LE INCHIESTE, IL GOVERNO. 312 contrari al carcere contro 306. Sette i franchi tiratori. Deputati del Pdl: «Immorale l’assenza di Tremonti»
ROMA – Salvo per una manciata di voti. La Camera ha negato con voto segreto l’arresto di Marco Milanese, ex braccio destro di Tremonti. Sono 312 i voti contrari all’arresto, 306 i favorevoli, con uno scarto di sole sei schede. Il ministro non ha partecipato al voto del governo tenuta in mattinata perchè , è stato fatto sapere, «è in viaggio per Washington» dove da venerdì iniziano i lavori del Fondo monetario internazionale. Circostanza questa che ha creato non pochi malumori tra le fila del Pdl. Alcuni deputati pidiellini avrebbero infatti giudicato «immorale» la sua assenza. «Ce l’ho fatta per poco»: queste le prima parole pronunciate da Milanese dopo l’esito del voto. Chi sedeva al suo fianco nell’emiciclo di Montecitorio ha cercato di rincuorarlo e lo ha abbracciato. «Sono salvo per il rotto della cuffia», ha aggiunto l’ex consigliere di Tremonti .
IL VOTO E I FRANCHI TIRATORI- Montecitorio ha evitato l’arresto a Milanese con soli tre voti in più rispetto a quelli che servivano. I contrari all’arresto sono stati 312, la maggioranza richiesta era di 309. I favorevoli all’arresto si sono fermati a quota 305, che in realtà erano 306, perchè il voto del vicesegretario del pd Enrico letta non è stato registrato per un errore tecnico. La maggioranza può tirare un sospiro di sollievo, ma la votazione non è stata facile: sono 7, secondo i tabulati delle votazioni, i franchi tiratori che hanno votato con le opposizioni per l’arresto. Il dato emerge analizzando le presenze dell’aula: l’opposizione schierava 299 deputati, mentre i sì all’arresto sono stati 306.
GLI ASSENTI – I banchi della maggioranza, altro segno di disagio, non erano al completo. Mancavano otto deputati: sei del Pdl, uno della Lega, uno di Noi sud. E non tutti erano assenti giustificati. Lo era sicuramente Alfonso Papa, che è agli arresti a Poggioreale, mentre i ministri Giulio Tremonti e Franco Frattini erano in missione all’estero (ma Tremonti ha probabilmente deciso di non esserci per evitare imbarazzi). Gli altri tre assenti sono Pietro Franzoso, Giuseppe Angeli e Nicolò Cristaldi. Nei banchi della Lega non c’era invece Alessandro Montagnoli, in quelli di Noi sud Antonio Gaglione. Due gli assenti nell’opposizione: l’Udc Antonio Merlo e l’esponente del Fli Mirko Tremaglia, da tempo molto malato.
IL CONFRONTO CON PAPA – La differenza tra Marco Milanese (salvato) e Alfonso Papa (mandato in carcere) l’hanno fatta 29 deputati: quelli che il 20 luglio hanno votato per mandare in carcere Papa e che oggi si sono schierati per salvare Milanese. A luglio i deputati che votarono per negare l’arresto furono 293 (e non furono sufficienti perchè i sì furono 319); oggi quelli che sono riusciti a salvare Milanese sono stati, 29 di più: con ogni probabilità i leghisti che l’altra volta decisero di scaricare Papa.
BERLUSCONI E BOSSI – Berlusconi si è detto soddisfatto del voto. Il governo va avanti? «E come no. Stiamo lavorando per il meglio». «Lo avevo detto che la Lega non avrebbe fatto cadere il governo. Abbiamo dimostrato di essere alleati leali» ha invece commentato Umberto Bossi, assicurando che i franchi tiratori non erano del Carroccio. Sulla tenuta del governo il Senatùr dice: «Vedremo giorno per giorno». Bossi ha escluso poi di aver parlato con Berlusconi – così come invece riportato da alcuni quotidiani – della possibilità di un voto anticipato al 2012: «non abbiamo parlato di questo».
LE PROTESTE – Da piazza Montecitorio si è alzato un coro di «No e di Vergogna!». A protestare davanti alla Camera sono diverse decine di persone chiamate dal Popolo Viola: «Noi cittadini avevamo annunciato che ci saremmo mobilitati perennemente contro l’auto protezione della Casta – ha detto Gianfranco Mascia dei Viola – noi non vogliamo giudicare se Milanese è innocente o colpevole, per questo ci sono i giudici. Però il Parlamento oggi ha detto che Milanese è più uguale di noi altri cittadini». I manifestanti hanno ascoltato tramite una radio appoggiata ad un megafono la votazione in Aula e hanno alzato al cielo, tenendole in mano, delle monetine da cinque centesimi: «Abbiamo portato questi soldi perchè se Milanese fosse stato arrestato gli avremmo comprato delle arance – hanno spiegato gli organizzatori del sit-in – ora ci toccherà fare una colletta con questi centesimi per comprare al deputato una serie di carte costituzionali».
LE ACCUSE A MILANESE – I reati ipotizzati dai pm di Napoli nei confronti di Marco Milanese sono associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Milanese avrebbe rivelato notizie su indagini svolte dalla Guardia di finanza. Secondo il gip Milanese si è occupato dell’attribuzione di nomine in diverse società controllate dal Tesoro (tra cui Ansaldo Breda,Oto Melara,Sogin,Sace) ricevendo «come corrispettivo somme di denaro e altre utilità». Milanese si è sempre difeso sostenendo in una memoria consegnata alla Giunta della Camera di non essere il «deus ex machina delle nomine, di non aver mai ricevuto regali o altre utilità».
Redazione Online