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Libia, i ribelli vicino al bunker di Gheddafi

I cittadini stranieri non riescono a essere evacuati per gli scontri. Il Colonnello avrebbe lasciato il Paese per l’Algeria. Portavoce del regime: «Difenderemo Tripoli da insorti»

TRIPOLI – L’operazione «Sirena» pare stia funzionando. Già perché la manovra dei ribelli, coordinata con le forze Nato e il Consiglio nazionale transitorio, punta a isolare Muammar Gheddafi, costringerlo alla reso o alla fuga. E secondo fonti libiche il Colonnello avrebbe lasciato Tripoli «per rifugiarsi in Algeria». Una possibilità, questa, smentita da più fronti. Il Colonnello vorrebbe mettere in salvo la famiglia all’estero, ma l’intezione è quella di «combattere fino all’ultimo respiro». Intanto è battaglia nella capitale. Durante gli scontri, secondo la tv araba Al Jazeera, «31 soldati del regime sono stati uccisi e un centinaio sono prigionieri».

IL BUNKER– Sembra sia arrivata la svolta in Libia. I ribelli sono sempre più vicini al bunker di Gheddafi. Ma Moussa Ibrahim, portavoce del regime, spiega che non ci sarà alcuna resa. «Tripoli è ben protetta, abbiamo migliaia di buoni soldati pronti a difenderla da questi ribelli sostenuti e armati dalla Nato», assicurando che sono migliaia i soldati e volontari pronti a combattere. E accusa gli oppositori di avanzare facendo «esecuzioni, saccheggi, stupri e torture». Nella capitale, insomma, la situazione è tesa. Tanto che alcuni cittadini britannici e di altre nazionalità dovevano essere evacuati verso Malta. Ma la nave non è riuscita ad attraccare a causa dei combattimenti in corso al porto della capitale libica.

IN ITALIA- E anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa interviene sulla vicenda. Prima di tutto sostenendo l’entrata in guerra dell’Italia. Prima di tutto per l’immigrazione che « è un problema serio e grave che abbiamo denunciato. Sarebbe necessaria un’azione coordinata dell’Europa. Immaginatevi, però, cosa sarebbe successo se l’Italia non fosse intervenuta in Libia: le truppe di Gheddafi avrebbero spadroneggiato e anzichè cento, avremmo avuto mille profughi da quelle terre. Ma il problema rimane grave lo stesso». E poi ammettere l’arrivo di Abdel Salam Jallud «Vi posso confermare è che effettivamente il numero due del regime di Gheddafi è in Italia». L’amico fraterno di Gheddafi è apparso in un video: «Arrendetevi, è finita».

Redazione online

Libia, i ribelli vicino al bunker di Gheddafiultima modifica: 2011-08-21T15:34:15+02:00da
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