«Ogni tanto va bene qualche complimento, altrimenti mi massacrano sempre. Cassano come Ibra: «Voglio lasciare quando sto ancora bene»
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Antonio Cassano (Reuters) |
PESCARA – Il Cassano show sembrava essere finito al 10′ del secondo tempo, quando Cesare Prandelli l’ha tolto per la standing ovation dopo la prima doppietta in azzurro. Invece il terzo tempo arriva dallo studio Rai nella pancia dello stadio Adriatico: «Ho 29 anni, sono da dieci in nazionale però ho solo 25 presenze, faccio sempre dentro e fuori. Sono stressato. Vorrei fare un buon Europeo ed un buon Mondiale, poi mi ritiro. Smetto a 33 anni, voglio lasciare quando sto ancora bene». Parole che divertono Prandelli («Cassano fantastico? Sì, ma anche dopo la partita», è il sorriso del ct) e lasciano di stucco i compagni. «Io no, lo stress non lo sento: voglio giocare ancora – dice De Rossi – poi magari tra quattro anni a lui andrà più che a me». «Era solo una battuta, io che ho 34 anni voglio giocarne altri 10 – commenta invece Buffon -: vedrete, la prossima volta se la rimangia». «Vuol dire che lo coccoleremo», dice un Montolivo meravigliato.
COME IBRA – Cassano come Ibrahimovic? No, perchè Cassano è unico, come quando ammette che «al 70% me le vado a cercare, faccio delle belle cagate. Però non me ne perdonano una, anche quando faccio bene». «Sono stressato, sono 13 anni, qualsiasi cosa che dico non va bene – continua Cassano -, quindi a 33 anni esco dal calcio e mi godo la famiglia, spero di avere altri due o tre figli». È convinto che questa Italia si possa «togliere parecchie soddisfazioni», lui intanto si è tolto lo sfizio di raggiungere un ex compagno nella classifica dei cannonieri azzurri. «Io come Totti? Normale che i gol li ho voluti – dice imitando anche l’intercalare del Pupone – altrimenti avrei calciato fuori. Ogni tanto va bene qualche complimento, altrimenti mi massacrano sempre, del resto sono un pagliaccio dalla nascita». «Sono 13 anni che mi gratto la testa e non va bene, qualsiasi cosa che dico non va bene – continua il talento di Bari vecchia -, quindi a 33 anni esco dal calcio e mi godo la famiglia, spero di avere altri due o tre figli. Il calcio per me è stata la cosa più bella del mondo, però ora sono un po’ stanco. L’abitudine mi stanca, voglio fare altri tre anni bene e poi smettere. Ho vinto poco? Se uno vince poco o tanto se lo è meritato. Se Buffon ha vinto tanto è perchè se lo è meritato, io ho dato poco e quindi ho vinto poco. Comunque – prosegue – devo ringraziare Prandelli, lui mi ha dato fiducia e mi è stato veramente vicino quando tutti mi dicevano che ero grasso. Abbiamo un rapporto speciale, spesso ci sentiamo e mi ha dato lo slancio per fare bene anche con il Milan».
IL DOPO – E cosa farà Cassano nel dopo-calcio? «Non so fare niente, nemmeno parlare – scherza -, quindi non potrei fare l’opinionista perchè direi solo cavolate». Poi l’attaccante milanista conclude: «Non vi preoccupate: quando va via Cassano avrete ancora da scrivere perchè c’è Balotelli, che è un altro grande personaggio».
Redazione Online