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Il Napoli trionfa a San Siro. Dominio e sofferenza, ma alla fine Luis Enrique conquista l’Olimpico

 

BATTUTA L’ATALANTA. Simplicio sigla il 3-1 finale e scaccia la paura del pareggio interno.Bojan ritrovato, infortunio a Totti. Il big Match nell’Anticipo serale del sabato. Rabbia Inter, rosso a Ranieri. Partita compromessa dal pessimo arbitraggio di Rocchi.

 

La Roma domina, soffre e fa festa. Prima un grande gioco, poi la solita distrazione che porta al 2-1 e infine il gol di Simplicio, benedetto da tifosi a rischio di infarto. Così la Roma di Luis Enrique festeggia la prima vittoria all’Olimpico. Un successo ancora più importante perché arrivato contro l’Atalanta, cioè la squadra più in forma del momento che, senza la penalizzazione di sei punti, sarebbe ancora la capolista in attesa delle partite di domenica. Davvero un bel pomeriggio per i giallorossi: i tre punti, i tre gol, Bojan ritrovato, Pjanic che cresce, il gioco che assomiglia sempre di più a quello che ha in mente l’allenatore asturiano (23 tiri verso la porta contro 8), l’entusiasmo di un pubblico conquistato.

INFORTUNIO – La perfezione, però, non esiste, e così, dopo un’ora di partita, ecco l’infortunio a Totti (risentimento muscolare) che getta qualche inquietudine sulla prossima partita. Non una normale. Il derby. Sul suo sito il capitano giallorosso si è affrettato a rassicurare i tifosi: «sto meglio, sono uscito per precauzione». Tra oggi e domani sono previsti controlli medici che dovrebbero chiarire la situazione. Per il derby, insomma, dovrebbe essere tutto a posto. Viene a proposito, in questo senso, la sosta per le nazionali che lascerà due settimane al capitano giallorosso per cercare di recuperare. Anche sabato Totti non ha trovato il gol, ma ci è andato vicino e, pur non giocando la sua miglior partita, ha contribuito soprattutto nel primo tempo a una prestazione di gruppo molto convincente. Per 45’ la Roma ha fatto rivivere al suo pubblico emozioni «alla Zeman»: un calcio aggressivo, tutto d’attacco, con un pressing alto asfissiante che ha ridimensionato l’Atalanta.

MILANO – Il Napoli corre come un neutrino e, dopo un’attesa durata 17 anni, è riuscito a sconfiggere l’Inter a San Siro. Tre gol ai nerazzurri per fare festa e lanciarsi verso lo scudetto. L’ultima vittoria risaliva all’11 dicembre ’94 (poi otto sconfitte consecutive) e per sottolineare il valore dell’impresa va segnalato che nemmeno il Napoli di Maradona era riuscito a passare a San Siro negli anni dei due scudetti (due sconfitte nell’87 e nel ’90).

DISASTRO ROCCHI – Quella del ’94 era stata una gara senza storia. Questa che lancia la squadra di Mazzarri in maniera definitiva (per lui un super-regalo per i 50 anni, anche se non gradisce l’idea che il tempo possa passare) è stata una partita con troppa storia: bellissima e avvincente nel primo tempo, in equilibrio e senza un attimo di tempo per tirare il fiato, è stata rovinata dal pessimo arbitro Rocchi, che ha azzeccato soltanto una decisione, grazie alla bravura dell’assistente Romagnoli: il gol annullato a Pazzini per fuorigioco.

Per il resto è stato un disastro, documentato da fatti specifici e non da opinioni: il primo fallo di Obi, ammesso che fosse tale, non era da ammonizione (11′ p.t.); il rigore che ha aperto la strada al trionfo del Napoli non era rigore, per il semplice fatto che il fallo è avvenuto abbondantemente fuori area; in ogni caso, Obi non andava ammonito, perché si trattava di un contatto di spalla. Il rigore (il terzo contro l’Inter in cinque partite) calciato da Hamsik e respinto da Julio Cesar andava ripetuto, perché Campagnaro, che ha calciato il pallone il rete per l’1-0, era all’interno dell’area di almeno un metro. Si è visto in passato ripetere rigori finiti subito in rete, con giocatori in area di centimetri.

Redazione online

 

Il Napoli trionfa a San Siro. Dominio e sofferenza, ma alla fine Luis Enrique conquista l’Olimpicoultima modifica: 2011-10-02T18:00:48+02:00da
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