Contestata la composizione della lista con candidati «deboli» per favorire Cristiano. Una candidatura «figlia della stessa concezione familistica e privatistica del capo Lega e di Berlusconi»
VASTO (CHIETI) – Cristiano Di Pietro, figlio dell’ex pm di Mani Pulite, è candidato alle prossime elezioni Regionali molisane di ottobre. La notizia aveva lasciato perplessi già quando era stata comunicata. E ora scatena le prime «defezioni» e pubbliche proteste. «Di Pietro come Bossi e Berlusconi, accomunati dalla stessa concezione familistica e privatistica della politica», scrivono in una nota i membri del circolo Idv di Termoli (Cb) abbandonando il partito. Una candidatura, scrivono esprimendo il loro dissenso, «figlia della stessa concezione familistica e/o privatistica che presumibilmente ha mosso il capo della Lega Nord, Umberto Bossi, a candidare e a far eleggere il figlio al consiglio regionale della Lombardia o il presidente del Pdl, Silvio Berlusconi a candidare e a far eleggere Nicole Minetti nello stesso consiglio».
PROTESTA – A far esplodere la protesta tra i dirigenti e gli iscritti termolesi non è tanto la scesa in campo di Di Pietro junior, ma la composizione della lista con candidati ritenuti «deboli» proprio per favorire l’elezione del figlio del leader. «Avevano chiesto – dicono gli ex iscritti – di inserire personalità che avrebbero portato voti e qualità; ad esempio Vincenzo Greco, stimato notaio ed ex sindaco della città. Nessuno ci ha mai dato una risposta. Poi vediamo che si accolgono esponenti di altri partiti, come uno dei candidati alle primarie del Pd. Se il fosso lo saltano gli altri verso l’Idv per Di Pietro va bene, diversamente il partito mette veti e pregiudiziali. Questa visione strabica della politica non ci piace».
Redazione Online