Mercati turbati dalla notizia che la Grecia vuole indire un referendum sugli aiuti. La Bce sta acquistando titoli di Stato italiani e spagnoli, ma non basta. Wall Street al ribasso, Euro in cal. Secondo i sondaggi i greci voterebbero «no». Consultazione popolare nel 2012. Prime dimissioni, governo a rischio. Sarkozy costernato.
MILANO – Giornata critica per i mercati finanziari europei e, soprattutto, per i nostri Btp. Tensioni che si sono riverberate anche sull’altra sponda dell’Atlantico, dove all’apertura di Wall Street il Dow Jones sfiora il -2% e il Nasdaq il -3%. In Europa balzo immediato, in avvio di seduta, dello spread fra il Btp italiano e il Bund tedesco che schizza a 459 punti rispetto ai 407 punti della chiusura di lunedì (ben oltre il record di 416 punti base toccato il 5 agosto scorso). Mai la differenza di rendimento tra i titoli italiani a dieci anni e quelli tedeschi è stata così alta. I Btp decennali rendono così il 6,33% e si avvicinano a rapidi passi a quella soglia del 6,50%-7% che viene ritenuta dagli esperti un livello di non ritorno per la sostenibilità del debito che aprirebbe drammatici scenari di tipo greco. Materialmente significa che in base alle dinamiche di domanda e offerta, per trovare acquirenti i Btp devono offrire oltre 4,55 punti percentuali di rendimento in più, rispetto alle emissioni tedesche, come maggiorazione sul premio di rischio. Con il Btp decennale sono sotto pressione anche i titoli del Tesoro a due e a cinque anni, che segnano nuovi record storici. Il rendimento del biennale schizza al 5,67% sul mercato secondario mentre quello del quinquennale vola al 6,28%. In quest’ultimo caso lo spread col bund a cinque anni si allarga a 532 punti base. La Bce risponde acquistando titoli di Stato italiani e spagnoli, ma la mossa non sembra al momento produrre effetti. Sul fronte politico il presidente Silvio Berlusconi, del quale in tanti chiedono le dimissioni, lunedì affermava che questa tempesta non dipende da lui.
LE PIAZZE EUROPEE – Piazza Affari, che lunedì ha lasciato sul terreno quasi il 4%, va subito a picco già in apertura di seduta. Attualmente il Ftse Mib cede il 6,33%. Sospesi i titoli delle due principali banche italiane: Unicredit e Intesa Sanpaolo sono state fermate per eccesso di ribasso. Sospeso anche il titolo Fiat Industrial. Alla ripresa delle contrattazioni Unicredit e Intesa San Paolo cedevano rispettivamente -11% e -13%. Poi venivano nuovamente sospese al ribasso. Avvio in rosso anche per le altre borse europee e poi ulteriore flessione (attualmente Parigi -5,04%, Francoforte -5,51%, Londra -3,29%) sulla scia dei rinnovati timori per la crisi del debito in Europa alimentati soprattutto dall’annuncio che la Grecia sottoporrà a referendum l’ultimo piano di salvataggio. Ciò potrebbe portare a elezioni anticipate se i greci dovessero respingere il pacchetto di austerità e gli investitori temono che il movimento potrebbe causare un defaulf incontrollato. Ciò sarebbe più dannoso al sistema euro della svalutazione volontaria del 50% che è attualmente sul tavolo. I mercati temono che la decisione possa minare gli sforzi europei per fermare il contagio della crisi, compreso il piano di ricapitalizzazione delle banche e il piano di leva finanziaria dell’Efsf per aumentarne la potenza. Inoltre alcuni osservano che sembra crescere la speculazione che un esito negativo del referendum potrebbe segnare l’inizio dell’uscita della grecia dall’Emu. La Borsa di Atene dopo che il Primo ministro Georges Papandreou ha annunciato che l’accordo europeo sul debito greco verrà sottoposto a referendum popolare, cede l’8,3%.
EURO– Intanto anche l’euro apre in calo sotto quota 1,38 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,3771 dollari (contro la quotazione Bce di ieri a 1,4001 dollari) e a 107,60 yen. A pesare sono i timori per il riacutizzarsi della crisi del debito in Europa.
TOKYO – Proseguono le vendite sui listini mondiali: dopo il tonfo delle borse europee e di Wall Street lunedì, questa mattina sono i mercati asiatici ad essere investiti, con poche eccezioni, dall’onda ribassista. Tokyo ha chiuso in calo dell’1,70%, Sydney dell’1,52% mentre Hong Kong cede il 2,4%.
George Papandreou (Reuters) |
ATENE – L’annuncio choc del premier greco George Papandreou di indire un referendum sul salvataggio della Grecia rischia di aggravare la crisi dei debiti sovrani in Europa. «Sembra una mossa per fare retromarcia sull’accordo raggiunto», ha detto il capogruppo parlamentare dei Liberali democratici tedeschi, Rainer Bruederle, in toni piuttosto irritati, secondo quanto scrive Reuters. E secondo i sondaggi i greci voterebbero «no» nel referendum. La decisione ha provocato ripercussioni nelle borse mondiali tanto che Papandreou ha indetto per il pomeriggio di martedì’ una riunione di emergenza del governo.
NEL 2012 – Il ministro delle finanze ellenico, Evangelos Venizelos, ha detto che la consultazione popolare ci potrebbe essere all’inizio del 2012. «Se ci sarà un referendum sul secondo salvataggio di Atene il risultato più probabile sarà una sua bocciatura», spiegano gli analisti. Per il premio Nobel all’economia, Christopher Pissarides, «è difficile prevedere cosa succederà alla Grecia se il pacchetto di aiuti venisse respinto. Ci saranno conseguenza negative per l’Eurozona e pesantissime per Atene. Il Paese molto probabilmente dichiarerà immediatamente il default ed uscirà dall’euro». Per il ministro finlandese agli Affari europei, Alexander Stubb, il referendum ellenico sarà un voto sull’appartenenza del Paese all’eurozona. «La situazione è così difficile che fondamentalmente sarà un voto sulla loro adesione all’euro», ha detto in un’intervista televisiva a Mtv3.
GOVERNO A RISCHIO – Ma l’annucio del referendum rischia di far cadere lo stesso governo Papandreou. Secondo quanto riporta il canale tv «Net» la deputata Milena Apostolaki, ex sottosegretario allo Sviluppo, ha lasciato il gruppo socialista riducendo la maggioranza a 152 seggi su 300, in vantaggio ora di soli due voti. Annunciando la sua decisione la Apostolaki ha definito il referendum «una procedura che crea profonde divisioni nel Paese». Altri sei parlamentari del Pasok, il partito socialista al governo in Grecia, hanno chiesto al primo ministro di dimettersi.
FRANCIA E GERMANIA – Intanto il presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha annunciato per le 17.00 una riunione con i ministri i cui dicasteri sono interessati dalla crisi, telefonerà successivamente alla cancelliera tedesca Angela Merkel per parlare della decisione della Grecia. «Il gesto della Grecia è irrazionale e, dal loro punto di vista, pericoloso». Sarebbe questa l’opinione del presidente francese, Nicolas Sarkozy, in merito all’annuncio di Atene di indire un referendum per la ratifica del piano di Austerity, secondo quanto riporta il quotidiano Le Monde, citando fonti vicine al presidente. E la notizia del referendum ha già provocato tensioni in Germania: un membro della coalizione del cancelliere Angela Merkel si è detto decisamente «irritato». «Mi sembra come se qualcuno stia cercando di sgusciare fuori da un accordo concordato, una strana cosa da fare», ha detto Rainer Bruederle, che è stato ministro dell’Economia per gran parte degli ultimi due anni, prima di assumere la guida parlamentare dei liberaldemocratici dell’FDP. «Il premier aveva accettato un un pacchetto di salvataggio di cui ha beneficiato il suo Paese. Altri Paesi stanno facendo notevoli sacrifici per decenni di cattiva gestione e scarsa leadership in Grecia: sono state fatte scelte sbagliate e il Paese si è portato da sè dentro la crisi», ha concluso il deputato.
JUNCKER – Se i greci voteranno no al referendum sul piano di salvataggio europeo «non escludo che la Grecia possa andare in Bancarotta». Lo sostiene in un’intervista radiofonica il presidente dell’Eurogruppo Juncker secondo il quale la proposta di un referendum aggiunge «un grande nervosismo e incertezza» a una situazione già poco sicura. Juncker fa sapere che al G20 di Cannes i leader mondiali discuteranno anche della questione del referendum greco. Inoltre il numero uno dell’Eurogruppo rivela che il premier greco, George Papandreou ha deciso di indire il referendum senza ascoltare i i suoi colleghi europei.
VAN ROMPUY-BARROSO – «Per la Grecia accettare l’accordo Ue è la cosa migliore, e siamo fiduciosi che Atene rispetterà gli impegni presi a livello di Eurozona e con i partner internazionali»: così i presidenti della Commissione ue Barroso e e del consiglio europeo Van Rompuy commentano l’intenzione della Grecia di tenere un referendum sulle decisioni Ue.
Redazione Online