LA CRISI, IL DEBITO. Il Mib perde il 3%. L’incertezza politica torna a spingere il differenziale tra i Btp e i Bund. «I livelli dello spread per i bond italiani ritornato ai livelli di prima dell’intervento. La Bce: «Attuare in modo inequivocabile tutti i provvedimenti annunciati per il riequilibrio dei conti»
MILANO – Forte ondata di vendite sui mercati europei ma soprattutto su quello italiano. Sotto attacco i titoli bancari. In Italia la situazione si complica anche per Bote Btp: i titoli italiani sembrano tornati a pagare l’impasse politica in attesa del voto di fiducia al governo Berlusconi. Secondo gli operatori, che prevedevano un calo di almeno 100 punti base del differenziale tra titoli di stato italiani e tedeschi nel caso di un passo indietro del premier Silvio Berlusconi, è evidente, che domani il governo otterrà la fiducia in parlamento. Le banche sono in caduta verticale, l’indice Mib perde oltre il 3%, peggiore in Europa: gli altri listini europei segnano perdite tra l’1 e l’1,6% circa. Lo spred Btp-Bund schizza a quota 371 punti. Tra i bancari italiani, crolla Unicredit (11,15%) e soffre moltissimo anche Intesa.
Il presidente uascente della Bce Trichet (Ansa) |
BCE – Un nuovo monito. I Paesi dell’area euro che hanno ricevuto il salvataggio Ue-Fmi e quelli «particolarmente vulnerabili» alle condizioni dei mercati devono essere «pronti ad adottare eventuali misure aggiuntive». Lo scrive la Banca centrale europea nel bollettino mensile. «I paesi soggetti ai programmi di risanamento congiunti dell’Ue-Fmi, nonchè i paesi particolarmente vulnerabili alle condizioni sui mercati finanziari, devono attuare in modo inequivocabile tutti i provvedimenti annunciati per il riequilibrio dei conti pubblici e il rafforzamento dell’assetto nazionale di finanza pubblica» aggiunge la Bce.
POLITICHE DI BILANCIO – Per quanto riguarda le politiche di bilancio, sottolinea l’Eurotower, «è necessario che tutti i governi prendano misure incisive» e dimostrino «la ferma determinazione a onorare pienamente quanto sottoscritto a nome dei rispettivi stati sovrani», cosa che costituisce «un elemento cruciale per assicurare la stabilità finanziaria dell’intera area dell’euro».
AGENZIE DI RATING – «In questi tempi difficili è essenziale assicurare moderazione in termini sia di margini di profitto che di salari» aggiunge la Banca centrale europea, notando anche che «due agenzie di rating hanno declassato l’Italia e i timori di una propagazione della crisi ad altri Paesi dell’Eurozona hanno continuato a gravare sul clima di mercato. Inoltre i differenziali sui bond sovrani per l’Italia sono stati nuovamente prossimi ai livelli osservati in agosto prima che la Bce decidesse di riattivare» il Programma di acquisti di titoli di Stato dell’Eurozona.
DEBITO – In settembre scrive la Bce, «le tensioni connesse alla crisi del debito sovrano nell’Eurozona sono rimaste acute e l’avversione al rischio degli investitori si è mantenuta elevata» ricordando che, inoltre, «la domanda di titoli di Stato liquidità e con rating elevato causata da flussi verso investimenti rifugio è stata ancora sostenuta e i premi di liquidità corrisposti dagli investitori per titoli di Stato liquidi sono rimasti considerevoli». Nel complesso, «la crisi del debito sovrano e le sorprese negative derivanti dagli indicatori economici hanno avuto pesanti ripercussioni sul clima di fiducia nei mercati dei bond sovrani» e, in qualche misura, si sono rispecchiate anche nelle quotazioni delle azioni e delle obbligazioni societarie.
Redazione Online