IL LEADER DI FLI ALLA FESTA TRICOLORE DI MIRABELLO. Il presidente della Camera attacca la Lega: «Serve coesione, ma questo governo non l’ha rafforzata»
MIRABELLO (FERRARA) – «L’Italia si trova in un momento di difficoltà, e occorre partire da un momento unificante. I popoli riescono a farcela ad affrontare le sfide se sono intimamente uniti. Serve unità per superare la crisi, ma questo governo non ha fatto nulla per rafforzarla.» Il leader di Fli, Gianfranco Fini ha chiuso con il suo discorsola Festa Tricolore, a Mirabello. Fini attacca la Lega: «Il Nord non ha bisogno dell’ampolla, delle camicie verdi, della Padania, ma di un governo in grado di governare. Il predominio della Lega nel Governo rischia di sfilacciare la coesione nazionale».
LA MANOVRA – Il presidente della Camera ironizza anche sui tentennamenti e i cambi di rotta per mettere a punto la manovra: «Non si può in un mese cambiare quattro volte l’abito della manovra, in una sorta di Monopoli che alla fine ha riportato al punto di partenza. Tagliare le risorse agli enti locali – ha aggiunto – significa avere ripercussioni sui servizi, punendo le fasce più basse della popolazione, aumentando l’ingiustizia sociale. Non è questa la destra che abbiamo sempre sognato».
UN NUOVO PREMIER – Il presidente della Camera auspica un cambio di rotta.«L’Italia ha bisogno di nuovo governo e di un nuovo premier. Di un capo del governo che non dica “resistere, resistere, resistere” ma che 24 ore su 24 pensi a “governare, governare governare”». «Non auspichiamo alcun tipo di ribaltone. Il Pdl ha vinto le elezioni e il diritto di governare, ma deve capire che non può difendere l’indifendibile, non può asserragliarsi nel bunker in attesa che passi la nottata. Serve una svolta, con un nuovo assetto, e ci auguriamo che nella maggioranza ci siano coloro in grado di trovare il coraggio di esprimere pubblicamente quello che dicono in privato».
BERLUSCONISMO – «Il berlusconismo per certi aspetti è giunto al termine. Non sappiamo quando calerà la tela, ma siamo già alla fine di un regno. Siamo alla fine di un regno – ha detto Fini -. Un’alternativa all’attuale sistema e all’attuale andazzo c’è, lo abbiamo verificato». I referendum dei mesi scorsi, secondo il leader di Fli hanno dimostrato che «c’è una grande voglia di partecipazione del cittadino». Nessun ripensamento da parte del presidente della Camera, Gianfranco Fini, di aver lasciato un anno fa il Pdl. Lo ha detto chiaramente: «Non c’è da parte nostra alcun dubbio sulla bontà di quel che dicemmo un anno fa a Mirabello. Non siamo pentiti di quel dito puntato» ha spiegato Fini riferendosi al giorno in cui all’assemblea del Pdl si è rivolto con un gesto della mano verso Silvio Berlusconi dicendo ‘che fai? mi cacci?’». E parla chiaro della legge elettorale: «Non ci piace il ritorno al mattarellum, ma se per togliere di mezzo il porcellum l’unica via è firmare il referendum, beh allora non si abbia alcun timore, alcuna prudenza» ha sottolineato Fini scagliandosi contro la legge elettorale attuale che, ha detto, «ha aumentato il fossato tra la società civile e il palazzo».
LA CANDIDATURA – «Il terzo polo – ha aggiunto Fini – deve essere una unione di forze motivate dalla volontà di andare all’attacco non di giocare di rimessa: non può limitari ad un’alleanza che nel futuro veda parlamentari che non stanno nè di quà nel di là. Deve candidarsi come forza di governo del paese». «L’Italia merita molto di più nel mondo» ha ricordato ancora Fini: «L’Italia deve tornare ad essere riconosciuta nel mondo per la bellezza incommensurabile delle città che ha» e il suo «biglietto da visita» è quel «senso d’abnegazione e dell’eroismo dei nostri militari» che hanno dimostrato in diverse missioni.
Redazione Online