Imam radicale, era il terzo più ricercato. Ritenuto tra gli eredi di Bin Laden era cittadino americano. Nel 2009 ispirò l’«attenantore delle mutande»
YEMEN – L’imam radicale Anwar Al Awlaki – vicino ad Al Qaeda nello Yemen e considerato da alcuni uno dei possibili successori di Osama Bin Laden, è stato ucciso, colpito da un assalto condotto da un drone statunitense. L’aereo senza pilota ha intercettato l’estremista islamico e lo ha colpito. Al Awlaki, per Washington, non era un obiettivo tra i tanti. Era il terzo più pericoloso ricercato nella lista della Cia ma non solo. Era anche un cittadino americano, quindi uno dei terrossti che meglio conosceva i suoi possibili obbiettivi. Di discendenza yemenita, era infatti nato in New Mexico 40 anni fa. Recentemente era diventato una star jihadista sul web proprio grazie ai suoi proclami in un inglese perfetto. Per la Cia, Awlaki era il «capo delle operazioni esterne» dell’ala yemenita di al Qaeda e aveva pianificato e diretto attentati contro interessi Usa, oltre ad aver avuto un ruolo nel fallito attentato di Natale su una linea aerea nel 2009. Awlaki ha anche contribuito a supervisionare il complotto del 2010 per far esplodere un aereo cargo e stava pensando di usare veleni come il cianuro per attaccare gli occidentali.
LE CIRCOSTANZE DELLA MORTE – Secondo fonti del governo yemenita, l’imam terrorista sarebbe stato ucciso mentre era in viaggio tra le province di Marib e al-Jawf nel nord del Paese, aree dove è scarso se non del tutto assente il controllo da parte del governo centrale. Queste fonti, come detto, non avevano precisato come l’uomo fosse stato ucciso. E neppure se vi possa essere stato un coinvolgimento diretto delle forze armate statunitensi. Lo scorso luglio Leon Panetta, che da capo della Cia ha dato lo slancio all’intenso programma di raid di assassinii mirati con i droni coordinando quello che a maggio ha portato alla morte di Osama Bin Laden, aveva detto, assumendo la guida del Pentagono che i suoi principali obiettivi sarebbero stati la rimozione di Ayman al-Zawahri, il medico egiziano diventato il nuovo leader di Al Qaeda dopo la morte di Bin Laden, e Awlaki.
L’ATTENTATO DELLE MUTANDE – Si reputa che fu lui – proprio grazie Internet e e alle videoconferenze in Rete – ad agganciare e plasmare tra il settembre 2005 e la fine del 2008, Umar Farouk Abdulmutallab, il giovane nigeriano meglio noto come l’«attenatore delle mutande». Quest’ultimo si rese responsabile nel dicembre 2009 del fallito attenanto a bordo dell’Airbus A330 in volo da Amsterdam a Detroit nascondendosi un ordigno nei suoi indumenti intimi.
UN COLPO AD AL QAEDA – «La morte di Al-Awlaki è stata una grande sconfitta per Al Qaeda». Barack Obama ha confermato l’uccisione di Anwar al-Awlaki Ricordando il ruolo di registra del tentato attentato al volo diretto a Detroit nel giorno di Natale del 2009 e in quello dei pacchi bomba a bordo dei cargo americani nel 2010 Obama ha definito la morte di Al-Awlaki «un’altra significativa pietra miliare nel nostro impegno per sconfiggere Al Qaeda». E inoltre il presidente ha voluto inviare un messaggio chiaro ai terroristi: «Non esistono rifugi sicuri per Al Qaeda», ha dichiarato assicurando la determinazione «inflessibile» di Washington nel contrastare le reti terroristiche che vogliono uccidere i cittadini americani.
Redazione Online