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Governo bocciato: «Ora la fiducia» La bocciatura diventa un rebus giuridico

In mattinata si riunisce la giunta della camera. La maggioranza vuole proporre un nuovo provvedimento Berlusconi: «I numeri ci sono»

ROMA – Una giornata di dimenticare. Per Silvio Berlusconi e per tutta la maggioranza. Una giornata che ha il sapore amaro di una sconfitta. Perché la chiamata alle «armi» del Pdl (chiedendo a deputati di tornare in Aula, compreso Silvio Berlusconi) non è servita a raggiungere il quorum sul provvedimento del rendiconto dello Stato. Così il governo è stato battuto di un solo voto, obbligando a sospendere la seduta. Accuse a chi non c’era (in primis a Giulio Tremonti che durante la votazione risultava in missione). E caos nella maggioranza. Anche se molti esponenti di Pdl e Lega hanno cercato di minimizzare. «Incidente tecnico» hanno ripetuto. Ma ora si apre un rebus giuridico. Perché esistono solo due precedenti. Ed entrambi portarono i presidente del consiglio in carica a rassegnare le dimissioni al capo dello Stato. Il primo risale al 1988 quando il governo Goria venne battuto per l’ennesima volta su un emendamento al Bilancio. L’altro riguarda Giulio Andreotti. Ma il governo è intenzionato a chiedere la fiducia. E a farlo sarà proprio Silvio Berlusconi. «Sarebbe da irresponsabili far cadere il governo in questo momento di crisi», avrebbe detto il premier durante a una riunione della maggioranza a Palazzo Grazioli. E sarebbe questo l’argomento che vorrebbe usare nel suo discorso. E che potrebbe arrivare tra mercoledì e giovedì.

IL REGOLAMENTO – La situazione che si apre non è così semplice. La bocciatura riguarda il bilancio consuntivo di tutte le attività pubbliche dello Stato. Entrate e uscite dal punto di vista patrimoniale e finanziario. Mercoledì mattina si riunisce la giunta della Camera per decidere come procedere che però ha un parere solo consultivo. E la tesi potrebbe essere ribaltata dalla riunione dei capigruppo convocato subito dopo. Che per passare però ha bisogno dei due terzi una maggioranza. In ogni caso l’opposizione, che recita l’articolo 81 della Costituzione, dice che si è rotto il rapporto fiduciario con il Parlamento.

BERLUSCONI- Ma il presidente del Consiglio non ci sta a fare un passo indietro. Nonostante la rabbia provata a Montecitorio. L’intenzione sarebbe quella di presentare un nuovo provvedimento e chiedere la fiducia che si trasformerebbe in un voto sul governo. Il tutto con il via libera (non scontato) di Napolitano. La decisione è stata presa dopo un vertice di quattro ore a Palazzo Grazioli. Riuniti Pdl, Lega e Responsabili. Pronti quindi a trovare un exit strategy. E sarà lo stesso Berlusconi, o almeno così sembra, a chiedere la fiducia. « Far cadere il governo nel mezzo di questa crisi economica sarebbe da irresponsabili», sarebbe uno degli argomenti che vorrebbe utilizzare il premier. La sua idea, insomma, è quella di non prestare il fianco alle opposizione e «dimostrare di avere i numeri. Li sbugiarderemo». E potrebbe presentarsi in Parlamento per un discorso programmatico di pochi punti sul rilancio dell’attività di governo. E intanto il Pd chiede di sospendere, al Senato, l’approvazione del della nota di aggiornamento Documento di economia e finanza perché senza rendiconto non si può procedere.

Redazione Online

Governo bocciato: «Ora la fiducia» La bocciatura diventa un rebus giuridicoultima modifica: 2011-10-12T09:10:40+02:00da
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