All’opposizione: «Si vergogni Chi chiede per sè garantismo e poi fa queste polemiche». Il sindaco: «Fiducia piena e cristallina all’assessore». «Pressioni? Le avrei denunciate pubblicamente»
La seduta del Consiglio trasmessa in diretta in Galleria Vittorio Emanuele |
ROMA – Ci si aspettava la difesa. Ma non la veemenza. E soprattutto il contrattacco. Giuliano Pisapia sostiene a spada tratta l’assessore ai Trasporti, Pierfrancesco Maran, finito al centro della bagarre politica per i suoi rapporti con Filippo Penati: «Fino a prova contraria – attacca il sindaco nella sua relazione al Consiglio comunale – la mia fiducia nei suoi confronti rimane piena e cristallina e quello che è avvenuto nei suoi confronti rasenta la barbarie». E poi si rivolge ai banchi della minoranza: «Chi invoca, e mi rivolgo al centrodestra, il garantismo ha di che vergognarsi e sfido chiunque a dimostrare pressioni nella nomina di tutti gli assessori e di Maran».
Replica il centrodestra con l’ex vicesindaco, Riccardo De Corato: «Pisapia non ha risposto a nessuna delle domande. Ci spieghi perché i magistrati di Monza dicono che la vittoria del centrosinistra rischia di reiterare i reati». Ma nessuno nella minoranza chiede ufficialmente le dimissioni dell’assessore
Il «caso Maran» sbarca in aula. Il centrodestra aveva a chiesto a gran voce la presenza del sindaco «per far luce» sulla nomina del giovane assessore. C’è anche uno schermo all’Urban Center per permettere alla cittadinanza di partecipare al dibattito. Sono in pochi, una decina. Pisapia arriva in aula. Anche Maran. Che prende la parola subito dopo il sindaco. E prende anche le distanze dal suo grande sponsor Filippo Penati: «Penati è stato un mio sostenitore durante la campagna elettorale. L’ho sempre dichiarato. Basta questo per farmi il suo pupillo?». Aggiunge: «Io non ho mai voluto incontrare Di Caterina (titolare della Caronte e grande accusatore di Penati, ndr ). Le sue email sono state girate direttamente all’avvocatura».
Ma è Pisapia a tenere banco. Usa toni insolitamente duri. «Non esiste un caso Maran, per quanto mi riguarda, creato ad arte e che riguarda fatti precedenti alla costituzione di questa giunta». Salta di pagina in pagina. «La mia giunta è il risultato di scelte libere e sotto la mia assoluta responsabilità. Non ho subito condizionamenti o pressioni. Ho scelto i membri della mia giunta secondo i criteri di competenza, rappresentanza di genere e presenza di giovani». È un punto d’onore. Ripetuto e sottolineato: «Questa giunta non ha subito e non subisce pressioni esterne relative all’inchiesta della Procura di Monza, vicende precedenti a questa giunta. Si metta fine a questa furiosa e ossessionante polemica costruita sul nulla. Sfido chiunque a dimostrare che ho avuto pressioni direttamente o indirettamente per qualsiasi assessore».
Parole che avrebbero dovuto sollevare la rivolta da parte del centrodestra. Così non è stato. Perché il bersaglio grosso dell’opposizione non è mai stato Pisapia, ma il Pd: «Il Pd sta facendo il processo a Penati e per purificarsi si attacca a Pisapia» dice il capogruppo del Pdl, Carlo Masseroli. Replica la capogruppo del Pd, Carmela Rozza: «Le accuse a Maran sono infamanti. In questa aula ho visto e sentito cose ben più gravi. La differenza? Nessuno di noi grida al complotto della magistratura».
Maurizio Giannattasio