L’ex braccio destro di Tremonti attacca stampa e magistrati. Bossi: «A me non piace far arrestare la gente». La giunta per le autorizzazioni vota sull’arresto mercoledì
MILANO – Alla vigilia della riunione che deve decidere sul suo arresto, il deputato del Pdl, ex ufficiale della Finanza ed ex braccio destro di Tremonti, prende la parola e attacca stampa e magistrati: «Contro di me vi è stato un vero e proprio massacro mediatico». Un riferimento alla stampa, che ha seguito l’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, ma anche agli stessi magistrati partenopei. Milanese in particolare stigmatizza l’invio a Montecitorio dell’interrogatorio dell’ex capo della GdF, Cosimo D’Arrigo. Un atto giudiziario che consolida la tesi del sistema orchestrato da Milanese per trarre vantaggio da notizie riservate nei rapporti che intratteneva con imprenditori e manager.
REFERENTE PER LE NOMINE IN GDF – Era stato proprio l’ex numero uno delle Fiamme Gialle a confermare agli inquirenti, ma dall’alto della sua posizione di comando, il ruolo di interfaccia con pieni poteri tra il ministero e i vertici della Finanza: «Smentisco categoricamente di aver ricevuto dal ministro Tremonti la carica di referente esclusivo della guardia di finanza», aggiunge Milanese. «Se D’Arrigo aveva davvero tutti questi problemi con la GdF – sostiene Milanese – non si riesce a capire perché non ne abbia parlato con il ministro». Milanese ha quindi confermato che il suo unico accusatore è solo Viscione. Tutti gli altri, ha ribadito, hanno negato di avergli dato dei soldi.
LA DECISIONE – Il deputato del Pdl ha parlato nel corso della riunione che precede la votazione di mercoledì mattina. Subito dopo sono cominciate le dichiarazioni di voto. La giunta si riunirà mercoledì mattina alle 9.15, per esprimersi sulla richiesta d’arresto avanzata dalla procura di Napoli.
LA LEGA: NO ALL’ARRESTO – La Lega in Giunta per le autorizzazioni della Camera voterà contro l’arresto di Marco Milanese, ha annunciato il componente leghista della Giunta Luca Paolini nella sua dichiarazione di voto. Il Carroccio quindi cambia linea rispetto alla vicenda dell’altro deputato del Pdl, Alfonso Papa, per cui era stata avanzata una domanda di custodia cautelare in carcere: in quell’occasione il partito di Umberto Bossi votò a favore. Umberto Bossi, parlando con i giornalisti all’uscita da Montecitorio, replicando alle opposizioni che hanno accusato il Carroccio di aver abbandonato la via della legalità ha detto: «A me non piace far arrestare la gente». Al contrario Fli: «Voteremo a favore della richiesta di arresto, sia in Giunta che in Aula», è stata la risposta di Nino Lo Presti ai giornalisti.
Redazione Online