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“Lei mi tradisce” e lui si vendica in pubblico e molla la sposa sull’altare

Il plateale rifiuto nella basilica di Monopoli. Poi l’uomo invita i suoi parenti a festeggiare il ritorno al celibato

MONOPOLI (BARI) – Non è un soltanto un gioco dove puoi rimetterci case e alberghi. Monopoli è anche un posto dove puoi rimetterci la faccia. Chiesa di Maria Santissima della Madia, patrona e protettrice della città di Monopoli. Don Vincenzo è l’officiante, dinanzi a lui una donna bella, di bianco vestita, il colore della purezza, dicono; sta accanto lui, in nero scontato; trattasi di sposi, dunque un matrimonio in cattedrale, con tutti gli annessi e connessi, il paese ne parla, la gente mormora. Fruscio di ventagli, qualche pupo frigna in fondo alla navata, il fotografo sta spaparazzando a più non posso. Si arriva al punto, la dichiarazione, don Vincenzo legge, la sposa segue, emozionata, si saprà poi il motivo vero del suo tremore di labbra e di corpo, quando il parroco le chiede la risposta alla fatidica promessa, lei china il capo e annuisce, sì, un gemito, un sospiro, due lettere per una vita.

È fatta? Mica per niente. Tocca allo sposo, stesso protocollo, stessa lettura, lui non trema affatto, anzi ha un mezzo ghigno che attraversa bocca e viso, sarà la felicità, sarà il gaudio massimo della prima notte. Ma va: colpo di scena, il futuro coniuge spiazza gli astanti, la futura consorte, i parenti vicini e lontani, la cattedrale tutta e Monopoli insieme: «NO», non è un sussurro è una torta in faccia, al posto della panna potete intuire l’ingrediente. Attimo di panico, don Vincenzo crede di non avere inteso, l’acustica non è perfetta, la sposa stranita si volge verso il fidanzato, i famigliari ondeggiano, i ventagli sono diventati ventilatori, il pupo continua a frignare. «Figliolo, posso chiederti il motivo di questa drastica decisione?» prova a domandare l’uomo di fede eterna, l’officiante.

«Chiedetelo alla sposa e al suo testimone», dice il cornuto indicando i due furbacchioni in abito da festa. Le vetrate della chiesa rilanciano parole, pensieri, mugugni, insulti, segue casino grandioso davanti a Maria Santissima della Madia, che non sa più chi proteggere, gli amanti smascherati se la svignano, tra lacrime e strilli, i parenti e affini sono stremati dal caldo pugliese e dall’epilogo clamoroso, vengono segnalati svenimenti, il cornuto si volta, spalle all’altare, al centro del film comico, anzi grottesco, ha la faccia giuliva, ha vinto all’ultimo secondo, ha stravinto, li ha svergognati dinanzi a spalti gremiti, non ha fatto scene da mariomerola, non ha chiamato avvocati, carabinieri e finanza, ha studiato il piano, nei minimi particolari, sapeva della tresca, durava da tempo, ma ha preferito proseguire nel disegno perfido, ha versato anche la caparra per il banchetto e, ovviamente, non ha rinunciato all’antipasto, al primo, secondo, formaggio, frutta e torta, con spumante e vini dolci, un trionfo e una bisboccia con gli amici anch’essi coinvolti nello sputtanamento del secolo. Per il momento non si ha notizia della sposa e del suo testimone fedele. Probabilmente cercheranno una chiesetta in Tirolo per unirsi in matrimonio.

Senza testimoni per evitare il bis. A Monopoli non si parla d’altro. Vengono offerti a metà prezzo chili di confetti e di riso, non utilizzati. Si potrebbe dire che è stata una splendida luna di fiele.

Tony Damascelli

“Lei mi tradisce” e lui si vendica in pubblico e molla la sposa sull’altareultima modifica: 2011-09-21T10:32:18+02:00da
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