L’ex ministro della giustizia ad atreju alla festa di partito. Il segretario Pdl: «Primarie? Decideremo a tempo debito. La prossima legge elettorale dica chiaro chi fa il premier»
ROMA – È il giorno di Angelino Alfano. Il segretario del Pdl interviene da Atreju per cercare di mettere un po’ di chiarezza tra le posizioni nel partito, tentando di ritrovare una posizione unitaria. «Chi ci crede gioca la partita, chi non ci crede si metta a bordo campo e faccia giocare chi ha voglia di vincere». Altrimenti «va a finire «che ci scambiamo interviste sui giornali scagliandoci uno contro l’altro, facendo a gara a chi dà la martellata più forte».
LE PRIMARIE- Insomma per Alfano «la passione deve venire prima della poltrona». Serve più impegno, dedizione. Chi è stato eletto deve «andare in giro e mettere a disposizione del partito quello che dal partito ha ricevuto». Ed è così che si passa alla questione del leader, della premiership. Giorgia Meloni, sempre da Atreju, ha spiegato che «tutti dovranno sottoporsi alle primarie», compreso Berlusconi. Un’ipotesi questa che andava controcorrente. Ed è per questo che Alfano ci ritorna. «Ce ne occuperemo quando arriverà il momento», e cioè « tra novembre-dicembre del 2012 e l’inizio del 2013». In ogni caso «entro settembre, al tavolo delle regole si stabilirà il principio che tutti i candidati, a sindaco, a presidente di Provincia o di Regione, dovranno avere l’indicazione popolare. Stiamo lavorando al capovolgimento della prospettiva dal “calati dall’alto” al “spinti dal basso”». Quanto alla investitura ricevuta dal premier sempre alla festa dei giovani del Pdl, Alfano dice che è stato «un gesto di affetto, stima e generosità di Berlusconi ma io prima devo fare bene il segretario, poi chi vivrà vedrà».
IL FUTURO– Si parla anche delle prossime sfide. Quali sono gli obiettivi del partito. A cominciare da una «riforma costituzionale della giustizia» perché l’equilibrio tra poter «è stato scardinato». Ed è per questo che «noi dobbiamo garantire la legalità». Un’altra parola che riecheggia dal palco è ambiente. «Ma chi l’ha detto che è solo di sinistra. Noi amiamo la nostra Italia e per questo scriveremo a caratteri cubitali la parola ambiente nel nuovo inizio di cui il partito ha bisogno». Ma il vero nodo è la legge elettorale che «va cambiata». C’è bisogno, però, di cautela « perchè c’è un pezzo della sinistra che nel riformare la legge vorrebbe eliminare due punti cardine che noi riteniamo essenziali: l’indicazione del candidato premier e della coalizione che, se vincente alle elezioni, governerà il paese». In ogni caso la nuova normativa dovrà «tutelare al massimo il rapporto tra parlamentare e cittadino, togliendo potere alle ristrette oligarchie che pensano di poter amministrare il consenso a proprio piacimento, trasformando la democrazia trasparente in democrazia opaca».
Redazione Online