AUDIZIONE ALLA CAMERA. Per Giampaolino la via è quella della patrimoniale. «Non soffocare il lavoro e le imprese». Condono scelta politica
La Corte dei Conti |
ROMA – La Corte dei Conti boccia la riforma fiscale: «Non ha copertura – sostengono i giudici – anche perchè parte delle entrate sono state usate dal decreto di agosto». L’indicazione arrivata dal presidente della Corte Luigi Giampaolino (nella foto con il ministro Giulio Tremonti) in un’ audizione alla commissione Finanze della Camera è quindi quella di «tassare beni personali e reali», evitando i tagli lineari alle agevolazioni che «sarebbero recessivi». Per Giampaolino il fisco non deve insistere «sul lavoro e sulle imprese»
LA DICHIARAZIONE – «Occorre domandarsi se le incertezze che gravano sulla copertura della delega fiscale e assistenziale non rendano necessario esplorare fonti di gettito nuove, in direzione di basi imponibili personali o reali che non insistano sul lavoro e sulle imprese» sono le parole del presidente della Corte dei Conti per il quale «c’è la consapevolezza che la strada di una riduzione della spesa sociale risulta difficile e rischia di produrre effetti non diversi da quelli derivanti da un prelievo eccessivo e distorto».
LA PREOCCUPAZIONE – Le «forti incertezze» che dominano la situazione economica e il «perdurare di asfittici ritmi di crescita» preoccupano la Corte dei Conti. Il presidente dei giudici contabili, Luigi Giampaolino, davanti alle commissioni Finanze e Affari sociali della Camera in audizione sulla riforma fiscale e assistenziale, ha fatto notare che il disegno di legge delega «si colloca in una situazione in cui si combinano rinnovate esigenze e crescenti preoccupazioni». «Le preoccupazioni – ha detto Giampaolino – traggono origine dalle forti incertezze che dominano la situazione economica e che rischiano di aggravare gli squilibri di finanza pubblica».
CONDONO E LOTTA ALL’EVASIONE – «Quella del condono è una scelta molto politica, specie per l’aspetto che riguarda le conseguenze sul comportamento dei contribuenti» ha poi affermato Giampaolino. Bisognerebbe tenere in considerazione i risultati dei condoni precedenti e, per quanto riguarda soprattutto un condono dell’Iva, delle possibili implicazioni in sede europea. «Experientia magistra vitae» ha detto il presidente della Corte ricordando tuttavia che, a differenza di condoni passati, ora si è «in presenza di nuove misure antievasione delle quali bisogna tenere conto». Lotta all’evasione e condono potrebbero condurre il contribuente a «nuova vita» fiscale.
Paola Pica