Berlusconi: «È evidente che si è costruito là dove non si doveva». Marta Vincenzi contestata in via Fereggiano. Napolitano: «Una tragedia, ora approfondire»
GENOVA – A Genova si scava nel fango. E il giorno dopo l’alluvione che ha provocato sei morti è già tempo di polemiche. «Vergogna, vergogna, vattene a casa, dimissioni», hanno urlato sabato mattina alcuni residenti di via Fereggiano contestando il sindaco Marta Vincenzi, recatasi sul posto per rendersi conto della situazione. «Qui non sei su Facebook – hanno aggiunto – qui siamo nel tempo reale». «Non è vero, no è vero che non abbiamo fatto niente», ha replicato il primo cittadino agli abitanti di via Fereggiano che la contestavano. Inizialmente si era imposta il silenzio, poi però non ha resistito: «Abbiamo ripulito il Bisagno, abbiamo speso sei milioni sul Fereggiano. Non potete dire che non abbiamo fatto niente», ha detto il sindaco. «C’è bisogno di approfondire gli aspetti di questa tragedia. Sono ancora scosso per quanto accaduto a Genova», ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano visitando nel carcere di Turi le celle di Gramsci e Pertini. «È terribile – ha scritto in una nota il premier Silvio Berlusconi – assistere impotenti alla televisione al dramma di Genova. Vediamo se ci sarà il modo di intervenire per evitare che quello che è successo non possa succedere più in futuro», ha aggiunto puntando il dito contro gli abusi edilizi nel capoluogo ligure. «È evidente – ha voluto specificare il Cavaliere – che si è costruito là dove non si doveva costruire, ma forse si possono trovare interventi che scongiurino il ripetersi di questi disastri e di queste tragedie». Intanto, la procura di Genova ha aperto un fascicolo sulle sei vittime. Si tratta di un atto dovuto quando ci sono decessi per cause di morte non accertate. Al momento, quindi, non c’è alcuna ipotesi di reato.
IL SINDACO SI DIFENDE – «Io non ho colpa», continua dunque a ripetere il sindaco del Pd Vincenzi, così come ha fatto per tutta la giornata di venerdì. «Abbiamo avvisato la cittadinanza di non usare i mezzi privati. Ma ricordare i comportamenti da tenere in queste occasioni non è bastato». «La scelta di mandare i bambini a scuola – ha aggiunto – è stata provvidenziale, immaginate cosa sarebbero stati 40mila bambini portati in macchina dai nonni, dai parenti o dagli amici in giro per la cittá durante l’alluvione», aggiunge il primo cittadino. Contro il primo cittadino si scaglia però il Pdl Liguria. Il sindaco di Genova «chieda scusa alla città e si dimetta immediatamente», afferma Gianni Plinio, responsabile sicurezza del Popolo delle Libertà regionale. «È offensiva e vergognosa la mancanza della benchè minima autocritica da parte del sindaco. Non è assolutamente accettabile che continui a definire imprevedibile una catastrofe annunziata. Come minimo dal 1970», aggiunge l’esponente del centrodestra, che rinnova il cordoglio per le vittime e la solidarietà ai genovesi colpiti dall’alluvione.
«SIATE FORTI» – Sabato mattina l’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, ha visitato di persona il quartiere Marassi Il porporato, giunto in auto in via Fereggiano, ha incontrato alcuni cittadini. «Siate forti – ha detto loro – è come l’alluvione del ’70. Il dolore è grande, ma ora è il momento di rimboccarsi le maniche».
Redazione Online