Non sono tra i banchi i parlamentari di Pd, Idv e Terzo polo. Venerdì il voto. Berlusconi alla Camera chiede la fiducia: «C’è stato un incidente nella maggioranza, ora vi porremo rimedio»
ROMA – «Sono qui per chiedere il rinnovo della fiducia al governo che ho l’onore di presiedere. Un incidente parlamentare di cui la maggioranza porta la responsabilità e di cui chiedo scusa va sanato con un voto di fiducia». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenendo alla Camera e chiedendo la fiducia al governo, la numero 56 di questa legislatura. Berlusconi, che ha parlato di «incidente grave» garantendo però che «non ci saranno conseguenze sul piano istituzionale», ha poi spiegato che il governo presenterà un nuovo provvedimento sul rendiconto generale dello Stato, quello su cui la maggioranza è andata sotto nei giorni scorsi. «Il governo ha il dovere di farlo» ha precisato Berlusconi spiegando che tuttavia lo scivolone è avvenuto «su un atto squisitamente contabile» e sottolineando che «non ci sono alternative» nell’opposizione e ricordando che se un governo perde la fiducia «la parola deve tornare agli elettori». Berlusconi ha anche elogiato «l’impeccabile vigilanza» del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma anche ricordato che «una crisi di governo al buio» sarebbe deleteria. «Io sono qui – ha detto – e c’è una maggioranza coesa. E l’Italia ce la farà».
«GOVERNO TECNICO? NON LEGITTIMATO» – «A chi ci chiede di fare un passo indietro – ha detto ancora il Cavaliere – rispondiamo che mai come in questo momento sentiamo la responsabilità di non accondiscendere a tale richiesta. E questo non per preservare dei poteri, ma nella convinzione che questo governo non ha alternative credibili e che i problemi del paese non possono essere risolte da un governo tecnico non legittimato democraticamente a fare scelte che di questi tempi possono anche essere impopolari. Noi ci assumeremo le responsabilità delle nostre scelte, diversamente da quello che farebbe un governo tecnico che mai si confronta con gli elettori».
«NON MI FACCIO LAPIDARE» – Se l’è poi presa contro le «calunnie» dell’opposizione architettate, a suo dire, da un sistema mediatico-giudiziario a lui avverso. E ha criticato il «partito degli sfascisti» e una sinistra «divisa in tutto e unita solo dall’antiberlusconismo». E ancora: «Chi nell’opposizione vuole continuare a erigere patiboli e continuare a lapidare ogni giorno un nuovo capro espiatorio sappia che ci troverà come ostacoli sulla sua strada».
LA FIDUCIA DI BOSSI – Dalla maggioranza un primo segnale importante è arrivato dal leader della Lega Nord, Umberto Bossi: «Domani sera il governo ci sarà ancora». E ai giornalisti che, in Transatlantico, gli hanno chiesto se il discorso di Silvio Berlusconi lo abbia convinto, Bossi ha risposto lapidario: «Sì». Negativi i giudizi delle opposizioni. Su tutti quello del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo cui Berlusconi «ha fatto un discorso penoso».
L’AVENTINO DELLE OPPOSIZIONI – Il capo del governo ha parlato davanti ad un emiciclo semivuoto, dopo la decisione dell’opposizione di disertare la seduta in un gesto che ha pochi precedenti e che richiama alla mente il più eclatante di tutti, ovvero l’Aventino parlamentare che vide protagonisti i deputati antifascisti i quali, nel 1924, lasciarono Montecitorio per protesta contro le violenze delle milizie squadriste e contro il rapimento e l’uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti. Ma nel fronte delle minoranze ci sono state delle defezioni: i sei deputati radicali eletti nelle fila del Pd hanno scelto di essere comunque presenti tra i banchi durante il discorso del premier.
«COME CON ALMIRANTE» – Hanno decio di farlo, hanno spiegato in una nota, «per rispetto del ruolo istituzionale del Presidente del Consiglio ritenendo che chi si candida a governare dovrebbe fare altrettanto soprattutto in un Paese dove da sessant’anni – e oggi ancor di più – si violano costantemente i principi fondamentali dello Stato di diritto. Basti pensare a come è ridotta la giustizia e la sua appendice carceraria. Nel tollerare il suo disfacimento – con il pesante carico di vite umane sequestrate, spezzate, cancellate – sono tutti uniti, centrodestra e centrosinistra. Questa storia di uscire dall’aula quando entra Berlusconi per il cui governo le delegazioni radicali di Camera e Senato non hanno mai votato la fiducia, ricorda troppo quando l’unità nazionale del fascio partitocratico degli anni ’70 disertava le aule parlamentari appena prendeva la parola Almirante».
«E ADESSO BASTA ERRORI» – Dal canto suo Berlusconi già prima di entrare in Aula si era detto sicuro di ottenere la fiducia. Lo ha esplicitato ai giornalisti entrando a Montecitorio e lo aveva spiegato ai ministri nel corso della riunione dell’esecutivo della mattina. Il capo del governo pensa di uscirne bene e punta a raggiungere quota 320, ovvero la maggioranza assoluta dell’assemblea con qualche consenso aggiuntivo, anche se sono state già annunciate defezioni di deputati che in passato lo avevano sempre sostenuto, come ad esempio Santo Versace. Ai ministri Berlusconi ha poi chiesto che la maggioranza non compia più errori: ora bisogna essere compatti – ha detto sostanzialmente – oppure il governo salta.
LA SCALETTA – Il programma dei lavori di Montecitorio prevede dopo l’intervento di Berlusconi un’ora di discussione – ma non ci dovrebbero essere interventi da parte delle opposizioni che resteranno fuori dall’aula anche nella fase dibattimentale – al termine della quale verrà posta la questione di fiducia, che verrà votata dopo 24 ore. L’Aula dovrebbe quindi esprimersi sull’intervento del premier venerdì attorno alle 12,30 – 13: solo in quel momento Pd, Idv e Terzo Polo torneranno ad occupare i propri scranni.
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Nel frattempo è stato anche convocato un nuovo consiglio dei ministri sempre per venerdì. Nella riunione di oggi è stato soltanto annunciato il nuovo ddl per il rendiconto del bilancio dello Stato – così come ha fatto poi Berlusconi in aula -, quello su cui l’esecutivo si è trovato senza maggioranza, che sarà approvato, appunto, domani.
2 – Berlusconi chiede fiducia alla Camera
3 – Berlusconi chiede fiducia alla Camera
Alessandro Sala