INTERVISTATO DAL DIRETTORE DI TIME. L’attore rivela: «Ma non era un bunga bunga party»
MILANO– Dopo le intercettazioni, le indiscrezioni, le interviste e le smentite, ecco la versione di George Clooney sulla oramai famosa cena romana a Palazzo Grazioli col presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. È stata «una delle più sorprendenti serate della mia vita», ha confidato l’attore. Che parla anche del suo coinvolgimento nel Rubygate.
«BUNGA BUNGA PARTY» – È il solito Clooney: piacente, schietto e senza peli sulla lingua. Mercoledì il cinquantenne attore si è concesso alle «10 domande» del Time con il direttore del magazine americano Rick Stengel. Oltre a chiacchierare di cinema, giornalismo, politica e della sua villa sul Lago di Como, Clooney ha parlato anche del premier italiano. Nel processo a carico di Silvio Berlusconi sul «caso Ruby», l’attore americano era stato infatti chiamato a fine marzo tra i testi della difesa. Spiega Clooney: «Ho detto loro che sarei venuto a testimoniare se avessero voluto, perché non ero alla festa dove si dice sarei stato. Non ero al suo ‘bunga bunga’».
LA SERATA – Clooney si riferisce probabilmente a quella famosa serata del 5 settembre 2008. L’attore era, infatti, in Italia in quei giorni in qualità di messaggero di pace dell’Onu ed impegnato nella raccolta di fondi per il Darfur. Di quella serata è stato pubblicato recentemente anche un inedito scatto che vede proprio George Clooney con Berlusconi e Sabina Began, «l’Ape regina» indagata dalla Procura di Bari nell’inchiesta sulle escort che sarebbero state portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Berlusconi.
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Elmar Burchia