LA TRAGEDIA DELLA MOTOGP – Valentino Rossi: «Un grande, non lo scorderò mai» L’omaggio commosso dei lavoratori di Fiumicino
ROMA – La salma di Marco Simoncelli è arrivata a Coriano intorno alle 12.30. Il feretro, seguito da un corteo di auto con il papà Paolo e la fidanzata Kate, è entrato nell’area della casa di famiglia, in via Cà Cianci. Da lontano è stato possibile vedere un lungo abbraccio del papà del campione, Paolo, con la mamma, Rossella, e con la sorella minore Martina. Dopo un primo momento intimo e privato, oggi, in cui a vegliare Marco saranno i familiari, la camera ardente sarà aperta al pubblico mercoledì dalle 9 alle 22. Da martedì mattina uno striscione «Ciao Marco» campeggia sulla residenza comunale di Palazzo Garampi, a Rimini. Le esequie si svolgeranno giovedì 27 ottobre alle 15 nella chiesa di Santa Maria. La salma del pilota verrà poi tumulata nel cimitero di Coriano paese.
LO SBARCO – L’aereo della Malaysia Airlines proveniente da Kuala Lumpur con a bordo la salma di «Sic» – deceduto domenica scorsa durante il Gran premio della Malesia a Sepang a seguito del terribile incidente che ha coinvolto anche l’americano Colin Edwards e Valentino Rossi – è arrivato all’aeroporto Leonardo da Vinci alle 6.10. Appena sbarcati dall’aereo, il padre di Marco Simoncelli, Paolo, visibilmente provato dal dolore, in lacrime, e la fidanzata del pilota, Kate, sono stati accolti dal presidente del Coni, Gianni Petrucci. Assistiti costantemente dal dirigente della quinta zona della Polaria e da uomini della Guardia di finanza, Paolo Simoncelli e Kate si sono trasferiti nell’area della cargo city, da dove è stata fatta uscire la salma del pilota.
NESSUN SEQUESTRO – La magistratura italiana non ha emesso provvedimenti di sequestro, quindi il corpo del pilota è partito direttamente per Coriano.
L’OMAGGIO – Un centinaio di operatori aeroportuali ha tributato sottobordo del 777 della Malaysia Airlines un lungo e sentito applauso al feretro di Simoncelli, dopo che era stato fatto uscire dalla stiva del velivolo. Poi, molti di loro, uno alla volta, si sono avvicinati al feretro, toccandolo e facendosi il segno della croce. Oltre alla piccola folla di operatori aeroportuali, al trasferimento della salma hanno voluto assistere direttamente dal tunnel sopraelevato di uscita dall’aereo anche alcune decine di passeggeri dello stesso Boeing arrivato dalla Malesia, sostando alcuni minuti e guardando così la scena dall’alto.
VALENTINO – Tra i passeggeri sbarcati anche Valentino Rossi: «Marco era un grande e non lo dimenticherò mai. Stavamo insieme quasi tutti i giorni perché ci allenavamo sempre insieme, andavamo in palestra e poi giravamo con qualsiasi cosa avesse un motore. Questi sono i miei ricordi più belli», ha detto appena sbarcato a Fiumicino, ricordando il suo amico e collega. «Sono cose che non vorresti succedessero mai, invece ogni tanto capita – ha detto il nove volte campione del mondo – ma noi piloti purtroppo sappiamo che può succedere una cosa così». Apparso piuttosto tranquillo, Rossi, cappello nero con visiera, felpa dello stesso colore e tuta da ginnastica grigia, alla domanda se fosse vero che avrebbe smesso di correre ha risposto: «Non l’ho mai detto, probabilmente è stata una dichiarazione fatta soltanto per vendere i giornali».
IL PADRE – Non è invece riuscito a trattenere le lacrime il Paolo Simoncelli, il papà di Marco. «Mio figlio era sempre disponibile con tutti, cercherò di essere anch’io così, vi bacio tutti», ha detto piangendo prima di salire in macchina alla volta di Coriano, il paese romagnolo da cui proviene la famiglia.
L’ACCOGLIENZA DEL CONI – Ad accogliere il feretro di Simoncelli, il padre e la fidanzata c’erano il presidente del Coni, Gianni Petrucci, e il segretario generale Raffaele Pagnozzi a rappresentare tutto il mondo sportivo. Un cuscino tricolore a nome del Coni è stato adagiato sul feretro del campione. A Fiumicino era presente anche il presidente della Federmoto, Paolo Sesti. «Al papà ho detto poche frasi – sono le parole di Petrucci – era un ragazzo sempre sereno e disponibile. In questi momenti bisogna solo pregare, e che Dio lo abbia in gloria. L’essere umano è fragile, chi ha fede deve pregare, chi è nello sport spesso viene visto come qualcosa di irraggiungibile e invece è fragile come tutti gli esseri umani».
Redazione Online