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Colpaccio della Juve, l’Inter piange. Ibrahimovic spinge i rossoneri, la Roma sconfitta in casa. Cavani in rete, ma ai Mazzarri’s non basta

Il derby d’Italia. I bianconeri sbancano San Siro: 2-1 e primato in classifica. I nerazzurri precipitano a -11. Il Milan vince 3-2 con due gol dello svedese. Per i giallorossi troppi errori in difesa. IMPRESA DEGLI ETNEI. Il Catania vince in casa 2-1 contro il Napoli (rimasto in dieci) con gol di Marchese e Bergessio

MILANO – Un indizio? Una prova? Sì, forse una prova, la prima prova dopo tanto tempo da vecchia Juventus seppure con le titubanze e le insicurezze di quella nuova, con gli sbandamenti di un signorina di belle speranze, di una manager in carriera che commette qualche sbaglio di troppo. Però si sono visti sprazzi della spietatezza antica. Non tanto per il 2-1, il risultato con cui Madama si impone a San Siro contro l’Inter (non accadeva dal Sabato Santo del 2008, 22 marzo, stesso risultato, diversa la meccanica) quanto per il modo. Più per il secondo tempo che per il primo, in cui il gruppo Conte è capace di andare in vantaggio con Vucinic (cross di Lichtsteiner, deviazione di Matri, spinta decisiva in rete del montenegrino) e, soprattutto, di raddoppiare con Marchisio nel momento migliore dell’Inter che ha pareggiato con Maicon e preso una traversa, che ancora trema, con Pazzini. Bella la triangolazione con Matri del ragazzo della cantera bianconera, goleador stagionale (4) come l’attaccante ingaggiato dal Cagliari a gennaio.

LA BATTAGLIA – Certo, la Juventus è brava a risistemare il punteggio, a non farsi travolgere dalla tensione per un clamoroso rigore non visto da Rizzoli (Castellazzi e Marchisio) ma non è questo il punto fondamentale a suo favore. Piuttosto è il secondo tempo combattuto, sofferto quello che dà il segno del buon cammino percorso sulla strada della maturità. La Juve regge l’impatto con questa Inter incerottata, logora, ma pur sempre l’Inter, cioè con giocatori capaci di inventare il gol, di trovare lo spazio e il momento per segnare.

ESAME NAPOLI – Conte aveva chiesto ai suoi giocatori e all’ambiente di sprovincializzarsi, di non pensare all’Inter come alla Madre di tutte le Partite. La Juve vince questa debolezza che l’ha accompagnata negli anni dopo Calciopoli, comincia a pensare in grande. A Napoli, tra sette giorni, l’esame finale da grande squadra. Ha passato lo scritto, deve completare con l’orale. E l’Inter? Paga errori che non sono certo di Gasperini, ma che vengono da più lontano, perfino anche oltre l’orizzonte arbitrale. Ora deve pensare a risalire la china (ora è a -11 dalla vetta), passo dopo passo, senza frenesie e senza guardare dietro per non venire avviluppata dalla vertigine. Se Bologna e Novara vincono, l’Inter si troverebbe in serie B. Non è un indizio e neanche una prova, ma fa sensazione e fa pensare.(Roberto Perrone)

ROMA – L’anno scorso l’aritmetica per lo scudetto, quest’anno una bella iniezione di fiducia per poterlo rivincere. L’Olimpico romanista si conferma uno stadio amico del Milan e regala a Massimiliano Allegri, neo-papà, un filotto di nove punti (Lecce, Parma, Roma) in questa settimana che può dire moltissimo sul futuro del campionato. Per la Roma, invece, è la seconda sconfitta consecutiva e fa segnare un passo indietro anche sul piano del gioco. Decidono fondamentalmente quattro colpi di testa, tre nel primo tempo e uno nel secondo, tutti al culmine di clamorose indecisioni difensive che farebbero venire l’orticaria ai tanti Burgnich, Ferrara e Cannavaro che hanno calcato i campi della serie A. Doppietta di Ibrahimovic, gol di Nesta e illusione di Burdisso che, per due minuti soli, aveva riportato la Roma in parità. Il gol di Bojan a un minuto dalla fine, su bella azione di Lamela, è un rimpianto in più per la Roma che scivola via.

ERRORI – Il dettaglio che più salta agli occhi è a cavallo della mezzora. Messa sotto da un’incornata di Ibrahimovic, lasciato solo in area da Juan così come José Angel lascia solo Aquilani di crossare, la Roma pareggia in modo simile: Zambrotta si fa sorprendere su calcio d’angolo e Burdisso pareggia. Passano centoventi secondi ed è Cassetti che si addormenta in area: Nesta salta indisturbato e timbra il suo derby personale. Troppi gli errori individuali dei difensori della Roma contro un Milan sornione, che gioca sotto ritmo nel primo tempo e colpisce sugli sbagli altrui. Quando la Roma alza i ritmi nella ripresa è tutta un’altra gara e Abbiati diventa il protagonista assoluto parando di tutto e di più. L’ennesimo svarione difensivo dà ad Ibra il terzo gol, sempre su assist di Aquilani e salva il Milan da un finale che l’avrebbe visto in grandissima difficoltà perché la Roma non ha mollato neppure per un’istante. Ma il bel gioco non fa punti e quelli conquistati da Luis Enrique ora sono proprio pochi. Proprio quel Luis Enrique che, prima che Damato fischi l’inizio, era andato a stringere la mano a Tassotti. Pace fatta dopo la gomitata dell’allora terzino azzurro che costò a Luis Enrique una frattura e a Tassotti otto giornate di squalifica con la prima prova tv di un campionato mondiale. Sono passati 17 anni, era giusto metterci una pietra sopra. (Luca Valdiserri)

Cavani va in rete (Ansa)

CATANIA – Si cercava il Napoli, si è trovato un gran Catania: la squadra di Montella stronca l’ennesima big (aveva già battuto l’Inter e pareggiato con Juve, Fiorentina e Lazio) e raggiunge in classifica proprio gli azzurri che sognano lo scudetto. Decisiva, a modificare gli partita bella ed equilibrata per 42’ (1-1 gol di Cavani e Marchese), l’espulsione di Santana (doppia ammonizione) che lascia il Napoli in 10 e manda su tutte le furie Mazzarri. Con l’uomo in più il Catania – già solido in 11 contro 11 – sfonda, segna con Bergessio e conquista con merito i 3 punti. Il Napoli, ridimensionato dalla terza sconfitta in 9 partite, deve riflettere invece sui suoi problemi con le presunte piccole della serie A (gli altri ko con Chievo e Parma) e le vigilie di Champions (mercoledì sarà a Monaco col Bayern).

LAMPO – Il Napoli del turnover (fuori Campagnaro, Aronica, Gargano, Maggio e Hamsik) parte a razzo: break di Santana, schierato a sorpresa in mediana, palla all’ex Mascara che con tempismo perfetto apre a sinistra per Dossena, l’ala piazza una palla tesa in mezzo per Cavani che anticipa Spolli e segna: 25’’ per rompere il lungo digiuno (durava da un mese, e in trasferta l’uruguagio non segnava dal 24 aprile a Palermo) e per indirizzare la partita sul binario preferito dai Mazzarri’s: il Catania attacca, il Napoli prova a ripartire veloce.

SPETTACOLO – Ma la squadra di Montella assorbe il colpo, alza il ritmo e con quello la pressione, finché al 25’ trova il pari: Gomez tira, Zuniga ribatte in area, Marchese da sinistra raccoglie la palla morta e la resuscita fulminando De Sanctis con un perfetto diagonale imparabile. Ora il Catania prende fiducia, sfonda più spesso sulle fasce dove Zuniga e Dossena soffrono. Gomez sfiora il 2-1 al 37’ con un bel destro. Poco dopo Almiron, su assist al bacio di Bergessio, manca il gol di pochi centimetri su un rigore in movimento. Le squadre si allungano e dagli errori di posizione e le palle perse nascono azioni spettacolari e una palla gol per Lavezzi al 40’: salva Bellusci sulla linea.

ROSSO – Il ritmo alto favorisce lo show ma toglie lucidità. Al 42’ Santana, peraltro fuori ruolo, è in ritardo su Ricchiuti, commette fallo e si becca il secondo giallo. Mazzarri, furibondo, non fa cambi e chiede a Mascara di aiutare in difesa. Ma dopo appena 3’ della ripresa il Catania passa con un colpo di testa di Bergessio che batte sullo stacco Fernandez su cross perfetto di Ricchiuti, l’uomo che Montella ha avanzato per creare superiorità contro la difesa napoletana.

ASSALTO – Solo adesso Mazzarri inserisce un centrocampista di ruolo (Dzemaili) per Mascara, il Napoli si avventura nella difficile ricerca del pari ma si espone a contropiedi pericolosissimi come quello di Gomez (tiro precipitoso, fuori, al 9’). Mazzarri toglie Fideleff e inserisce Maggio. Più tardi mette anche Hamsik, ma il Catania controlla: l’unica vera chance azzurra è per Lavezzi al 30’ con un tiro da lontano fuori, poi solo molta bagarre e troppa confusione in area. (Alessandro Pasini)

 

 

Colpaccio della Juve, l’Inter piange. Ibrahimovic spinge i rossoneri, la Roma sconfitta in casa. Cavani in rete, ma ai Mazzarri’s non bastaultima modifica: 2011-10-30T17:20:00+01:00da
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