Grazie al telescopio spaziale Spitzer della Nasa. Si trova a 63 anni luce dalla Terra ed è comunque il più freddo trovato al di fuori del Sistema solare
(da Nasa) |
Il più freddo oggetto celeste al di fuori del Sistema solare è stato scoperto a 63 anni luce dalla Terra, quindi molto vicino a noi. La temperatura è quella del corpo umano, circa 37 gradi centigradi e quindi lassù il termometro sale in media come sulla Terra. Il record lo conferma il suo scopritore, l’astrofisico Kevin Luhman della Penn State University che ha raccontato il risultato durante un meeting al Goddard Space Flight Center della Nasa, e di cui ora pubblicherà i dettagli su Astrophysical Journal.
NATURA AMBIGUA – Con lui hanno lavorato diversi astronomi da anni perché il tutto non è stato facile e ha richiesto, ovviamente, ripetute osservazioni a partire dal 2004 con l’osservatorio spaziale Spitzer della Nasa. Ma le conclusioni sono state gratificanti. Il nuovo soggetto identificato (WD 0806-661 B) ha una natura ambigua che ora si sta definendo. Intanto ruota intorno a una stella (WD 0806-661) che una volta era come il nostro Sole ma poi, avendo perso una parte del suoi strati esterni nel corso dell’evoluzione, impoverendosi è diventata una «nana bianca». La distanza fra loro è notevole: 2.500 unità astronomiche, cioè 2.500 volte la distanza tra la Terra e il Sole. È ambigua la sua natura perché ha una massa che è da sei a nove volte quella del nostro Giove; quindi è molto grande.
PICCOLA STELLA – «Potremmo dire addirittura che è una piccola stella», dice Luhman, «la quale però non è cresciuta abbastanza nella sua massa tanto da accendere le reazioni nucleari che la potrebbero far brillare. Attorno ha un’atmosfera gassosa appunto con una bassa temperatura e perciò potremmo anche dire che è una stella fredda come la Terra». Qualcosa di analogo era accaduto anche a Giove, per cui è rimasto soltanto un grande pianeta dai magnifici colori. Per queste ragioni il nuovo corpo celeste viene anche battezzato da alcuni «nana bruna». Il risultato è emerso dagli studi riguardanti le atmosfere dei pianeti extrasolari nella caccia sempre più intensa al gemello della Terra. E un passo dopo l’altro siamo certi che non mancherà molto alla grande scoperta.
Giovanni Caprara