IL VERTICE SULLA CRISI TRA GOVERNO-PARTI SOCIALI. BERLUSCONI: «PATTO ENTRO SETTEMBRE». Sei interventi per la crescita proposti da sindacati banche e imprese che chiedono serietà: «Basta scorciatoie»
ROMA – «Decidiamo insieme cosa possiamo fare». Così il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, a imprese e sindacati nel corso del vertice sulla crisi a Palazzo Chigi. «Lo spirito di questo incontro – ha detto, secondo quanto riferito dai partecipanti – è di trasformare le criticità in opportunità. Decidere insieme cosa insieme possiamo fare». Tremonti ha assicurato che il governo «non vuole rinunciare alla riforma fiscale. Se la delega assistenziale va avanti, riusciamo a fare quella fiscale».
IL DOCUMENTO COMUNE DELLE PARTI SOCIALI – Pareggio di bilancio nel 2014, costi della politica, liberalizzazioni e privatizzazioni, sblocco degli investimenti, semplificazioni e pubblica amministrazione, mercato del lavoro. Sono questi i sei punti contenuti nel documento comune presentato dalle parti sociali al governo. Sul pareggio, le parti chiedono «provvedimenti strutturali capaci di incidere sulle tendenze di fondo della spesa pubblica». Sui costi della politica bisogna «anticipare da subito le riduzioni contenute nella manovra. Non c’è bisogno di fare una Commissione per valutare i tagli da fare in relazione agli standard europei». Occorre inoltre «un grande piano di privatizzazioni e liberalizzazioni da avviare subito». Gli investimenti vanno sbloccati «con misure eccezionali per le opere già finanziate con risorse pubbliche e private». Su semplificazioni e Pubblica amministrazione bisogna «approvare rapidamente i provvedimenti all’esame del Parlamento». Infine per il mercato del lavoro «le parti sociali proseguiranno l’impegno per modernizzare le relazioni sindacali». Su un punto, le privatizzazioni, la Cgil non è d’accordo con le altre parti sociali. «Abbiamo condiviso con le parti – ha detto Susanna Camusso durante il tavolo con l’esecutivo – i punti presentati, tranne quello relativo alle privatizzazioni, perché privato non sempre è meglio e più efficace del pubblico».
«BASTA SCORCIATOIE» – «La tempesta che stiamo attraversando è connessa a fragilità intrinseche di un’Unione europea che è ancora carente sotto il profilo politico e degli assetti istituzionali» si legge nel testo condiviso in tempi record questa mattina nella foresteria di Confindustria, tra imprese, banche e sindacati. «Il momento è grave va affrontato con la massima determinazione senza cercare scuse o scappatoie», viene sottolineato. «L’accordo raggiunto il 21 luglio scorso dal Consiglio europeo non è sufficiente – si aggiunge -. I mercati ci hanno detto che non basta. Comprendiamo che è difficile convincere gli altri Paesi a fare di più, ma riteniamo che questo sia assolutamente necessario». Per le parti sociali è necessario che il governo promuova «un’immediata azione verso i governi e le istituzioni europee affinchè l’Unione riprenda vigore e capacità d’iniziativa. Questo contribuirebbe a ridurre la pressione sui titoli italiani»
BERLUSCONI : «PATTO COMPLESSIVO ENTRO SETTEMBRE» – «Dopo la relazione al Parlamento, ho la convinzione che solo la partecipazione di tutti gli attori economici e sociali può favorire un’uscita condivisa dalla crisi» ha detto il premier Silvio Berlusconi aprendo l’incontro con le parti sociali, secondo quanto riferiscono fonti presenti a palazzo Chigi. Il premier ha ricordato anche l’evoluzione del Consiglio europeo, un vertice che Berlusconi giudica «fondamentale» per le regole condivise a sostegno dell’euro: «Ho lasciato Bruxelles con la convinzione che l’Europa oggi ha gli strumenti per difendere con maggiore vigore la costruzione comune». «L’ Italia – ha concluso – ha sempre onorato il proprio debito. Negli anni abbiamo dimostrato di essere stati capaci a ridurlo». Infine: «Vogliamo arrivare ad un patto complessivo entro settembre». Sugli spread ha dispensato fiducia: «non dobbiamo essere spaventati». L’aumento dei tassi «è riferito solo a particelle del debito pubblico mentre gran parte rimane agli interessi a cui è stato piazzato negli anni passati. L’aumento è solo su frazioni che comporterebbero un incremento molto relativo», ha proseguito il premier.
LA PROPOSTA DI SACCONI – «Possiamo produrre un documento alla fine di questa riunione con punti comuni, se condivisi e altri da aggiungere, facendolo seguire da riunioni anche a distanza o da tavoli, lo vedremo lungo il percorso, purché si riesca a dare discontinuità rispetto al passato, con tutto il rispetto per il lavoro già fatto insieme». È la proposta che il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, avrebbe avanzato nel suo intervento.
L’INTERVENTO DELLA MARCEGAGLIA – «È stata definita un’agenda che riprende alcuni di questi punti che abbiamo presentato. Auspichiamo che questi temi vengano affrontati con la necessaria urgenza e straordinarietà che il momento richiede». E ancora: «È un momento grave che va affrontato con la massima determinazione. Sappiamo che parte della crisi viene dalla situazione internazionale, ma sappiamo anche che il problema va affrontato con urgenza nel nostro Paese», ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia dopo il confronto tra governo e parti sociali.
Paola Pica