Barroso: «aspettiamo lettera di berlusconi con impegni specifici entro mercoledì». Il leader della Lega: «Situazione è molto pericolosa. No a governi tecnici». Moffa: ragioniamo di riforma pensioni. Coro di no in Rete all’ipotesi di una riforma previdenziale. I padani invocano la secessione, mentre gli elettori ‘azzurri’ avvertono il premier: “Se alzi l’età, non ti votiamo più”. E i finiani lo sfidano: “Via a 67 anni? Berlusconi, cosa aspetti?”
ROMA – L’Europa vuole risposte entro mercoledì, il governo risponderà già entro questa sera con una lettera del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai partner comunitari. L’annuncio arriva dal capogruppo di Popolo e Territorio alla Camera, Silvano Moffa, all’uscita da Palazzo Grazioli dopo il vertice di maggioranza convocato dal premier dopo le fibrillazioni nate lunedì nella maggioranza sull’ipotesi di una revisione del sistema pensionistico. Moffa ha aggiunto che nella missiva che il premier invierà ai vertici delle istituzioni europee «ci sarà comunque un riferimento alle pensioni: si sta ragionando sul come e si sta ragionando anche sui temi dell’anzianità e dell’età pensionabile delle donne». Tali proposte, su cui non sono stati diramati ulteriori dettagli, saranno ora valutate dallo stato maggiore del Carroccio che si è riunito in vista di un nuovo vertice pomeridiano della coalizione, in programma sempre a Palazzo Grazioli.
«SE CADE IL GOVERNO, SI VOTA» – Che la situazione sia esplosiva lo dicono le parole del leader leghista Umberto Bossi: «Stavolta la situazione è molto pericolosa, l’accordo sulle pensioni è molto difficile. Il momento è drammatico, lo definirei così». E alla precisa domanda sull’effettivo rischio di crisi il Senatùr risponde tranchant: «Certo». Nelle ultime ore si è parlato anche dell’eventualità di un nuovo governo non più guidato da Berlusconi. «Noi – ha però commentato il capo del Carroccio – non facciamo governi tecnici. Se cade il governo si va alle elezioni per forza». Il Senatur ha ribadito poi il no della Lega all’innalzamento delle pensioni a 67 anni: «Non è possibile, 67 anni non possiamo farlo per far piacere ai tedeschi. La gente ci ammazza». E ha ripetuto che per le pensioni «i 40 anni, non vanno toccati». Si può trovare la quadra sullo scalone di Maroni? gli chiedono ancora i cronisti. «Dipende che vuol dire trovare la quadra…». Oggi comunque il leader della Lega non vedrà Silvio Berlusconi. A dirlo è lo stesso Bossi parlando con i giornalisti a Montecitorio. Vedrà Berlusconi? «No – ha risposto il Senatur – starò lì a guardare le proposte che mi fanno». «L’Europa vuole far fare un passo indietro a Berlusconi. Quello dell’Europa è un colpo contro Berlusconi» ha sottolineato ancora il leader della Lega. Che poi ha attaccato il neopresidente della Bce Mario Draghi: Le riforme chieste dall’Europa? «Chi fa quella roba lì è un italiano», ha detto il leader della Lega evocando la lettera della Bce e indirettamente uno dei due firmatari, l’italiano Mario Draghi. «L’Europa che parla italiano dice addirittura che bisogna privatizzare le farmacie, che sono comunali. Belle stupidaggini…».
L’INVITO DI NAPOLITANO – E che la situazione sia grave per il governo è chiaro anche al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che invita esecutivo e Parlamento a «Compiere tutte le scelte necessarie e definire le decisioni annunciate». Dal fronte europeo arriva un comunicato che ricorda che il tempo sta scadendo. «La Ue aspetta una lettera di Berlusconi con impegni specifici sulle rapide misure per la crescita che l’Italia intende adottare, e finora non ha ancora avuto nessuna indicazione da Roma» ha detto il portavoce del presidente della Commissione Josè Barroso. La Commissione Ue si è però detta anche sicura che il governo italiano farà quanto promesso. Per Bruxelles il governo italiano è «determinato» e anche pronto ad «accelerare» se necessario. Quello che succede in Italia ha un impatto su tutto il resto della zona euro per questo la sorveglianza e le indicazioni di Bruxelles sono necessarie, nell’ambito di un’unità economica e monetaria ha detto invece il portavoce del commissario Ue Olli Rehn precisando che non vi è nessuna intenzione di «umiliare» il Paese.
LA MAGGIORANZA – Il vertice di maggioranza non si era aperto sotto i migliori auspici. «Stiamo trattando, mi pare ci sia questa ipotesi» che il governo possa cadere «ma i margini di trattativa ci sono» aveva sintetizzato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli interpellato dai cronisti. Oggi non è in programma una nuova riunione del Consiglio dei ministri «perchè non ce n’è bisogno» ha detto ancora Matteoli. «Se si trovano gli accordi, il premier mercoledì li illustrerà all’Europa». Intanto tutto il Pdl fa muro intorno al governo e al premier. «Bisogna fare ogni sforzo per trovare un’intesa sul piano programmatico della maggioranza perché‚ non c’è nessuna reale alternativa al governo Berlusconi» ha affermato il capogruppo dei deputati pidiellini, Fabrizio Cicchitto.
L’OPPOSIZIONE – Dall’opposizione arrivano però inviti a fare presto nell’approvare le misure necessarie. «La dichiarazione del presidente della Repubblica è un richiamo all’assunzione di responsabilità forte – ha commentato il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini – . Il governo, se c’è, deve evitare ogni ulteriore indugio e portare a Bruxelles le misure richieste a partire dalla riforma previdenziale». «Qui si tratta di salvare l’Italia – ha aggiunto il leader centrista- si tratta di evitare il baratro e ogni esitazione può essere letale». «Ha fatto male anche a me vedere il nostro Paese strapazzato con molta arroganza da Sarkozy – ha detto invece il presidente dell’Idv, Antonio Di Pietro -, ma il modo di rispondere a quegli insulti dovrebbe essere quello di presentarsi domani a Bruxelles con una proposta seria e non cercare, per l`ennesima volta, di vendere fumo come pensa di fare Berlusconi».
I SINDACATI – Il tema di una possibile nuova riforma delle pensioni genera, come prevedibile, l’irritazione dei sindacati. «Se siamo pronti a scendere in piazza? Non faremo passare un sopruso di questo genere. Dire che siamo pronti a scendere in piazza è un eufemismo per dire che contrasteremo in vari modi un provvedimento di questo genere. «L’unica soluzione in questo momento è andare subito al voto» ha sottolineato il segretario della Uil Luigi Angeletti.
L’AFFONDO DI «AVVENIRE» – Sul fronte cattolico che permea tutta l’area politica di centro si intravede invece la disponibilità di dare una mano al premier sul fronte delle pensioni. «Lo sviluppo si può riaccendere», «soprattutto mettendo finalmente mano a una riforma organica della previdenza» scrive Avvenire quotidiano dei vescovi, nell’editoriale di prima pagina, auspicando una decisione in tal senso da parte del governo. «Sulle pensioni – osserva il giornale dei vescovi italiani – si sta cercando un compromesso all’interno della maggioranza. Che sia alto ed efficace. Perchè questo è il momento della lucidità, del coraggio e del disinteresse personale (e di parte)». «Se si eliminano le rendite di anzianità – sottolinea inoltre Avvenire – e si innalza gradualmente l’età pensionabile si può ottenere il duplice obiettivo di rendere più equo il patto generazionale tra giovani e anziani e nel contempo liberare risorse preziose».
“Non toccate le pensioni!!! La gente si sta stufando!!”. L’avvertimento che non ti aspetti, arriva non dalle fila leghiste, non dai militanti padani o dai duri e puri della sinistra. Ma è un messaggio rivolto a ‘Silvio’ direttamente dai militanti Pdl, sulla bacheca virtuale Spazio azzurro, luogo di ritrovo on-line dei sostenitori di Berlusconi. Un altro ostacolo per i piani di riforma previdenziale del premier. Perché, avvertono, il rischio è quello di “perdere una valanga di voti”.
SFOGATOIO ‘AZZURRO’ – Si è trasformato in un vero e proprio sfogatoio, nelle ultime ore, lo spazio on-line degli elettori di Silvio Berlusconi. No ai “ricatti” dell’Europa: le pensioni “non si toccano”, si ribellano i militanti. E sembra di sentire gli amici leghisti. Soprattutto se c’è chi invoca: “Torniamo alla lira e lasciamo questa Ue fallimentare”. O chi se la prende con gli immigrati: “Ci sono milioni di extracomunitari che vivono di sussidi o rubando e hanno la sanità gratis. E voi aumentate l’età pensionabile?”.
Non manca, a dire il vero, chi spalleggia il premier. Ma appaiono una minoranza, rispetto a coloro che invece minacciano di togliergli il voto, nel caso andasse avanti nei suoi propositi. Un ‘deluso’ di Bologna scrive: “Ho 53 anni e 34 di contributi. Pensare di lavorare fino a 67 anni mentre Cicciolina percepirà 3000 euro al mese mi viene male. Mai più voto Pdl (e tutta la mia famiglia è con me)”. “Se dovete toccare le pensioni toccate le vostre”, scrive un altro. E Massimo avverte il Cavaliere: “Fai attenzione, non fare stupidaggini, non cadere nella trappola di Fini, di Casini e della sinistra. Lascia stare le pensioni, rischi di perdere una valanga di voti”.
“PENSIONE AI PADANI O SECESSIONE” – Intanto, dalle pagine Facebook dei militanti padani, riecheggia il veto alla riforma già espresso dai politici nazionali della Lega. “Chi va in pensione ci va perché ha versato una marea di soldi e con la pensione non gli viene restituito neppure la metà di quello che ha versato – scrive il gestore della pagina di Radio Padania Libera – Ora vorrebbero fregarci aumentando il numero di anni e l’età in cui ci restituiscono le briciole di quello che abbiamo versato? Ve lo do io il modo per risolvere ogni problema: la secessione della Padania. Se ci teniamo i nostri soldi, invece di regalarli, possiamo andare in pensione quando ci pare”.
Serenella Mattera e Redazione Online