LIBIA. L’autorità provvisoria ritiene che siano oppositori del regime, fatti trucidare dal dittatore nel 1996.
Una fossa comune con i corpi di oltre 1200 persone sarebbe stata scoperta a Tripoli, nei pressi della prigione di Abu Salim. Il ritrovamento risale a due settimane fa, ma solo oggi il Cnt lo ha reso noto. Secondo quanto afferma Abdul Jalik, ufficiale medico dei ribelli che ha esamintato i resti, i corpi potrebbero appartenere agli uomini che si resero protagonisti di una rivolta carceraria nel 1996. Allora i prigionieri (politici ma non solo) diedero vita a una serie di proteste per chiedere condizioni più umane e igieniche. Il regime intervenne duramente, reprimendo la rivolta in un bagno di sangue e facendo fucilare gli oltre mille detenuti. “Ci troviamo di fronte – ha spiegato il dottore – ai resti di oltre 1.270 martiri che dobbiamo adesso identificare confrontando il loro dna con quello dei loro famigliari. Potrebbero essere necessari degli anni”.
Il carcere di Abu Salim è per molti libici uno dei simboli del regime di Gheddafi. Per anni Amnesty Internationl ha denunciato gli abusi e le condizioni disumane nelle quali venivano tenuti i prigionieri.
Redazione online