L’intervento dopo le aperture di maroni sul ritorno alle urne. Il leader Udc: «Con questa maggioranza impossibile fare riforma elettorale». Calderoli: «Meglio fase costituente»
ROMA – Sono davvero più vicine le elezioni dopo le parole del ministro Roberto Maroni che ha aperto sul referendum? Si andrà al voto anticipato? Il ministro Roberto Calderoli ai microfoni del Tg1 allontana l’ipotesi. «Credo che ci sia davanti un grosso obiettivo – spiega – trasformare l’attuale legislatura in una legislatura costituente». Le parole dei due esponenti del Carroccio riaccendono il dibattito sull’ipotesi di un ritorno anticipato alle urne. E il “partito de voto” si allarga. Il leader Udc Pier ferdinando Casini apre alle dichiarazioni di Maroni. «Con questa maggioranza in stato confusionale – dice – è impossibile fare una riforma della legge elettorale condivisa, quindi, pur senza nostalgie per il mattarellum, meglio dare la parola ai cittadini», sostiene il centrista. In numero uno del Pd Pier Luigi Bersani è convinto che il governo non arriverà «anche perchè, ogni qualvolta Berlusconi e i suoi dicono che rimarranno fino al 2013 lo spread va su». Più esplicitamente il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro appoggia l’ipotesi di voto anticipato. «Una volta tanto – sostiene l’ex pm – sono d’accordo sia con Casini sia con Maroni: i tempi sono maturi per andare ad elezioni. D’altronde, non ci sono alternative se non si riesce a cambiare la legge elettorale in questa legislatura. Quindi le strade sono due: o elezioni subito o referendum. L’Italia dei Valori è disponibile ad entrambe le soluzioni».
LE CRITICHE – «I cittadini – racconta sul suo blog Di Pietro a proposito del referendum – ci rincorrevano per firmare non perché volessero esercitare un’azione di antipolitica, ma perché volevano esercitare un’azione politica. Noi vogliamo una nuova legge elettorale». Per il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, «la legge elettorale, quale che sia, deve consentire in primo luogo all’elettore di scegliere il premier, la coalizione, il programma. Il resto è materia di confronto». Per Gasparri si dovrebbe subito avviare un confronto sul presidenzialismo. Il ministro Saverio Romano si dice d’accordo con il collega di governo Ignazio La Russa: è opportuno, sostiene, «lasciare la legge elettorale attuale introducendo le preferenze. Cosi si può recuperare il rapporto elettore eletto». Ha una sua proposta anche il governatore lombardo Roberto Formigoni, secondo cui bisognerebbe aggiungere le preferenze alla attuale legge elettorale.
PORCELLUM E MATTARELLUM – Calderoli, padre del Porcellum, disconosce la creatura e rivela: la Lega lo accettò sotto ricatto. Intervistato dal Tg1, il ministro ha affermato infatti che all’epoca della nascita dell’attuale legge elettorale «la Lega ed il sottoscritto erano a favore del Mattarellum». Il «Mattarellum» è il sistema elettorale che rientrerebbe di fatto in vigore qualora passasse il referendum appena presentato in Cassazione. «Fummo ricattati da Casini e dall’Udc, per introdurre un sistema proporzionale», punta adesso l’indice l’esponente del Carroccio, «da Fini che voleva le liste bloccate e Berlusconi che voleva il premio di maggioranza». Quanto alla sinistra, dette la sua «collaborazione non dicendo nulla». A rafforzare il disconoscimento, Calderoli ricorda di essere stato lui, l’autore della legge, ad affibbiarle in nomignolo con il quale è passata ai libri di storia come legge «porcata», da cui poi il nomignolo coniato da Giovanni Sartori.
Redazione Online