Il volontario di Emergency era stato rapito lo scorso 14 agosto. Darfur, finisce in strage il tentativo degli agenti di liberare 3 ostaggi. Tra loro un italiano, ma non è Azzarà
Tredici poliziotti sudanesi sono stati uccisi e altri 30 sono rimasti feriti nello contro con un gruppo armato mentre tentavano di liberare degli ostaggi nella regione del Darfur. La notizia è stata confermata da un portavoce della polizia di Khartoum, che ha sottolineato come il massacro sia da attribuire a dei criminali e non a gruppi ribelli.
IL BLITZ – L’azione della polizia puntava a liberare tre ostaggi a Jebel marra, nell’Est della regione. Il portavoce non ha potuto aggiungere ulteriori elementi. Il giornale sudanese Al-Ahdath ha spiegato, citando fonti interne alla polizia, che tra i sequestrati ci sarebbero anche un italiano e un uomo d’affari di Nyala, capitale del Sud-Darfur. L’italiano, secondo il quotidiano, sarebbe Francesco Azzarà, il volontario di Emergency rapito lo scorso 14 agosto mentre si dirigeva in auto verso l’aeroporto di Nyala. Questa ipotesi è stata però smentita dal governatore del Sud Darfur, Abdel Hamid Kasha,: «L’italiano è un altro caso», ha detto.
«NON CI RISULTA» – Anche la presidente di Emergency, Cecilia Strada, ha confermato all’Ansa che l’intervento della polizia non era legato alle attività di ricerca di Azzarà. «A noi non risulta che il blitz in Sudan riguardi la liberazione del nostro collaboratore Francesco Azzarà. È quanto abbiamo appreso da fonti locali». Non ci risulta, ha puntualizzato poi una nota dell’organizzazione, che l’operazione «sia in alcun modo legata a Francesco e ai rapitori che lo tengono in ostaggio, secondo quanto apprendiamo dalle autorità sudanesi di Khartoum e Nyala e dai nostri contatti locali». E una ulteriore conferma è arrivata anche dalla Farnesina: «La sparatoria – ha reso noto il ministero degli Esteri – non ha nulla a che fare con Azzarà».
Redazione Online