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Spintoni e tessere strappate Critiche al leader: basta capetti

A Varese – Niente voto sul segretario provinciale, vertici costretti a evitare anche l’acclamazione. Malumori e forti tensioni all’assise E il capo: ho portato i figli nella Lega e hanno avuto gravi difficoltà nella vita

Bossi con il figlio Renzo

VARESE – «Per il bene della Lega, dichiaro Maurilio Canton segretario…». Andrea Gibelli, negli scomodissimi panni di presidente dell’assemblea, non riesce a finire la frase. Perché la platea del congresso varesino esplode in un coro duro, insistito: «Voto, voto, voto». L’inimmaginabile accade, l’inaudito si verifica: Umberto Bossi è contestato apertamente nella sua Varese, culla del movimento e cuore di Padania. Il capo minimizza: «Ho visto in seconda, terza fila dei fascisti…». Ma difficilmente ricorderà il congresso provinciale di ieri come una tra le pagine migliori del Carroccio: addirittura, tra alcuni militanti si arriva al contatto fisico. E se la rissa, sfiorata, non esplode, di certo un partito sotto choc ha poco da festeggiare.

Sono in molti coloro che sottoscriverebbero l’amarezza del sindaco di Castronno varesino, Mario De Micheli, all’uscita dal congresso: «È il giorno più brutto da quando sono in Lega». Un delegato esce a grandi passi dal congresso: «La tessera, questa volta, la brucio».
Alla fine, certo, Umberto Bossi porta a casa il risultato. Riesce a far nominare il segretario da lui prescelto per Varese. Eppure, non può farlo votare: Maurilio Canton viene «dichiarato». Perché è Bossi il primo a rendersi conto dei rischi e chiede a Gibelli, appunto, di non mettere ai voti l’indicazione. Non solo. Il «non eletto», come già lo chiamano gli avversari, si aggiudica un record: è probabilmente il primo segretario politico nella storia dell’Occidente a non pronunciare nemmeno una sillaba durante il congresso che lo elegge. Troppo alto il rischio di nuove contestazioni. Non avrà di che annoiarsi. Per il consiglio direttivo, infatti, il voto c’è stato: il suo gruppo, quello dei vicini a Marco Reguzzoni, si aggiudica soltanto tre dei nove eletti (tra cui la sorella del capo dei deputati).

Gibelli vede la mala parata, chiude le iscrizioni a parlare, e mette al voto il direttivo tra le proteste dei delegati che vogliono votare anche il segretario. Come peraltro prevede una risoluzione del consiglio federale del marzo scorso. Ma finalmente, il vicepresidente della Lombardia può asciugarsi il sudore, tocca a Umberto Bossi. «I maroniani non ci sono, aveva ragione Roberto – esordisce -. La verità è che i burattinai di tutto questo casino sono i giornalisti». Poi, il leader spiega le ragioni di una scelta: «Meno male che alla fine si è trovata una via. Canton non era nel vecchio gruppo di Varese, è come spalancare la finestra per fare entrare aria fresca». Di più: «Il nuovo segretario deve far entrare le associazioni nelle sezioni, rompere la continuità, dare nuove energie». Poi, il mea culpa: «Si doveva intervenire prima, non lasciar peggiorare la situazione come è peggiorata». Quindi, partono le accuse alla precedente gestione: «Pensate che i miei figli non ottenevano la tessera della Lega. Io li ho allevati per essere leghisti, li portavo con me alle feste. Anche se, per questo, loro hanno avuto gravi difficoltà nella vita». Arriva l’appello a stare con i militanti: «Voglio i parlamentari tutti i lunedì nelle sedi della Lega». Bossi torna su Maroni: «Leggevo sui giornali dei maroniani, ma io sapevo che non ci sono. Io e lui siamo amici. Lui era uno di quelli che c’era all’inizio. In consiglio dei ministri ci basta un’occhiata».
In chiusura, però, arrivano le turbolenze. «Spero che voterete Canton…». I militanti lo prendono in parola e cominciano a scandire «vo-to, vo-to, vo-to». Bossi se ne va, qualcuno giura che avesse le lacrime agli occhi per il clima dell’assemblea. La parola torna a Gibelli, che cerca l’acclamazione. Ma il coro non cambia: «Vo-to, vo-to, vo-to». È il manicomio, la sala ribolle. Un delegato fa per fotografare la scena, il presidente s’infuria: «Vedete, dove sono i problemi? La gente viene qui a registrare…». Meglio chiudere e in fretta: «Per il bene della Lega, dichiaro Maurilio Canton segretario…».

Marco Cremonesi

Corriere della Sera

Spintoni e tessere strappate Critiche al leader: basta capettiultima modifica: 2011-10-10T11:31:51+02:00da
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