Assicurazioni, costi record a Napoli 10mila firme contro il caro-tariffe
NAPOLI – Quasi diecimila firme raccolte. Più di venticinquemila aderenti al gruppo su Facebook. La lotta al caro assicurazioni trova altre trincee: i concessionari di auto e moto che hanno visto un netto calo delle vendite dei mezzi destinati soprattutto ai giovani guidano l’ennesima protesta del popolo napoletano (e campano), penalizzato dalle tariffe più alte d’Italia.
Rima moto, Autostar, Mototecnica Isaia, Motoshop 2000, Trincar, Luan Moto sono solo alcune delle 24 (per ora) concessionarie che hanno dato vita a «Mo bast», con tanto di sito (www.mobast.org) e gruppo su Facebook, comitato che visto il successo di adesioni si è esteso anche in Puglia e Calabria. «Oltre alla crisi scontiamo il caro assicurazioni» spiega Enzo Crispino di Rima, storico concessionario Yamaha all’Arenaccia.
«Abbiamo stimato un calo del 25% di scooter per questo fenomeno». A essere meno venduti gli scooter di fascia medio bassa, quelli che vanno ai ragazzi. Stesso discorso per le auto: in crisi l’usato medio basso, quello intorno ai 5mila euro per intenderci.
«Facciamo promozioni e sconti – continua Crispino – veniamo incontro alle esigenze dei clienti tra rate e tassi zero, poi quando il compratore si rende conto di quanto deve spendere per l’assicurazione, recede dall’operazione. C’è gente che ha comprato gli scooter e poi ci ha chiamato in lacrime chiedendo di annullare il tutto perché non avevano capito quanto sarebbero andati a pagare di rca».
Un problema enorme e tutto napoletano che con la crisi si è acuito, anche perché gli aumenti delle assicurazioni sono stati cospicui quest’anno, tra il 15 e il 18% in media. «I costi per l’assicurazione obbligatoria auto per la responsabilità civile a Napoli sono, in assoluto i più alti d’Italia poiché una polizza RC Auto viene a costare in media 1.160 euro l’anno, oltre il doppio di Milano e il 16 per cento in più rispetto ai 996 euro necessari solo sei mesi fa» fa eco Pietro Gardi di Autostar.
«Siamo abituati a pensare – continua Crispino – che è colpa del posto in cui viviamo, perché Napoli è il pozzo in cui sono custoditi tutti i mali del mondo. Ma le compagnie assicurative del Nord controllano il mercato, dettano i tempi e i modi e, nonostante il numero dei sinistri a Milano sia notevolmente superiore rispetto a quelli di Napoli (più di 35.000 contro 8.600), i cittadini partenopei e campani tutti sborsano cifre esorbitanti per assicurare le proprie auto o moto».
In effetti le concessionarie auto e moto sono in crisi di fatturato e restano a galla con difficoltà, anche quelle più importanti. Una crisi con inevitabile effetto a cascata, con l’impossibilità di produrre, innovare e creare forza lavoro. L’effetto domino si riverbera sulla relativa rete di vendita, sulle officine meccaniche, le autocarrozzerie e i ricambisti che, quindi, dovranno tutti limitare il personale (nel migliore dei casi) o chiudere del tutto.
Le stime parlano di una diminuzione del lavoro per cifre oltre al 60% per tutte le attività sopra elencate, uno settore, secondo i responsabili di «Mo Bast» «raso al suolo dall’impero assicurazione». Appoggiato da Federconsumatori, il comitato «Mo Bast – Ribelliamoci al caro assicurazioni al Sud» sta raccogliendo una petizione da diecimila firme da inviare a Bruxelles.
Concessionari, bar, locali in tutta la regione, oltre che a Napoli e provincia, stanno fornendo supporto logistico per la modulistica, oltre a vari gazebii allestiti per la città (l’ultimo a inizio settembre a piazza del Gesù). Varie le richieste da mettere in campo. Ce n’è anche una dal profilo costituzionale. Considerata la natura “sociale” di questa polizza assicurativa e la sua obbligatorietà di legge, sarebbe da approfondire anche uno studio dei principi legali sui quali si basa la normativa in essere poiché, proprio per le predette caratteristiche di «socialità ed obbligatorietà», sarebbe necessario garantire almeno un livello di copertura di base (magari anche) attraverso l’adozione di limiti e franchigie) con un costo «politico», «sociale» e calmierato.
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Cristiano Tarsia