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Morti sul lavoro: L’Ue mette l’Italia sotto accusa dopo la denuncia di un cittadino

La Repubblica italiana dovrà tenere aggiornato l’operaio fiorentino. Marco Bazzoni, metalmeccanico, ha scritto dieci pagine per raccontare le inadempienze italiane

Marco Bazzoni, 36 anni, metalmeccanico fiorentino

FIRENZE – La denuncia l’ha fatta un cittadino qualunque. E la Commissione europea l’ha accolta, mettendo sotto accusa l’Italia per non aver rispettato le disposizioni in materia di sicurezza. Il cittadino “qualunque” è un metalmeccanico, Marco Bazzoni, 36 anni di Firenze, che da anni si batte contro le “morti bianche”. Una lotta che, a partire dalla definizione («Coscienze sporche, non c’è nulla di bianco in queste tragedie»), conduce con una martellante campagna di mail, lettere telefonate alle redazioni dei giornali in cui segnala e comunica i casi di infortuni sul lavoro. Quelli che finiscono in prima pagina e quelli che restano dimenticati. Bazzoni, operaio in una fabbrica fiorentina che produce frantoi e presse per il settore enologico, è Responsabile dei lavoratori per la sicurezza (Rls) dal 2003. Si è così formato una precisa competenza in materia di salute, leggi, doveri e responsabilità dei datori di lavoro rispetto a protezioni e prevenzione nei luoghi di lavoro. È quella sua competenza che lo tiene all’erta e informato. E testardamente impegnato a informare (tiene una rubrica su Artcolo 21) perché l’attenzione non si fermi ai titoli a effetto.

LE INADEMPIENZE – La denuncia, dieci pagine di documenti, era partita nel 2009 e lo scorso 30 settembre la Commissione ha inviato la lettera di costituzione in mora alla Repubblica Italiana che in pratica obbliga il nostro Paese a mettersi in regola. Bazzoni dimostrava incongruenze e inadempienze della legge 106/9 (il Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) rispetto alle normative europee (la Direttiva 89/391). La Repubblica italiana dovrà anche tenere puntualmente informato il promotore della denuncia, cioè l’operaio fiorentino. Le voci d’accusa sono diverse, e sono scritte nella lettera con cui la Commissione ha comunicato a Marco Bazzoni di aver accolto la sua denuncia. Non rispettano le norme europee le regole italiane per la valutazione dei rischi per le aziende che occupano meno di 10 dipendenti, così come le norme che si riferiscono alla responsabilità dei datori di lavoro che operano in delega. Irregolari sono le proroghe a cooperative e organizzazioni di volontariato e della protezione civile. Fuori regola le disposizioni per la prevenzione degli incendi dei piccoli alberghi e inadempiente la lentezza con cui si sta arrivando alle valutazioni dei rischi dovuti a stress.

L’UTOPIA DEL SINGOLO – Tutti punti su cui sindacati e associazioni di lavoratori dovranno far leva per pretendere che l’Italia faccia presto a mettersi in regola. Fin qui, fino all’obbligo perché si accelerino le leggi sulla sicurezza, Bazzoni c’è arrivato da solo. «Far aprire una procedura d’infrazione contro uno stato è difficilissimo, in genere sono associazioni che fanno questo genere di denunce, per un singolo cittadino è un’utopia», dice l’operaio fiorentino. «Nonostante abbia chiesto aiuto a partiti e sindacati, non c’è stato nessuno che mi abbia aiutato a redigerla. Potevano supportarla. Ma non hanno fatto neppure quello».

Redazione online

Morti sul lavoro: L’Ue mette l’Italia sotto accusa dopo la denuncia di un cittadinoultima modifica: 2011-10-19T16:37:03+02:00da
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