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Inchiesta Barletta, 9 nove indagati. C’è anche il papà dalla 14enne morta

LE INDAGINI SUL CROLLO DEL PALAZZO. Coinvolti il capo dell’ufficio tecnico, i titolari della ditta edile e il proprietario del maglificio colpito dal dramma

Giuseppe Maralfa

BARLETTA – Sono nove gli indagati nel fascicolo aperto dalla procura di Trani in seguito al crollo del palazzo di via Roma in cui hanno perso la vita cinque donne. Il pm Giuseppe Maralfa indaga per i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime e ha effettuato le iscrizioni al termine di tre giorni di interrogatori e di acquisizione di atti.

I NOMI – Si tratta del capo dell’ufficio tecnico comunale, l’architetto Francesco Gianferrini, dell’ingegnere Rosario Palmitessa e del direttore dei lavori del cantiere in cui doveva sorgere uno stabile, Giovanni Paparella. E ancora il geometra Roberto Mariano e un vigile urbano, Giovanni Andriolo, che avrebbero effettuato il sopralluogo venerdì scorso. E ancora Cosimo Giannini, amministratore unico dell’impresa costruttrice, i fratelli Salvatore e Andrea Chiarulli dell’azienda che stava effettuando i lavori e Salvio Cinquepalmi, titolare del maglificio in cui sono morte le donne. Gli indagati hanno ricevuto le informazioni di garanzia a conclusione dei funerali delle vittime perché tra qualche ora in procura ci sarà la nomina di consulenti della procura incaricati di «accertamenti irripetibili». Per questo, anche gli indagati avranno la possibilità di nominare propri consulenti di fiducia.

LE INDAGINI – Sono stati ascoltati residenti, feriti scampati alla morte, dirigenti comunali e proprietari delle imprese coinvolte presumibilmente nel crollo del palazzo. Al centro dell’attenzione dei magistrati, dei carabinieri e dei poliziotti, ci sono i lavori effettuati nel cantiere accanto al palazzo venuto giù lunedì scorso, dove sarebbe stato realizzato un nuovo edificio. Hanno perso la vita quattro operaie di un maglificio e una bambina di 14anni figlia dei proprietari dell’opificio.

I FUNERALI – Gremita all’inverosimile piazza Aldo Moro, la più grande della città, piene le strade confluenti e assiepati i balconi dei palazzi prospicienti. Un funerale vissuto con emozione e partecipazione da tante migliaia di persone che hanno tributato applausi all’entrata e uscita delle cinque bare (legno bianco per Maria Cinquepalmi), legno chiaro per le quattro operaie (Tina Ceci, di 37 anni, Antonella Zaza, di 36, Matilde Doronzo, di 32 e Giovanna Sardaro, di 30). Alle esequie erano presenti, tra gli altri, il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, in rappresentanza del governo, e il governatore della Puglia, Nichi Vendola.  A funerali hanno anche partecipato i leader di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Raffaele Bonanni, per ribadire che la piaga del lavoro nero deve essere contrastata in tutti i modi e che per far questo è indispensabile che riparta in tutta l’Italia, Mezzogiorno incluso, riparta l’economia.

I CARTELLI “VOGLIAMO LA VERITA'” – Quasi al termine dei funerali un grande striscione nero con scritto “E ora vogliamo la verità” è apparso sul terrazzo di uno degli stabili che si affacciano sulla piazza ed è stato accolto dagli applausi. In tanti poi dopo la cerimonia in tanti hanno chiesto, in silenzio, con diversi cartelli “verità e giustizia”.
In seguito poi una folla di persone si è radunata sotto il municipio di Barletta al grido di “Fuori, fuori, dimettetevi” e con uno striscione con su scritto: “I vostri profitti non valgono cinque vite! Dimissioni”.

IL SINDACO: “LAVORO NERO PIAGA NAZIONALE” – Prima della cerimonia Maffei aveva commentato ai microfoni di SkyTG24 le polemiche seguite alla tragedia: “Sicuramente c’è un clima difficile: abbiamo voluto fare il funerale in piazza per accumunare tutte e 5 le bare e consentire alla popolazione di testimoniare vicinanza, cordoglio e dare forza ai familiari delle vittime perché possano reagire a questo difficilissimo momento”. “Ora – ha continuato – non vogliamo discutere dell’appartamento in più o del condono eseguito con leggi aberranti per il nostro patrimonio edilizio: bisogna capire le cause del disastro e chi ha sbagliato e arrivare presto a risultati tangibili e reali, come chiedono le famiglie delle vittime”.

NAPOLITANO: “CONDIZIONI DI LAVORO BESTIALI” – E nel giorno dei funerali anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato sulla tragedia. “Attenzione, i meridionali a volte lavorano in condizioni bestiali. A Barletta quelle giovani donne lavoravano in nero per 3,95 euro l’ora. E’ lo specchio di un’economia arretrata, fragile, di un’Italia che fatica e produce come può” ha detto il Capo dello Stato, che subito dopo il crollo aveva parlato di “sciagura inaccettabile”.

Carmen Carbonara

Inchiesta Barletta, 9 nove indagati. C’è anche il papà dalla 14enne mortaultima modifica: 2011-10-06T23:06:50+02:00da
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