GLI ULTIMI ISTANTI. Con una mano si toglie il sangue dagli occhi
TRIPOLI – Sono immagini che faranno storia. Gheddafi, ferito, impaurito ma vivo. Gli ultimi istanti. È in ginocchio con una pistola puntata alla tempia. Indossa una camicia completamente insanguinata sul braccio destro. Il colonnello è a terra, viene spinto avanti, sembra opporsi, inciampare, grida. Ma è solo in mezzo a gente che lo odia. Viene trascinato per i capelli e caricato a forza su un pickup. Allunga la mano verso quel ribelle che gli punta un dito contro. «Sei tu», accusa quell’indice. Con la mano sinistra il Raìs lo raggiunge, lo stringe, invita a ragionare. Forse chiede pietà. Non muove mai il braccio destro. Poi si guarda intorno. Si sente finito. Respira profondamente. Poi un gesto lesto, sempre con la mano sinistra, cerca di pulire l’occhio sinistro. Ha ancora l’anello d’oro. Raccoglie il sangue, con gli occhi quasi chiusi cerca di mettere a fuoco la mano e fissa l’obiettivo del telefonino di chi lo sta riprendendo. «Ecco guardate la mano» e mostra il sangue al nemico seduto sulle sue gambe. Stavolta chiede pietà. È impaurito. Si ripulisce ancora. Riguarda a destra, poi a sinistra, ha tutti contro. Almeno sette uomini lo stringono sul pickup fermo nell’angolo della strada. Urlanti, armati di fucile e macchine fotografiche, sparano in aria e scattano foto ricordo. L’ex dittatore è in mezzo al ring, sdraiato come un pugile dal volto tumefatto. Sullo sfondo s’intravede l’azzurro del cielo azzurro limpido. C’è solo piccola nuvola bianca. In sottofondo echeggiano raffiche continue. Fotogrammi che vedremo e rivedremo. E resteranno sul Web per sempre.
n.l.
Video: Video Corriere.it