IL DELITTO DI AVETRANA. L’agricoltore: «Sarah l’ho uccisa io». E la figlia fa dichiarazioni spontanee in aula
TARANTO – «Mio padre è un vigliacco, io sono innocente» ha detto Sabrina Misseri, rilasciando dichiarazioni spontanee davanti al gup Pompeo Carriere nel corso dell’udienza preliminare a Taranto. In aula con lei ci sono la madre Cosima Ferrano, come lei detenuta nel carcere di Taranto e accusata con la figlia di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere per la morte di Sarah Scazzi, In aula c’è anche il padre Michele Misseri che ha manifestato l’intenzione di depositare un memoriale.
IL MEMORIALE – Michele Misseri ha consegnato ai giudici un memoriale in cui conferma di avere ucciso Sarah Scazzi e che la figlia Sabrina e la moglie Cosima sono «innocentissime». Michele Misseri aveva spiegato in diretta in una intervista a Domenica Cinque di essere stato «condizionato, le versioni che ho rilasciato – aveva detto – sono cambiate prima dell’incidente probatorio, ma nel memoriale c’è tutta la mia verità su come sono andate le cose dall’inizio alla fine».
Misseri ha proseguito ripercorrendo i momenti di quel tragico giorno: «Da tempo non stavo bene con la mia famiglia, con mia moglie, ma non riuscivo mai a sfogarmi. Quel maledetto giorno avevo preso in prestito un attrezzo e volevo andare a lavorare nei campi. Poi ero nervoso, il trattore si era rotto, ero in garage, ed è scesa la ragazza (Sarah, ndr). Non la nominerò più, perché la famiglia Scazzi mi ha chiesto di non farlo. Lei scese nel garage tra le 14.20 e le 14.30 – ha proseguito – e mi chiese perché urlavo e bestemmiavo; le ho detto di andarsene, lei è rimasta e l’ho presa di spalle: all’improvviso ho sentito un calore alla testa e non ho capito più nulla; lei mi ha tirato un calcio, io ho trovato una corda e l’ho uccisa. Non mi sono accorto di ciò che stava succedendo; me ne sono reso conto quando il suo cellulare suonava, lei lo aveva in mano, e io l’ho lasciata cadere ed è caduta col collo sul compressore. Lì mi sono accorto di averla uccisa. Avevo capito che avevo combinato un guaio».
LE SCUSE – «Ho chiesto scusa a Concetta – precisa Misseri – ma solo tramite la tv perché non so come possa reagire a dirglielo di persona». «Venerdì, in tribunale, ho visto mia figlia e mia moglie cariche di odio nei miei confronti – conclude Misseri – Io non sono riuscito a parlare perché la notte ero stato male: qualcuno aveva buttato delle bottiglie e un cappio nel mio cancello come a volermi dire che mi dovevo ammazzare».
Redazione online