contagio in Europa della crisi greca. A Tokyo l’indice Nikkei è sotto pressione anche per i nuovi minimi degli ultimi 4 mesi segnati dal dollaro contro lo yen, a quota 77,70, nelle contrattazioni sui mercati valutari nipponici.

LE TELEFONATE AL CONGRESSO – Hanno ripercussioni sulle Borse dunque i timori legati alla prospettiva di un downgrade del debito Usa se non verrà trovato un accordo entro il 2 agosto. Negli Stati Uniti, intanto, la Camera dei Rappresentanti ha fatto slittare fino a giovedì il voto sul piano repubblicano per aumentare il tetto del debito, perché l’ufficio bilancio del Congresso ha dimostrato che la proposta per ridurre il deficit non raggiungerebbe l’obiettivo dei 1.200 miliardi di risparmio. Cresce dunque l’ansia tra gli investitori e il popolo americano che vedono allontanarsi l’ipotesi di compromesso sul piano di innalzamento del debito pubblico. E la Casa Bianca ha fatto sapere di lavorare in queste ore a un piano B. L’appello del presidente Barack Obama per un compromesso sull’aumento del tetto del debito finora è caduto nel vuoto in Congresso, con i partiti che continuano a duellare. Ma è stato recepito dagli americani che, in massa, hanno intasato le linee della Camera per esercitare quella pressione sugli eletti che il presidente americano ha chiesto nel discorso alla nazione.

IL VETO DELLA CASA BIANCA – A meno di una settimana dalla scadenza 2 agosto che innescherebbe un default con conseguenze disastrose sui mercati globali, i leader repubblicani e democratici profondamente divisi ancora stentano a trovare un terreno comune di intesa. Dopo settimane di aspro confronto, sono emersi i contorni di un possibile accordo, ma repubblicani e democratici si rimpallano l’un l’altro l’accusa di non accettare alcune richieste-chiave e si incolpano a vicenda di anteporre la politica agli interessi nazionali. Il voto su una proposta dello speaker dell Camera dei Rappresentanti, John Boehner, per uscire dall’impasse non si avrà prima di giovedì; e questo comporta il rischio di un ulteriore slittamento nei negoziati sull’innalzamento del tetto del debito, richiesto dal Tesoro prima del 2 agosto per rispettare i suoi impegni di pagamento. Un default sarebbe – evidenzia la Casa Bianca – un «cataclisma» sull’economia, ma i repubblicani non cedono e Boehner, lancia la sfida: «Abbiamo i voti alla Camera e in Senato per far passare» il piano su un aumento del tetto del debito in due fasi. Una misura alla quale la Casa Bianca si oppone fermamente e sulla quale «minaccia il veto»: se la ricetta Boehner fosse approvata in Congresso e arrivasse al presidente per la firma, Obama opporrebbe il proprio no e rischierebbe di trovarsi sulla spalle la responsabilità di un default.

ALLA RICERCA DI UN COMPROMESSO – Il piano di Boehner si oppone a quello del leader della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid. La Casa Bianca e buona parte degli eletti al Congresso puntano a un compromesso tra i due testi, ma Harry Reid ha detto che i negoziati non riprenderanno fino a che la proposta di Beohner non sarà esaminata dal Congresso. La proposta dello speaker repubblicano avrebbe dovuto essere presentata mercoledì ai rappresentanti del Congresso, ma uno studio dell’ufficio Bilancio del Congresso, un organo bipartisan, ha dimostrato che il risparmio garantito dal quel piano sarebbe di 850 miliardi in dieci anni (e non 1.200 come affermato da Boehner). E l’annuncio ha scatenato la rabbia degli uomini del Tea Party, il movimento ultraconservatore repubblicano, almeno dieci dei quali hanno annunciato che avrebbero votato contro la proposta del loro ‘speaker’. Il portavoce di Boehner, Michael Steel, si è affrettato ad annunciare che l’ufficio dello speaker sta rivedendo la proposta per «rispettare la nostra promessa».

Redazione online

 

Debito Usa, è stallo. Borse in rossoultima modifica: 2011-07-27T12:39:43+02:00da
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