CASO EUROLAT. Le imputazioni: concorso in estorsione e bancarotta
Cesare Geronzi |
ROMA – L’ex proprietario della Cirio, Sergio Cragnotti, e l’ex presidente della Banca di Roma, Cesare Geronzi sono stati rinviati a giudizio dal gup del tribunale di Roma Tommaso Picazio in relazione alla vicenda Eurolat. Il processo, che prenderà il via il prossimo 25 gennaio, riguarderà anche Riccardo Bianchini Riccardi, già componente del consiglio di amministrazione di Cirio spa nonchè consulente della stessa società. I reati, contestati dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal pm Paola Filippi, sono quelli di concorso in estorsione ai danni di Calisto Tanzi, all’epoca dei fatti (1999-2000) presidente di Parmalat, e in bancarotta per distrazione.
LE ACCUSE – Il rinvio a giudizio di Cragnotti, Geronzi e Bianchini Riccardi si riferisce a una costola del processo Parmalat inviato per competenza territoriale dai pm di Parma a quelli di Roma. Si tratta della presunta estorsione ai danni dell’ex numero uno di Collecchio, Calisto Tanzi, relativa alla cessione del ramo latte di Cirio, Eurolat, a Parmalat, avvenuta nel 1998. Secondo l’accusa, Geronzi, Cragnotti e Bianchini Riccardi avrebbero esercitato pressioni indebite su Cragnotti perchè acquistasse Eurolat a un prezzo fuori mercato, entro un certo termine e alle condizioni da loro dettate, pena il ritiro dei finanziamenti al gruppo Parmalat da parte della Banca di Roma.
I PM CHIESERO IL PROSCIOGLIMENTO – All’udienza preliminare i pm di Roma avevano chiesto il proscioglimento degli indagati ritenendo che l’accusa fosse già inglobata nel processo parmense per la bancarotta di Parmalat, ma il gup, che non aveva condiviso tale impostazione, aveva sollevato conflitto di competenza in Cassazione tra Roma e Parma. La Suprema Corte aveva assegnato il fascicolo ai pm della Capitale che quindi sono andati avanti con le indagini. Oggi il procuratore aggiunto, Nello Rossi, e il pm Filippi hanno chiesto al gup Picazio il rinvio a giudizio per tutti e quattro gli indagati nella vicenda: Geronzi, Cragnotti, Bianchini Riccardi e Gaetani, indagato solo per un episodio. Il Gup ha rinviato a giudizio i primi tre e prosciolto il quarto.
INGIUSTO PROFITTO – L’ingiusto profitto, scrive il giudice, è stato ottenuto «mediante minaccia consistita nel prospettare a Tanzi, presidente del Cda e a.d. delle società del gruppo Parmalat, che se la Parmalat spa non avesse acquistato la Eurolat srl al prezzo, nei tempi e secondo le modalità stabilite in base ad accordo intercorso tra Cragnotti e Bianchini Riccardi, da un lato, e Geronzi, Sergio De Nicolais (deceduto) e Giorgio Brambilla (deceduto), dall’altro», Cesare Geronzi avrebbe «determinato la revoca di tutti gli affidamenti bancari concessi dalla Banca di Roma alle società del gruppo Parmalat pari a complessivi 400 miliardi di lire circa e quelli concessi personalmente a Calisto Tanzi». Secondo il gup Geronzi avrebbe tratto, tra l’altro, dall’operazione «l’ingiusto profitto di ottenere la soddisfazione e la rinegoziazione del complessivo credito nascente dallo sconfinamento dei conti correnti verso le società del gruppo Cirio pari a complessivi 500 miliardi di lire».
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