Napoli tragedia alla sesta corsa della riunione di trotto. Artieri e driver sgomenti. L’uomo era un addetto storico dell’ippodromo. Il 32enne è arrivato già senza vita in ospedale
NAPOLI – Una tragedia assurda ha funestato il pomeriggio di corse al trotto ieri ad Agnano. Un operaio dipendente dell’ippodromo, Salvatore Ciotola, 32 anni, è morto investito in pista dal furgoncino dei giudici di gara che controllavano la corsa.
Un incidente sul lavoro che non ha precedenti. Il furgoncino dei giudici viaggia su una pista interna a quella dove corrono i cavalli e quindi procede ad una velocità inferiore rispetto a quella dei concorrenti, intorno ai 40 chilometri orari.
L’impatto, nonostante la velocità ridotta, è stato comunque violento: l’operaio è stato sbalzato in aria e nel ricadere avrà battuto violentemente la testa fracassandosi il cranio e rendendo inutile la corsa dell’autoambulanza in servizio all’ippodromo verso l’ospedale San Paolo.
Sgomenti i compagni di lavoro, tra cui l’autista del furgoncino, che hanno accolto in un abbraccio commovente il figlio tredicenne di Ciotola accorso dalla vicina abitazione. L’operaio lascia la moglie e un altro bambino di sette anni. Distrutti anche gli artieri, i driver e gli allenatori di Agnano tra cui Ciotola era molto conosciuto abitando a due passi dall’ippodromo e coltivando sin da piccolo la passione per i cavalli.
Allibiti anche gli spettatori, oltre duecento, che stazionavano sulle tribune e che mentre i cavalli percorrevano l’ultima parte della retta d’arrivo, hanno visto la sagoma dell’operaio in volo dopo l’incidente. L’impatto non è sfuggito nemmeno agli appassionati più attenti che seguivano il convegno in diretta tv nelle agenzie di scommesse o a casa sul canale 220 di Sky. Immagini non limpidissime poiché in primo piano c’erano i cavalli protesi verso l’arrivo ma che potranno essere utili alla polizia scientifica e agli uomini del commissariato San Paolo giunti subito all’ippodromo per i primi rilievi. Dopo la tragedia, verificatasi durante la sesta delle otto corse in programma, la giuria, dopo aver avvertito i dirigenti, naturalmente ha immediatamente sospeso il convegno in segno di lutto.
Una morte assurda, una fatalità. Del resto la maggior parte delle gare al trotto si disputano con partenza dietro l’autostarter e non c’è nessun operaio in pista durante lo svolgimento. Solo la sesta corsa ieri prevedeva una partenza diversa, senza autostarter ma con i nastri in quanti non tutti i cavalli partivano alla pari.
Per questo tipo di partenze i cavalli s’immettono nella pista da corsa avviandosi da un circuito interno, un percorso segnato da birilli in plastica che poi successivamente vengono rimossi.
E ci sono operai che liberano i cavalli dai nastri appena lo starter ritiene l’allineamento valido e che posizionano i birilli. Ciotola era uno di questi. Era in pista con altri compagni di lavoro per svolgere il suo compito. Azzardata qualsiasi ipotesi su come si sia trovato sul percorso del furgoncino. Un incidente così assurdo che non rientra nella casistica delle morti bianche.
L’ippodromo era stato teatro di una morte bianca anche nel marzo del 2005. Ciro Ciotola (solo omonimo dell’operaio scomparso ieri) era stato schiacciato da un muletto guidato da un collega che si era ribaltato. Dopo quell’incidente, dirigenti dell’ippodromo e rappresentanti sindacali avevano varato una commissione e le misure di sicurezza all’interno dell’impianto erano diventate più severe.
Gaetano Borrelli