L’EX PRESIDENTE NELLA GABBIA DEGLI IMPUTATI IN BARELLA. È accusato di omicidio premeditato nei confronti dei manifestanti morti in piazza Tahrir. «Sono innocente»
IL CAIRO – Omicidio premeditato nei confronti dei manifestanti durante la rivoluzione di gennaio. È la pesante accusa formulata, durante la requisitoria, dal rappresentante della procura egiziana, nei confronti dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak e dell’ex ministro dell’Interno Habib el Adly. Ma Mubarak e i suoi figli Gamal e Alaa non ci stanno e hanno respinto le imputazioni relative all’uccisione di manifestanti di piazza Tahrir, proclamandosi innocenti. «Respingo completamente tutte le accuse», ha dichiarato l’ex presidente egiziano. Se riconosciuto colpevole, Mubarak rischia la pena di morte.
LE ALTRE ACCUSE – «Hosni Mubarak deve rispondere di tutte le violenze commesse contro i manifestanti tra il 2000 e il 2010, non solo di quelle avvenute durante la rivolta dello scorso gennaio», ha proseguito il procuratore. Nella sua requisitoria, il procuratore ha letto i nomi delle vittime mentre, tra il pubblico, alcuni scoppiavano a piangere. L’ex presidente, ha aggiunto il procuratore passando agli altri capi di imputazione, entrò illegalmente in possesso di cinque ville, del valore di 39 milioni di sterline, e ottenne guadagni illeciti nella vendita di gas naturale ad Israele.
UDIENZA RINVIATA – La prossima udienza del processo è stata fissata al 15 di agosto. Intanto l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak rimarrà al Cairo durante lo svolgimento del processo: lo ha annunciato l’agenzia di stato Mena. Il rais sarà ricoverato nell’ospedale annesso all’Accademia della polizia. Le sue condizioni di salute saranno seguite da un’equipe medica che ne accerterà l’idoneità a comparire in aula.I pubblici ministeri del processo a carico dell’ex presidente hanno chiesto, però, che l’ex rais venga trasferito nell’ospedale del carcere di Tora, dove sono già detenuti i figli Alaa e Gamal. L’ex «faraone» resterà però all’interno dell’ospedale dell’Accademia della polizia, nel periodo in cui si svolgerà il processo a suo carico iniziato oggi. Secondo la tv araba Al Jazeera, che cita fonti ufficiali, la decisione è stata presa per permettere all’ex presidente di presenziare a tutte le sedute del processo.
ARRIVATO DA SHARM – Per raggiungere l’aula dell’Accademia di polizia del Cairo, Hosni Mubarak ha lasciato l’ospedale di Sharm el-Sheikh, dove era ricoverato da mesi, è ha raggiunto la capitale dopo essere stato trasferito a bordo prima di un velivolo militare e poi di un elicottero. Centinaia di agenti in assetto antisommossa sono dispiegati per dividere i manifestanti pro e contro Mubarak, che hanno dato vita una fitta sassaiola davanti ad uno degli ingressi dell’accademia di polizia: il bilancio provvisorio è di 19 persone ferite.
IN BARELLA – Mubarak è nella gabbia degli imputati ed è disteso su una barella. L’ex presidente è apparso vigile e ha scambiato alcune parole con il figlio Gamal. I figli dell’ex rais sono entrati nella gabbia degli imputati indossando la tuta bianca dei detenuti. La grossa gabbia di metallo per gli imputati si trova in una hall che può ospitare centinaia di persone, lo stesso posto dove due giorni prima dell’inizio delle proteste (il 25 gennaio scorso) Mubarak lodò il lavoro della polizia nel garantire la sicurezza in Egitto.
GLI ALTRI IMPUTATI – Sono dieci gli imputati nella gabbia nella prima giornata del processo all’ex rais Hosni Mubarak. Oltre a Mubarak, sono presenti i figli Alaa e Gamal, è imputato al processo per la violenta repressione anche l’ex ministro dell’Interno Habib el Adly e sei suoi collaboratori. In particolare, si tratta di: Ahmed Ramzy, ex capo della sicurezza centrale, Adly el Fayed, ex direttore del dipartimento della sicurezza generale, Hassan Abdel Rahman, ex capo della sicurezza di Stato, Ismail el Shaer, ex capo della sicurezza del Cairo, Osama Youssef Ismail, ex capo della sicurezza di Giza e attualmente assistente del ministro dell’Interno per l’addestramento degli agenti, Omar el Faramawi, direttore della sicurezza della zona del 6 ottobre al Cairo. È imputato ma contumace Hussein Salem, uomo d’affari vicino al clan Mubarak e attualmente in Spagna. Tutti gli imputati, tranne Salem, sono presenti al processo questa mattina.
AVVOCATI DELLE VITTIME – Gli avvocati delle vittime della repressione della rivoluzione egiziana hanno chiesto la convocazione di Hussein Tantawi, attuale capo del Consiglio supremo delle Forze armate egiziane. I legali hanno anche chiamato il generale Sami Annan, ai vertici dell’esercito nelle giornate della rivoluzione, per spiegare chi è stato a ordinare alla polizia e all’esercito di aprire il fuoco sui manifestanti e di reprimere le proteste, come sostenuto dalla procura. In particolare i legali delle vittime hanno chiesto di poter ascoltare le registrazioni delle comunicazioni telefoniche avvenute in quei giorni tra i vertici dello Stato.
«SARA’ UN PROCESSO GIUSTO» – Il giudice Ahmed Rifaat, che ha aperto ufficialmente il processo contro Hosni Mubarak, ha dichiarato: «Vogliamo lavorare in completa calma e fare un processo giusto, nell’interesse del popolo». Rifaat presiede la corte composta da tre magistrati. Quella di oggi è la prima apparizione pubblica di Mubarak dal giorno della sua destituzione, l’11 febbraio.
Redazione online