Nomina rinviata: nessuna lettera da palazzo Chigi dopo le divisioni nella maggioranza. Veto del leader della Lega su Saccomanni. Asse Bersani-Casini: «Incertezza preoccupante»
MILANO – « Il leader della Lega, Umberto Bossi, preferisce sia l’attuale direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, a succedere a Mario Draghi in Bankitalia, piuttosto che il direttore generale di via Nazionale, Fabrizio Saccomanni. «Non fosse altro perché è di Milano», ha argomentato Bossi, prima di entrare alla Camera, a chi gli chiedeva il suo orientamento sul nuovo Governatore. Un assist dunque a Tremonti che punta proprio su Grilli. La questione potrebbe subire una svolta nel pomeriggio quando il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi si recherà a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio.
LA LETTERA – Intanto non risulta ancora arrivata a palazzo Koch la lettera da palazzo Chigi con l’indicazione del nome del candidato a presiedere l’istituto a partire dal primo novembre, quando l’attuale numero uno, Mario Draghi, passerà a presiedere la Banca centrale europea. Per questo motivo, la riunione del Consiglio superiore della Banca d’Italia, iniziata alle 11.30, si sta svolgendo in convocazione ordinaria, come previsto. L’eventuale segnalazione da parte del Governo avrebbe consentito ai membri dell’organismo di palazzo Koch di indicare il nome del futuro presidente. La procedura per la nomina prevede l’emanazione di un decreto da parte del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri e sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia.
BERSANI E CASINI PREOCCUPATI – Sulla mancata nomina del successore di Draghi si registra la presa di posizione dell’opposizione: «Desta grande preoccupazione la decisione del governo di mantenere nell’incertezza la scelta del nuovo governatore della Banca d’Italia che dovrà succedere a Mario Draghi». Il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, e il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, nel corso di un colloquio svoltosi mercoledì mattina a Roma. «Nel mezzo di una tempesta finanziaria internazionale che vede l’Italia in prima linea – hanno sostenuto Casini e Bersani – invece di offrire certezze e stabilità, il governo continua a tenere pericolosamente in bilico il paese per mere esigenze personali o di equilibri interni». «La professionalità e la competenza dei diversi candidati non sono in discussione» hanno sostenuto Casini e Bersani. «L’obiettivo fondamentale però è che alla Banca d’Italia sia assicurato presto un assetto di vertice stabile; un assetto che risponda a criteri di continuità di azione e che non presti il fianco a interpretazioni negative, fondate o meno che siano, sull’autonomia della banca centrale italiana».
Redazione Online