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Sì al pareggio di bilancio in Costituzione

PALAZZO CHIGI. Via libera dal Consiglio dei ministri. Decisa anche la soppressione delle province

ROMA – Il consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per l’inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione. L’esecutivo ha anche deliberato su un testo che prevede l’eliminazione delle province e il trasferimento delle relative funzioni.

«INTENSITA’ CIVILE» - Il pareggio di bilancio, ha spiegato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, «non sarà solo un criterio contabile» ma un principio «ad altissima intensità politica e civile» che per questo «sarà introdotto nella Parte Prima della Costituzione su Diritti e Doveri dei cittadini». Tremonti ha spiegato che il testo «troverà in Parlamento altri importanti testi di riforma» e che «una discussione costruttiva e rapida» nelle aule parlamentari «è nell’interesse del Paese». Verrà realizzata anche una modifica dell’articolo 119 della Carta, quello sul federalismo fiscale.

LA MODIFICA – Si interviene innanzitutto sull’articolo 53 , che ad oggi riporta: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». Ora viene aggiunto il seguente comma: «La Repubblica, in conformità ai vincoli economici e finanziari che derivano dall’appartenenza all’Unione europea, persegue l’equilibrio dei bilanci e il contenimento del debito delle pubbliche amministrazioni, anche assicurando le verifiche a consuntivo e le eventuali misure di correzione, in base ai principi e ai criteri stabiliti con legge, approvata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna delle Camere». La novità è la verifica di come i soldi vengono spesi, come ciò avverrà è da capire, se con un organo esterno, società di consulenza e revisione, o attraverso un organo indipendente, o attraverso la Corte dei Conti.

IL VINCOLO PER GLI ENTI LOCALI – Stando al testo varato dall’esecutivo, il rispetto dell’equilibrio di bilancio sarà un vincolo anche per «i comuni, le provincie, le città metropolitane e le regioni» che dovranno tenerne conto anche nell’ambito della loro autonomia finanziaria di entrata e di spesa. Gli enti territoriali possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. Ma anche in questo caso – stabilisce il testo approvato dal Cdm – dovrà essere indicato contestualmente la «definizione di piani di ammortamento» e dovranno essere rispettati i principi e i criteri stabiliti da una legge che, prevista dal nuovo articolo 53 della Costituzione, fisserà i vincoli che derivano dall’Unione Europea e le modalità di contenimento del debito delle amministrazioni pubbliche.

L’ITER COSTITUZIONALE – Essendo destinati a modificare parti della Costituzione, i due provvedimenti dovranno seguire un iter parlamentare più articolato rispetto a quello della legge ordinaria. La Costituzione stessa prevede una doppia lettura e una doppia votazione in ciascuna delle due Camere, con un intervallo non inferiore a tre mesi tra una lettura e l’altra. Proprio i tempi lunghi del procedimento di revisione costituzionale avevano indotto l’esecutivo ad ipotizzare, nella prima versione della manovra, il taglio non di tutte ma solo delle più piccole tra le 110 province italiane – quelle fino a 200 mila abitanti -, una scelta che non sarebbe stata in contrasto con la Costituzione che negli articoli 114 e seguenti prevede appunto le province tra gli organi che costituiscono la Repubblica, motivo per cui non sarebbe stato possibile eliminarle completamente con una normale legge ordinaria. Nell’ultima versione della manovra il taglio delle province è stato interamente stralciato e rinviato ad un ddl ad hoc, ovvero quello votato oggi a Palazzo Chigi.

Redazione Online

Sì al pareggio di bilancio in Costituzioneultima modifica: 2011-09-08T12:23:44+02:00da
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