Si comincia la discussione il prossimo 5 ottobre. Lupi: «Indicazione emersa durante il vertice di maggioranza con Berlusconi». Ci sarà anche un comitato di legali per difendere chi venisse indagato. Il messaggio che arriva dalla manifestazione di Roma contro il ddl intercettazioni da giornalisti e blogger
L’animatore del Popolo Viola, Gianfranco Mascia, durante la manifestazione sulle intercettazioni (Ansa) |
ROMA – «Alla Camera la prossima settimana affronteremo le intercettazioni», lo conferma il vicecapogruppo alla Camera del Pdl Maurizio Lupi spiegando ai giornalisti che questa è una delle indicazioni emerse durante il vertice di maggioranza che si è tenuto con Berlusconi a Palazzo Grazioli.
ACCORDO – In base a un accordo unanime tra i gruppi parlamentari, mercoledì 5 ottobre, a partire dalle 12.30, si voteranno in aula le pregiudiziali di costituzionalità sul ddl delle intercettazioni presentate dalle opposizioni. «Il ddl presentato dal governo sulle intercettazioni è molto meno restrittivo di quello firmato da Mastella quando era ministro della Giustizia e approvato senza riserve da Pd e da Idv. Il problema è mettere ordine nell’autentica barbarie a cui certe procure hanno dato vita, permettendo la diffusione di intercettazioni rivolte solo a screditare Berlusconi e a diffondere notizie sulla vita privata delle persone», ha detto Antonio Leone (PdL) vicepresidente della Camera.
IN PIAZZA – Intanto decine di cartelli con la scritta «No ai bavagli» hanno fatto da sfondo alla manifestazione organizzata al Pantheon a Roma dal Comitato per la libertà e il diritto all’informazione la cultura e lo spettacolo, per dire no alla legge sulle intercettazioni. Diverse centinaia di persone sono scese in piazza con cartelli e bandiere per sottolineare il no ad un provvedimento ritenuto incostituzionale, perchè in contrasto con l’articolo 21 sulla libertà di informazione. Alla protesta hanno partecipato diverse associazioni, da Articolo 21, alla Rete Viola, fino a Libertiamo.it. In piazza anche i rappresentanti della neonata Unione delle giornaliste libere e autonome, denominata Giulia, tra cui le giornaliste Rai Maria Luisa Busi e Tiziana Ferrario. Presenti anche l’Usigrai, per portare avanti la battaglia «Riprendiamoci la Rai», e la Fnsi con il suo presidente Roberto Natale. «Il nostro – ha detto chiudendo dal palco la manifestazione – non è il no di una casta ma di tanta parte della società italiana». Hanno aderito anche decine di parlamentari del Pd, dell’Udc, dell’Idv, di Fli, oltre a esponenti di Sel. Oltre alla protesta contro la legge sulle intercettazioni, in piazza è stato gridato il no al cosiddetto comma «ammazza-blog», che estenderebbe la regolamentazione della carta stampata ai siti informatici, in particolare relativamente all’obbligo di rettifica. Una protesta portata avanti dall’associazione Agorà Digitale.
Resistere, resistere, resistere, perché c’è un’emergenza democratica. Giornalisti e no partecipanti alla manifestazione del Pantheon alla presenza del presidente dell’Ordine dei giornalisti di rappresentanti della Federazione nazionale della stampa italiana e dell’Associazione cronisti, alzano gli scudi contro la «legge bavaglio» in discussione dalla prossima settimana alla Camera e si dicono pronti anche a non rispettare la legge, perché in contrapposizione con la Costituzione e la legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti. Parola di associazioni come Articolo 21 della neonata associazione G.I.U.L.I.A (Giornaliste unite libere e autonome, guidata dall’ex volto del Tg1 Maria Luisa Busi).
LE PROPOSTE – I manifestanti promettono di adire alla Corte dei diritti dell’uomo alla giustizia europea una volta venisse approvata la legge che vieta la pubblicazione delle intercettazioni, ma anche di depositare un dossier in ogni cancelleria europea e, in ultima ratio, di disattendere la legge pubblicando comunque le intercettazioni stesse. «Disobbedienza civile» invoca Maria Luisa Busi «Perché voi avete diritto ad essere informati» aggiunge rivolta alla piazza.
USIGRAI – «Alla Rai il bavaglio l’hanno già messo» spiega Alessandra Mancuso dell’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) riducendo gli spazi del Tg3, chiudendo Annozero mettendo la mordacchia al Tg1. «La Rai è un bene pubblico e deve ritornare il pluralismo» conclude la Mancuso.
IL LEGALE – L’avvocato Antonio D’Amati invita i giornalisti a continuare a fare il loro dovere: «Se i giornalisti verranno portati a frotte davanti ai tribunali, i giudici li assolveranno. Non temo l’istigazione a delinquere quando dico ai giornalisti che di questa futura legge non dovranno tenerne conto. Nessuno può essere condannato per aver fatto il proprio dovere. Questa legge sarà un buco nell’acqua serve solo a spaventare».
I CRONISTI – Il presidente dell’Associazione cronisti ha spiegato che da circa 20 anni la classe politica tenta di mettere il bavaglio ai giornalisti senza riuscirci.
I BLOGGER – L’associazione Agorà che raccoglie diversi blogger ha dichiarato che sta sensibilizzando diversi parlamentari per far presentare emendamenti per modificare la legge.
L’ORDINE DEI GIORNALISTI – Per Enzo Iacopino, presidente dei giornalisti: «C’è una legge che regola l’Ordine che impone ai giornalisti di dire sempre la verità con rispetto per le persone. Questa legge che si vuole approvare indica che noi siamo scomodi e questa è una cosa sana perché compito del giornalista è essere scomodo. Il filo che intesse il bavaglio è più lungo di quello che compone la legge sulle intercettazioni. Passa per il ricatto degli editori che obbligano i collaboratori ad accettare 2-3 euro a pezzo e passa per i troppi conflitti di interesse che affliggono questo Paese».
Redazione Online