LA CRISI, IL GOVERNO. L’allarme del presidente Venturi sui consumi. «Dai tagli alla spesa si recuperano 50 miliardi in tre anni»
Marco Venturi, presidente Confesercenti |
PERUGIA – La manovra è insostenibile per le famiglie. Sulle spalle di queste ultime pesa ben oltre la metà dell’importo totale dell’ insieme dei provvedimenti varati dal governo, 33 miliardi sui 54 totali. È la denuncia del presidente di Confesercenti, Marco Venturi che aprendo l’incontro annuale dell’associazione a San Martino in Campo (Perugia) paventa l”ulteriore depressione dei consumi e chiede al governo di «cambiare rotta e rendersi conto che per reperire risorse sono necessari tagli alla spesa poiché la pressione fiscale effettiva è alla soglia insostenibile del 54%».
CRESCITA ZERO – Dalle previsioni aggiornate di Confesercenti-Ref risulta che le speranze di ripresa nel 2012 svaniscono con un Pil che crescerà solo dello 0,1% e con i consumi delle famiglie bloccati su una allarmante crescita zero rispetto al 2011 (dopo aver registrato nel 2010 l’1% e quest’anno solo lo 0,5%). «Si deve prendere atto – ha detto Venturi – che l’unica via percorribile non è certo quella, impraticabile, del prelievo fiscale che avvelena i pozzi dello sviluppo colpendo fiducia, consumi ed investimenti, ma è quella di aggredire la spesa pubblica. Non solo per quantità intervento, ma soprattutto per qualità. Si ricorre come sempre alla leva fiscale, tanto che 36 miliardi della manovra sono basati sulle tasse, di cui 16 da meno agevolazioni».
TAGLI ALLA SPESA – «Se non si riparte dai tagli alla spesa quante manovre dovremo ancora fare – si è chiesto – È da brividi pensare che per far calare il debito pubblico dal 120% cui è arrivato al 90% occorrerebbero la bellezza di 450 miliardi di euro. E l’Italia, le famiglie, le imprese che fine farebbero? Noi – ha continuato: in tre anni con meno sprechi potremmo recuperare 20 miliardi ed altrettanti dalla cessione del 5% del patrimonio pubblico non utilizzato della pubblica amministrazione. Se poi si aggiungono altri 11 miliardi con la riduzione del 10% delle partecipazioni pubbliche ancora in mano allo Stato si potrebbe contare su più di 50 miliardi di euro da mettere sul tavolo al posto di nuove tasse, ma a disposizione non solo della diminuzione del debito ma anche dello sviluppo. E molto altro si potrebbe fare sulle liberalizzazioni dei settori come il gas, l’energia, il trasporto locale senza mettere le mani nelle tasche degli italiani per l’ennesima volta – ha concluso – o senza mettere in campo interventi dimostrativi sul commercio, sulle edicole o sui taxi».
Paola Pica